Quattro eventi unici impreziosiscono la decima edizione di “Teatro alla Deriva”

Bacoli. Alle Terme – Stufe di Nerone di Bacoli, fino al 25 luglio alle ore 21:30, si terrà la decima edizione della rassegna “Teatro alla Deriva” (il teatro sulla zattera), ideata da Ernesto Colutta e Giovanni Meola, che ne firma la direzione artistica per il nono anno.
Una manifestazione teatrale unica in Italia, divenuta appuntamento fisso del territorio flegreo, che propone quattro spettacoli teatrali con, in apertura, un evento musicale fuori cartellone, anzi ‘fuori zattera’.
L’unicità della rassegna risiede nel far esibire gli artisti su una zattera galleggiante sull’acqua, costruita appositamente e posizionata all’interno del laghetto circolare delle Stufe di Nerone.
Grazie ad uno scenario suggestivo e alla distanza dal caos della città, la nostra zattera ha accolto, nel suo primo decennio di vita, un pubblico appassionato, assai curioso e sempre più numeroso, pronto a sorprendersi e a lasciarsi catturare dall’abbinamento di tutti gli elementi che rendono unica questa rassegna teatrale.

Ha dichiarato Giovanni Meola: “I numeri tondi hanno sempre un fascino particolare. Ancor di più quando si riferiscono ad una rassegna teatrale indipendente e pressoché unica nel panorama nazionale. ‘Teatro alla Deriva (il teatro sulla zattera)’ raggiunge i suoi primi dieci anni di vita e la cosa ha per tutti noi, che la viviamo e proviamo a portarla avanti anno dopo anno (ovviamente nel pieno rispetto di tutti i protocolli anti-covid), un sapore davvero dolce. L’ultima stagione ha visto, per evidenti motivi, il debutto di pochissimi spettacoli e quei pochissimi sono stati perlopiù monologhi. Nel formare il cartellone, si rischiava di affrontare problemi di carenza. Anche se non moltissimi, però, quelli adatti alla nostra zattera galleggiante (ovvero la peculiarità della nostra Deriva presso le Terme-Stufe di Nerone) erano tutti di ottima qualità.
Si parte con un nuovo lavoro di Fabio Di Gesto, giovane autore che fa della riscrittura in napoletano (aspro, viscerale, poetico) di classici e contemporanei la sua cifra distintiva. In questo caso, un libero adattamento da “Genet”. Si passa poi a Fabio Pisano, altro autore giovane di spessore, pluripremiato, alle prese con la propria versione di una vicenda realmente accaduta (una giovane ebrea che denuncia altri ebrei dopo il rastrellamento nel ghetto ebraico del 1943), ma quasi del tutto misconosciuta. Poi un altro lavoro in napoletano, stavolta originale, a firma di Diego Sommaripa, che ha deciso di raccontare la vicenda dura e difficile di una giovane madre incapace di gestire un figlio piccolo e disabile. Si chiude con un lavoro in italiano, e per il 70% in versi, a mia firma, liberamente tratto da un’altra vicenda eclatante all’epoca poi completamente dimenticata, il caso-Lavorini, ovvero il primo bambino rapito ed ucciso in Italia per motivi, che si scoprì poi, politici e non a sfondo sessuale.
In tutti e quattro i casi i drammaturghi sono anche registi e, inoltre, a salire sulla zattera saranno attori di grande potenza espressiva, tutti molto carnali e attenti a non cadere nel tratto retorico di tanto teatro urlato di oggi. Se devo confessare una linea editoriale, questa riguarda in primis le qualità degli attori scelti.
Come tutte gli anniversari che si rispettano, però, oltre al cartellone teatrale in sé, quest’anno le Stufe di Nerone hanno predisposto un regalo al pubblico che avrà voglia di esserci: la presenza ‘fuori zattera’ dei NeaCò, progetto musicale originale (arricchito da una narrazione teatrale parallela) che coniuga melodie tradizionali partenopee con ritmi e stili musicali provenienti dai quattro angoli del mondo. Una Neapolitan Contamination, appunto.
Per festeggiare l’inizio, o meglio il ritorno, di un teatro comunitario che da quasi due anni ci è negato e che manca, credo, davvero a tanti”.

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