“Multiart”, nasce l’app capace di trasformare le opere d’arte in musica

Brescia. Una delle caratteristiche principali dell’arte è l’universalità del suo linguaggio, la sua capacità di comunicare emozioni che possiamo percepire attraverso ciascuno dei nostri sensi. Ed è proprio attraverso l’associazione dei sensi che da oggi le opere d’arte si potranno “ascoltare” grazie ad una nuova app in grado convertire un dipinto in suoni.
L’idea di “Multiart” nasce dalla volontà di alcuni giovani artisti bresciani (musicisti, dj e producer, disegnatori e poeti) di rendere fruibili le opere d’arte anche da persone con disabilità legate al campo della vista, in particolare bambini e ragazzi non vedenti o ipovedenti; l’applicazione, sviluppata grazie al lavoro di un gruppo di programmatori lombardi, si pone dunque come obbiettivo principale quello di riuscire a “rendere l’arte accessibile a tutti con un approccio moderno e intuitivo, democratizzare l’arte multimediale, rendendola interattiva per un pubblico globale”.
I creatori hanno così deciso di “addestrare” un algoritmo a tradurre qualsiasi tipo di opera, più o meno nota, in melodia, grazie al rilevamento dei colori utilizzati per la realizzazione. Non solo: a ciascun utente è data la possibilità di comporre una propria opera multimediale, attraverso la combinazione di immagini e suoni.
Tra le principali funzioni dell’applicazione quella di poter scattare con la fotocamera dello smartphone qualsiasi tipo di soggetto, per poi convertirlo in suono sfruttando la capacità associativa dell’algoritmo tra colori e melodia; se dunque, da un lato, ciascuna opera verrà associata ad un suono specifico attraverso l’attivazione dell’algoritmo, dall’altro si sta implementando una modalità (“shuffle”) che consente di riarrangiare la melodia creata ad hoc in versione rock, piuttosto che jazz o soul.
La versione gratuita dell’app è rivolta in particolare alla stimolazione della creatività e dell’apprendimento attraverso l’arte, così da poter “prendere per mano un bambino non vedente e portarlo agli Uffizi, o in qualsiasi museo, e far sì che possa ascoltare l’arte per la prima volta”; tuttavia l’app è dedicata anche a tutti gli appassionati di arte e di musica che vogliono sperimentare nuove forme di espressione, in maniera più o meno professionale, i quali potranno creare opere da esibire in stanze virtuali e condividerle online con altri utenti.
L’applicazione è già disponibile (sia in una prima versione “beta” gratuita” che in versione premium a 4,99 euro al mese) sugli store Apple e Android in ben 170 Paesi e in 5 lingue.
Tra coloro che hanno partecipato alla sua realizzazione anche alcuni noti nomi, come quello del direttore d’orchestra Edmondo Mosé Savio e del project manager Paolo Baldassarre (già sviluppatore di altre app di successo); a Massimo Mitola, dj e producer milanese, è stato invece assegnato l’importante ruolo di coordinare la sezione musicale e i rapporti con la SIAE per la gestione dei diritti sui brani riprodotti.
Il valore di “Multiart” consiste nel tentativo di realizzare, attraverso la tecnologia, una parità nella fruizione dell’arte, concependo approcci diversi da quello tradizionale associato al senso della vista. Non precludere la fruizione di un’opera a chi non ha i mezzi per poterla osservare significa infatti realizzare nuove forme di espressione e di accessibilità, ripensando – oltre che la fruizione come essenzialmente legata ad una percezione diretta – anche la concezione stessa di opera d’arte, tradizionalmente intesa come mero oggetto di contemplazione.
In questo modo, dunque, anche chi non può vedere può “sentire” un’opera d’arte, riuscendo ad immaginarne forme e colori attraverso il potere dei suoni e la loro capacità evocativa.

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