“Bad Company”, a Milano un racconto inedito dedicato alla vera natura degli esseri umani

Milano. Un evento unico a Milano, una sola serata, il 22 maggio per assistere allo spettacolo “Bad Company un racconto di (IN)sostenibilità umana”, un testo inedito scritto da Sergio Zafferini, per HELLGUYS una Invisible Factory dedicata all’ideazione, progettazione e realizzazione di format di comunicazione integrata, originali, esclusivi, dedicati al pubblico e completamente laterali ai percorsi usuali.

“Bad Company” è uno spettacolo di prosa interpretato da cinque attori, quattro uomini e una donna e costruito su quattro round, in cui ogni round è un monologo affidato a ciascun attore in una progressione di interazione fra gli attori stessi.

Protagonisti Gabriele Colferai, Donato Altomare, Ermes Frattini, Francesco Meola e Silvia Rubino. Lo spettacolo è diretto da Sergio Zafferini, con l’assistenza alla regia e i movimenti scenici di Angelo Di Figlia e Andrea Verzicco.

In finanza il termine “Bad Company” indica una “impresa cattiva”, una società che non ha più liquidità per poter sopravvivere sul mercato e costituisce la parte sporca, da isolare. Letteralmente è la “compagnia cattiva” che si contrappone alla good company, quella del profitto, quella buona.
Negli esseri umani, parallelamente, “bad company” è la parte peggiore di ognuno di noi, il luogo in cui si annidano i cattivi pensieri, quella contro la quale finiamo per soccombere e che speriamo un giorno arriveremo a combattere, senza peraltro alcuna certezza di riuscire a vincere.

“Bad Company” racconta quattro storie in cui gli interpreti si troveranno a fare i conti con la loro vera natura, ovvero una buona e una cattiva compagnia.
L’amore che prosciuga, la droga, l’alcol, l’arroganza, la presunzione, il fallimento, sono i nemici degli attori in scena: tutte cattive compagnie che non dovremmo mai frequentare e che invece possono camminare con noi ad ogni respiro.

“Bad Company” è uno spettacolo “nudo” che prevede pochi ma emblematici elementi scenici, per riprodurre simbolicamente una sensazione di vuoto. Il monologo per ognuno dei caratteri sembrerà un confronto con la quarta parete, che rappresenta uno specchio, con la conseguente restituzione di ansie e desideri in un unico grande viaggio dentro sé stessi.
La profondità dei personaggi e un epilogo imprevisto sono gli ingredienti che faranno pensare e anche divertire il pubblico portandolo a riflettere e sorprendersi.

I vari monologhi sono legati gli uni agli altri da canzoni che costruiscono una colonna sonora che è parte della narrazione generale, per la scelta dei testi e delle melodie utilizzate.

“Bad Company” è la storia di una sincerità nata dal rumore del silenzio che finisce per provocare un sussulto all’anima.

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