Sonia Bergamasco dà voce agli scritti di Fernanda Wittgens al Piccolo Teatro Grassi

Milano. Torna in scena, il 24 e 25 settembre al Piccolo Teatro Grassi, per il Cinquecentenario leonardesco, la lettura scenica con Sonia Bergamasco e la regia di Marco Rampoldi. Tratto dagli scritti originali di Fernanda Wittgens, testimonia l’infaticabile impegno della studiosa nella salvaguardia dei monumenti milanesi dai bombardamenti della Seconda Guerra mondiale.

Creato nella scorsa stagione a partire dagli scritti originali di Fernanda Wittgens, “Il miracolo della cena” racconta la vita della studiosa e critica d’arte che fu, tra l’altro, la prima donna Soprintendente delle Gallerie di Milano. Sonia Bergamasco, diretta da Marco Rampoldi, dà corpo e voce a una personalità che interpretò nel modo più nobile la missione del servizio pubblico a tutela del bene comune, fu sempre fedele ai propri ideali – anche nel terribile contesto delle leggi razziali – e votò tutta se stessa alla conservazione e valorizzazione del patrimonio di Milano e del mondo.
Wittgens partecipò con tempestività ed energia alla salvaguardia di numerosi monumenti milanesi, tra cui l’Ultima cena di Leonardo da Vinci che fu riparata dai colpi d’arma da fuoco, dalla violenza delle esplosioni e sottratta miracolosamente alla distruzione dei bombardamenti.
Nel periodo fascista, Wittgens trascorse anche alcuni mesi in carcere, a San Vittore, perché accusata di aver protetto alcuni concittadini ebrei e di averli aiutati a espatriare. Se per Fernanda il carcere fu una “tappa di perfezionamento”, come lo definì in una lettera alla madre, fu nella Milano del dopoguerra, ferita nei principali luoghi e monumenti della sua storia e cultura, che il suo ruolo apparve ancora più determinante: agì con infaticabile energia perché la ricostruzione dei monumenti fosse ritenuta necessaria e prioritaria, al pari di quella di fabbriche, ospedali e scuole. In questo periodo compì il secondo “miracolo”, adoperandosi per ben otto anni e impiegando “una quantità di forza vitale” perché l’affresco leonardesco fosse opportunamente restaurato.

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