Milano. In occasione del centenario della nascita di Giovanni Testori e dei 150 anni dalla scomparsa di Alessandro Manzoni, lo storico spettacolo di Andrée Ruth Shammah – giunto alla sua terza edizione – arriva sul palcoscenico del Piccolo, dal 12 al 22 ottobre. Era il 1984 e, nel teatro che allora si chiamava ancora Salone Pier Lombardo, debuttava – con la regia di Andrée Ruth Shammah – l’ultimo lavoro di Giovanni Testori: una rilettura critica dei “Promessi sposi” di Alessandro Manzoni, una “messa alla prova”, da parte di una piccola compagnia di paese, guidata da un Maestro d’arte e di vita. In occasione della duplice celebrazione dei due autori milanesi, lo spettacolo torna nuovamente in scena. «Ci sono momenti storici in cui alcuni testi ci sembrano necessari – commenta la regista –. La prima volta che ho messo in scena “I Promessi sposi alla prova” con Franco Parenti ne sentivo la necessità e la sento oggi, come e forse più di allora. Testori ha accolto, tradito o tradotto le parole di Manzoni in una nuova forma che rende contemporanee e facilmente comunicabili verità antiche di cui abbiamo nuovamente bisogno. Con questo spettacolo non solo si vuole restituire al pubblico uno dei capisaldi della letteratura italiana e far conoscere e amare la riscrittura di Testori, ma si intende esortare a camminare con una nuova consapevolezza nel nostro tempo e a riscoprire i fondamenti del Teatro, come lo intendo io, ancora e sempre di più. Conosco molto bene Testori perché ho già allestito in passato le sue opere e mi sembrava importante e doveroso il fatto di avvicinarmi nuovamente a questo autore con lo scopo di ritrovare, ancora una volta, il senso del fare teatrale. Testori e Manzoni hanno tanto da dare, in termini di poetica e di bellezza. Ci sono dei testi che diventano molto importanti da riproporre in certi momenti storici sia per il pubblico che li vedrà, sia per i giovani che li percorreranno sulla scena. “I Promessi sposi alla prova” è sicuramente uno di questi. Fare teatro è costruire una visione del mondo, è far nascere dentro di sé la fiducia nel futuro. Il teatro di cui si parla nel testo di Testori per me è la vita e il mestiere con il quale il Maestro inizia ‘la messa alla prova’, è serietà e rispetto delle tradizioni».