“L’uomo senza epilogo”, l’ultimo libro di Gabriele Dolzadelli

Valchiavenna. Lo scrittore Gabriele Dolzadelli, classe 1988, vive in provincia di Sondrio a Valchiavenna. Nel 2014 ha esordito con il primo volume della saga “Jolly Roger, La terra di nessuno”. Seguiranno altri quattro romanzi: “Le chiavi dello scrigno”, “I fratelli della costa”, “La torre del ribelle” e “Il piano di Archer”.
Nel 2019 ha pubblicato “Backup”, romanzo di fantascienza ed ha fondato il festival valtellinese “Libri in Valle”. Con “L’uomo senza epilogo” edito da Augh Edizioni è stato finalista al Premio Internazionale “Città di Como” nella sezione dedicata alla narrativa inedita.
La sinossi del libro si apre così: “Una panchina del viale degli Ippocastani costituisce la dimora dello Scribacchino, un senzatetto che trascorre gran parte del proprio tempo a scrivere su un block notes. Nessuno sa quale sia il risultato dei suoi sforzi, tranne un misterioso uomo che viene a riscuotere quelle pagine come fossero una merce di scambio. Il risultato, però, non lo soddisfa: le storie dello Scribacchino, per quanto ben scritte, sono prive di epilogo, poiché un vero e proprio blocco gli impedisce di concepire un finale. Il micro-mondo del senzatetto, fatto di privazioni e anonimato, viene scosso da una ragazzina di nome Rachele, che frequenta da poco il liceo non distante dal viale. Rachele è una “primina”, vive sulla propria pelle le piccole e grandi angherie degli altri studenti, e per scampare a un fastidioso “rito di iniziazione” le viene chiesto di prendere proprio il block notes dello Scribacchino. La bravata si rivela il primo passo verso la scoperta di alcuni particolari sulla vita dell’uomo, dettagli che le permetteranno di fare luce su ulteriori misteri che la riguardano da vicino”.
Un libro denso di mistero, fitto da tante idee libere nell’aria. Queste sono le sensazioni che generano le prime pagine del libro, con un susseguirsi di stati d’animo in ordine crescente, un climax di emozioni.
Incontriamo i vari personaggi nel loro contesto, nel loro habitat e con le loro profondità psicologiche, personaggi che ci attraggono e ci immergono nel loro mondo. Incontriamo il personaggio di Rachele, quattordicenne, che cerca in tutti i modi di evitare un gruppo che vuole maltrattare coloro che hanno effettuato la primina, vedendoli indifesi e più fragili. L’adolescente, per schivare coloro che la perseguitano, un giorno sequestrerà il block notes di un senzatetto, noto come “Lo scribacchino”. Costui è una figura “mitica” tra i ragazzi, rappresenta il terreno di prova di tutti coloro che devono affrontare la prova iniziale dei primini, da parte di quelli più grandi, per essere lasciati in pace.
Ci imbattiamo nel personaggio di Stefano, figura meno rilevante, scrittore di successo che ha la particolarità di avere un’identità frammentata, perché non riesce ad accettare la questione che il padre non lo rispetti per il suo lavoro. Stefano ha molti stati d’animo che vanno dalla positività per il suo lavoro che lo gratifica alla negatività per il rapporto contrastato col genitore. Scorrendo le pagine del libro ci imbattiamo in una figura che ha molte debolezze, come il senso di inferiorità e l’insicurezza, molte scissioni caratteriali che rendono il personaggio molto verosimile.
Il personaggio più importante è lo Scribacchino, colui che non ha un’identità ben definita. Ha il ruolo di scrivere storie, racconti, romanzi, ma ha un segreto: non riesce mai a concluderli e a donare loro un epilogo. Rachele, rubando il suo quaderno, scopre questo segreto e ciò permette ai due personaggi di avvicinarsi. Attraverso le parole della ragazza, si viene catapultati in molteplici storie da infiniti stili e dai mille intrecci su tanti temi ma allo stesso tempo si viene catapultati nella vita dei personaggi del libro stesso. Lo Scribacchino però vive il disagio dell’alcolismo e la scelta di fare la vita del clochard. Da ciò percepiamo la gracilità del suo vissuto e della sua interiorità.
L’autore, scrivendo questo libro, ha voluto raccontarci i tanti vissuti, i tanti pensieri dietro ai punti di vista dei personaggi, intrisi di tanti stati d’animo e di numerose emozioni per i tantissimi eventi che accadono. Ha utilizzato moltissimi stili, andando da quello descrittivo a quello più intimo e introspettivo. Sono stati delineati momenti salienti con la scelta di vocaboli adatti in base allo stile utilizzato, una forma versatile ed espressiva.

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