La città di Padula si candida come Capitale della Cultura 2022

Padula. È la Certosa del terzo millennio il faro di terra, il motore di aggregazione territoriale, che insieme a Padula sceglie di misurarsi con un’idea di sviluppo a traino culturale dell’area vasta del Vallo di Diano, a partire da un simbolo che rinnova la visione che la famiglia Sanseverino impresse nei secoli su quel luogo accogliente e celebrato. Una metafora e una promessa che oggi intercetta e rigenera, nella candidatura a Capitale della Cultura 2022, i caratteri propri di una leadership culturale che hanno fatto della Certosa di San Lorenzo un monumento simbolo della storia italiana, europea e dei luoghi legati all’Ordine Certosino. Una preveggenza che connette la dimensione sapienziale con quella spirituale, la verticalità delle memorie di luogo con l’universalità della rete di appartenenze e vocazioni. Nel divenire della storia, e ancora oggi, l’identità di nodo e hub si rinnova con la cultura contemporanea e i suoi linguaggi, e nei dialoghi con le comunità locali nazionali e internazionali che si espandono verso la frontiera digitale. Il Comune di Padula ha scelto di candidare la città a Capitale della cultura italiana 2022 sulla base di alcune considerazioni legate allo sviluppo territoriale, alla valorizzazione del patrimonio tangibile e intangibile, alla prospettiva sistemica che influenza uno dei paesaggi più celebrati del mondo per gli immaginari legati alla natura, all’archeologia, alla qualità delle produzioni tipiche, alla capacità di elaborazione simbolica e alla cultura dell’accoglienza nella terra del Mito. Intorno alle linee di indirizzo che hanno ispirato la redazione del dossier di candidatura, e con spirito di condivisione del processo e del programma, il Comune di Padula in collaborazione con il Consorzio arte’m net organizza un incontro pubblico giovedì 6 agosto alle ore 18,30 nei locali dei Fienili all’interno della Certosa di San Lorenzo. All’incontro – introdotto dai saluti istituzionali del Sindaco Paolo Imparato, di Marta Ragozzino, Direttore Regionale Musei Campania e di Filomena Chiappardo, Assessore alla Cultura – partecipano Tommasina Budetta, Direttore della Certosa, Cristiana Colli, giornalista e ricercatore sociale che ha curato la redazione del dossier di candidatura, e Francesco Cardiello, segretario generale del Comune di Padula. Condotto dal giornalista Eduardo Scotti, il dialogo tra i partecipanti accoglie le considerazioni finali dell’onorevole Piero De Luca.
Nel segno della vocazione molteplice e delle ispirazioni della Certosa, la serata si conclude con il concerto per flauto e chitarra di Ylenia Cimino e Pasquale Vitale, con il sostegno della BCC di Buonabitacolo.
“La correlazione tra la cultura della legalità e la presenza millenaria di una delle Certose più importanti d’Europa è il segno di una legacy che si fa prospettiva, responsabilità, progetto – hanno dichiarato il Sindaco Paolo Imparato e l’Assessore alla Cultura Filomena Chiappardo. – I grandi ordinamenti monastici, ben al di là dell’ambito confessionale stretto, per innovazione, anticipazione e preveggenza, sono tornati a ispirare modelli organizzativi di costruzione del valore e della conoscenza, sistemi di coabitazione e produzione simbolica per un avvenire che non può più attendere. L’attualità della civiltà monastica, la funzione di aggregazione di questi organismi peculiari invita a riconsiderare le coordinate della memoria, e traccia il solco per nuove convivenze, riaggregazioni di senso e di comunità. È il filo, la rifondazione valoriale e materiale dei confini e delle dinamiche ‘produttive’ dei beni comuni, all’origine del progetto di candidatura, in termini di filosofia politica, dialoghi multiculturali, nuove forme di coabitazione solidale e partecipativa nella società multiconfessionale. Gli intrecci e le traiettorie tra legalità, paesaggio e spiritualità sono la sfida aperta che attende le comunità italiane insieme e l’Occidente intero. Padula ha in questo sistema valoriale le matrici, e la promessa del proprio patrimonio più pregiato, le radici antropologiche, la struttura del civismo, l’etica pubblica che anima la sua identità di welfare community”.

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