“Tra il silenzio e il tuono”, il ritorno di Roberto Vecchioni a Marsala

Marsala. Giovedì 2 maggio, a distanza di soli nove mesi dal concerto tenuto a Salemi la scorsa estate, Roberto Vecchioni è tornato in provincia di Trapani per una nuova tappa del tour “Tra il silenzio e il tuono”, che prende il nome dell’ultimo romanzo pubblicato a febbraio per Einaudi, nonché dai versi del fortunato pezzo con cui il Professore ha conquistato la vittoria al Festival di Sanremo del 2011.
Questa volta il cantautore ha scelto il Teatro Impero di Marsala e proprio il suo rapporto con la città ha costituito un po’ il fil rouge dell’intera serata, sia attraverso gli aneddoti raccontati che nella scelta dei brani proposti in scaletta.
Parolo chiave dello spettacolo sono state, come ad ogni concerto del Professore, “cultura”, “bellezza”, “passione” e “vita”: l’artista porta in scena proprio la sua vita, i suoi momenti intimi, i dialoghi con sé stesso o con Dio, passando per i protagonisti dei miti e della tragedia greca. In ogni caso, emergono sia l’esperienza dell’uomo che la cultura di un docente che ha insegnato per oltre 40 anni tra liceo e università, ma, soprattutto, la profonda conoscenza dell’essere umano di sempre. Questi elementi prendono forma in ogni nota, monologo e aneddoto che accompagnano quasi tutte le 15 canzoni che si alternano durante il corso della serata. Anche questa volta, ampio spazio è stato dedicato ai brani estratto dal suo ultimo album di inediti, “L’infinito”, pubblicato (esclusivamente in formato fisico) nel novembre del 2018.
L’inizio è affidato a “Il lanciatore di coltelli”, brano poco noto sulla trasmissione intergenerazionale dei valori e delle tradizioni, scelto da Vecchioni per stabilire fin da subito un rapporto di intimità con il pubblico presente in teatro. A quest’ultimo sono seguite “Ti insegnerò a volare (Alex)”, canzone dedicata ad Alex Zanardi in cui la voglia dell’uomo di sconfiggere il destino nonostante le dure prove che la vita gli riserva fa da protagonista (“E se non potrò correre / e nemmeno camminare / imparerò a volare”), “El bandolero stanco” e la poco conosciuta “Pesci nelle orecchie”. Come in ognuno dei suoi concerti, poi, non mancano i pezzi dedicati alla sua compagna di vita: si susseguono così “Ogni canzone d’amore”, tratto dalla sua ultima fatica discografica, e la meno recente “La mia ragazza”, pubblicata nel 1985 all’interno dell’album “Bei tempi”.
L’artista si muove da una parte all’altra del palco, regalando al proprio pubblico anche pezzi di oltre quarant’anni fa, ma come se fosse sempre la prima volta. Nonostante i suoi 81 anni, Vecchioni mostra un rinnovato entusiasmo: ride, si commuove e scherza con il pubblico, alternando momenti in cui racconta e canta dei più grandi personaggi della poesia, della letteratura o dell’arte come Sofocle, Leopardi o Van Gogh, ad altri in cui sono le sue stesse avventure personali a fornire spunti interessanti per accompagnare i brani in scaletta.
Tra tutti, spicca inevitabilmente il racconto della sua disavventura marsalese degli anni ’70, durante la quale l’artista ha trascorso quasi tre giorni in carcere per l’accusa – ritenutasi poi infondata – di aver dato uno spinello ad un giovane ragazzo; come egli stesso rivela, durante questa breve e poco piacevole permanenza in Sicilia, il cantautore ha trovato ispirazione per scrivere alcuni pezzi come “Vorrei” o “Lettera da Marsala”, che per l’occasione ha voluto intonare per i presenti. Anche in questo nuovo spettacolo ha trovato spazio in scaletta l’applauditissima “Le rose blu”, la preghiera (autobiografica) a Dio scritta da un padre per il proprio figlio affetto da una grave malattia, introdotta da alcune parole in cui lo stesso cantautore ammette la propria difficoltà nel doverla eseguire.
La chiusura del concerto è affidata ai brani più iconici del repertorio del professore: “Sogna ragazzo sogna” (brano che racchiude alla perfezione la capacità di Vecchioni di parlare ai ragazzi di ieri e a quelli di domani e che grazie al duetto sanremese con Alfa ha riacquistato una nuova linfa vitale), “Chiamami ancora amore”, “Luci a San Siro” e “Samarcanda”, accompagnate da una lunga standing ovation del pubblico marsalese, che strappa al cantautore la promessa di un nuovo ritorno in Sicilia, per cantare ancora e ancora dell’amore per la vita.

Crediti foto: Amilcare Incalza.

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