Roma. Si è chiusa da una settimana “Più Libri Più Liberi”, la ormai tradizionale Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria che si è tenuta dal 7 all’11 dicembre a Roma presso La Nuvola registrando, anche quest’anno, un grande entusiasmo da parte del pubblico.
La fiera, dedicata esclusivamente all’editoria indipendente, ospita ogni anno circa 500 editori provenienti da tutta Italia i quali presentano al pubblico le novità e il proprio catalogo. I cinque giorni che la riguardano, però, offrono anche centinaia di eventi in cui incontrare gli autori, assistere a reading e performance musicali, ascoltare dibattiti sulle tematiche di settore. Un programma ricco di ospiti nazionali e internazionali, con personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e dell’informazione dove si intrecciano storie, racconti, stili e contenuti in cui “perdersi e ritrovarsi”, tema di questa edizione 2023.
Tra le presenze più attese di quest’anno c’era sicuramente Pilar del Río Saramago, protagonista di diversi interventi nella giornata di chiusura. Curatrice dell’opera di suo marito José Saramago, traduttrice, presidente della fondazione intitolata allo scrittore premio Nobel 1998, Pilar del Río ha incontrato il pubblico per la presentazione del libro “Lezioni italiane”, uscito in occasione del centenario della nascita dello scrittore portoghese. Pubblicato dalla casa editrice La Nuova frontiera, curato da Giorgio De Marchis, intervenuto durante la presentazione insieme allo scrittore Paolo Di Paolo, si tratta di una raccolta di lezioni e conferenze che José Saramago ha tenuto in Italia in varie occasioni, prevalentemente presso nostre Università, tra il 1989 e i primi anni del Duemila.
Lo scrittore ha avuto un rapporto intenso con l’Italia, che considerava la sua “prima delle altre patrie”, e ne ha omaggiato più volte la bellezza: egli riteneva che il nostro paese avrebbe dovuto essere il premio per essere venuti al mondo, come ricorda Pilar del Río raccontando aneddoti legati alla nostra penisola, ad amici italiani, al nostro cinema, alla biblioteca dello scrittore con la Divina Commedia in prima fila ma, soprattutto, approfondendo alcuni punti di vista di uno dei massimi autori del Novecento. L’ammirazione, in ogni caso, era reciproca poiché l’Italia ha sempre riconosciuto la sua straordinaria attività letteraria invitandolo spesso a partecipare a convegni, seminari e festival e conferendogli altresì tre lauree honoris causa (dall’università di Torino nel 1990, di Roma Tre nel 2001 e di Siena nel 2002).
Il libro si compone della breve biografia dell’autore, da lui redatta e periodicamente aggiornata, seguita appunto da dieci lezioni italiane, alcune delle quali inedite, dal tono saggistico. L’autobiografia, che ripercorre con passione gli eventi più rappresentativi della sua vita, consente sì di inquadrare cronologicamente vicende personali ed opere ma permette soprattutto di trovare la radice di temi cruciali che ricorrono poi in tutta la sua produzione letteraria. A seguire, le dieci lezioni offrono uno sguardo di interpretazione e approfondimento su questioni che permeano in maniera trasversale le opere dell’autore: il suo modo di vedere la Storia, il rapporto con altri scrittori, la sua concezione del romanzo, il forte impegno etico e civile, l’arte e il suo desiderio di esplorare la condizione umana.
“Lezioni italiane” non è solo un omaggio al grande autore ma, probabilmente con lo stesso intento delle “Lezioni americane” di Calvino, rappresenta uno strumento fondamentale per accedere all’universo di Saramago, per conoscere, attraverso la letteratura, la sua visione sfaccettata del mondo e la lucidità del suo pensiero che, a 12 anni dalla morte, risulta ancora attuale.