“Narrare a Scuola”, al Teatro Bellini il seminario curato da Marco Baliani

Napoli. Martedì 3 marzo a partire dalle ore 15:30, al Sottopalco del Teatro Bellini di Napoli, si terrà “Ogni volta che si racconta una storia. Narrare a Scuola”, un seminario a cura di Marco Baliani, attore, drammaturgo, regista e scrittore italiano. L’iniziativa è organizzata da Trerrote, Maestri di Strada e Teatro Bellini.
Ogni narrazione nasce dalla relazione tra chi racconta e chi ascolta e, se c’è un ascolto reale e se gli occhi di chi parla si incrociano con quelli di chi ascolta, se la narrazione si evolve in simbiosi con le reazioni di chi ci sta di fronte, allora accade che le parole affluiscono copiose alla lingua del narratore che i ricordi si confondano con l’immaginazione che le avventure narrate rivivano nella mente e nel corpo di chi ascolta. La narrazione è quindi relazione, tra adulto e bambino e tra bambino e adulto, tra pari, tra avversari e tra innamorati, tra abitanti di uno stesso quartiere, tra esseri umani.
Ognuno di noi diventa narratore nel momento in cui ha l’urgenza o il desiderio di condividere qualcosa di necessario, inaspettato o meraviglioso, allora gli strumenti antichi della narrazione affiorano naturalmente dal nostro corredo ereditario, genetico. Ognuno di noi è narratore attraverso il proprio corpo e la propria voce, voce che è strumento fondamentale per veicolare ciò che riteniamo prezioso, ciò di cui possiamo essere testimoni, da persona a persona. La voce è ancora la grande protagonista della scuola, della relazione tra insegnante e bambino. I bambini in particolare si rivolgono alle storie e al racconto dei “grandi” per viaggiare attraverso le loro parole in luoghi remoti e incontrare persone sconosciute, immaginarsi adulti loro stessi insomma per imparare la vita, non a caso Calvino diceva che le fiabe sono il catalogo dei destini possibili. Si parlerà dell’importanza della narrazione orale a scuola e delle storie e se ne parlerà consci che le narrazioni possono e devono nascere anche dai bambini e dai ragazzi, che l’insegnante deve imparare a raccontare e ascoltare le loro esperienze, sensazioni ed emozioni quotidiane, incoraggiando e suscitando il racconto delle loro storie di vita, a metà tra la realtà e l’immaginazione. La narrazione del sé è, infatti, l’unico espediente per comprendere come la scuola possa divenire per ognuno un’esperienza significativa, soprattutto per le giovani generazioni nate nell’epoca della comunicazione digitale.

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