MEI 2022, incredibile successo a Faenza per la 25esima edizione

Faenza. Ogni anno il MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti) si conferma come il vero punto di riferimento per tutti gli artisti emergenti. Non c’è artista e musicista che si rispetti che non abbia fatto gavetta. Sono principi che di anno in anno si rafforzano e rappresentano il vero fulcro di questa manifestazione. Durante i tre giorni si respira musica in ogni via, in ogni portico della città, all’insegna dell’opportunità e della condivisione.
Non è mancato il momento di confronto durante il dibattito sulla ripartenza a cui hanno partecipato tutte le realtà confluite nel coordinamento Stage. Non dobbiamo dimenticare che questo è stato il comparto più colpito della pandemia, mettendo in luce i buchi legislativi che non hanno tutelato a pieno i diritti dei lavoratori dello spettacolo. Eppure, se non fosse stato per il covid non ci sarebbe stata la solidarietà manifestata tra realtà piccole e grandi. Fondamentale per redigere le proposte che sono state portate nei tavoli istituzionali al servizio dei lavoratori dello spettacolo.
Non dobbiamo certamente dimenticare i tanti artisti famosi che sono esibiti sul palco di Piazza del popolo come DITONELLAPIAGA (Targa Giovani MEI – Exitwell per il miglior artista dell’anno), vera rivelazione di questo 2022; Mobrici che, dopo i Canova, è riuscito a ritagliarsi uno spazio mettendo in risalto le sue doti da solista. Ma il vero protagonista è stato Gianluca Grignani. La folla era tutta per lui. In questi anni Grignani ha avuto molti alti e bassi ma “questo girotondo di anime”, come recita una sua canzone, può dire che a Faenza ha trovato una “destinazione paradiso” circondato dall’affetto e dal calore dei suoi fan che non l’hanno mai dimenticato e abbandonato. Il loro affetto ha un po’ restituito a Grignani quella consacrazione che avrebbe meritato 25 anni fa con l’uscita dell’album “La fabbrica di plastica”: l’artista è stato infatti premiato con la targa MEI proprio rimarcare il valore di questo album, forse all’epoca troppo innovativo, ma oggi attuale sia per i testi che per gli arrangiamenti. Vedere Grignani visibilmente commosso ed emozionato è la prova che a volte la vita ti restituisce con gli interessi ciò che ti è stato tolto ed il MEI ha contribuito a restituirgli qualcosa di importante.

Il Premio dei premi, presentato da Enrico de Regibus e Roberta Giallo nella cornice del Teatro Masini, è andato al giovane Daniele De Gregori proveniente dal Premio Bertoli, che ha trionfato sugli altri partecipanti come Isotta per il Premio Bianca d’Aponte, Milena Mingotti per il Premio Lauzi, Giulia Piccoli per il Premio Pigro Ivan Graziani e Lorenzo Santangelo per il Premio De André. Ospiti della serata Frida Bollani Magoni, premiata dal MEI per il miglior esordio, Luca Madonia, premiato dal MEI per la sua carriera, e Filippo Graziani in un grande omaggio per i 25 anni dalla scomparsa di Ivan Graziani
L’onore di chiudere il MEI è stato concesso a NADA la quale ha presentato in anteprima nazionale i pezzi del suo nuovo album intitolato“La paura va via da sé se i pensieri brillano”. La sua lunghissima carriera riesce ad essere d’ispirazione per molti emergenti e l’esibizione al Teatro Masini con i membri della band, tutti giovanissimi, dimostra di avere un certo occhio di riguardo verso le nuove leve.

Il MEI è davvero un meeting in cui ognuno è protagonista con la propria arte. Non ci sono distinzioni, ma solo intenti comuni, in cui si intrecciano percorsi fatti di sacrifici, sogni e aspirazioni. I veri protagonisti sono stati i circa 60 artisti emergenti che sono esibiti il 1° e il 2 ottobre sul piccolo palco di Piazza del popolo. Si è percepita la freschezza e la voglia di mangiarsi il mondo di chi ha 20 anni. Gli emergenti di oggi rappresentano una generazione matura e attenta ad ogni singolo particolare che possa riguardare la propria carriera artistica. Si è respirata questa voglia di imparare in ogni esibizione, in ogni panel, workshop e convegno. Magari quel palco porterà fortuna a qualcuno di loro, come successe nel lontano 2016 quando si esibirono degli adolescenti Maneskin. Forse è questa la chiave del MEI: avere la mente proiettata verso il futuro ma con gli occhi di un emergente pieno di sogni e speranze.

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