La 22esima edizione del “Mitreo Fim Festival” si conclude nel segno dell’Amore

Santa Maria Capua Vetere. Si è conclusa lo scorso sabato la più importante kermesse d’arte cinematografica della città di Santa Maria Capua Vetere, giunta quest’anno alla sua XXII edizione. Il “Mitreo Film Festival” nasce, infatti, nel lontano 2000 sulla intuizione della sua Presidente, Paola Mattucci, che quest’anno ha previsto il tema “Amore”, inteso quest’ultimo nelle più svariate accezioni. L’obiettivo è quello di diffondere l’audiovisivo ed aiutare i giovani talenti che anno dopo anno vi hanno preso parte, bandendo Concorsi, dando sostegno e supporto alla loro capacità creativa, contribuendo alla loro formazione artistica al fine di dotarli degli strumenti idonei, dal punto di vista cinematografico, atti ad esprimersi.

Il “Mitreo Film Festival” è dunque sinonimo di crescita, di ricerca, di sperimentazione e confronto, di partecipazione allargata mediante masterclass, incontri e seminari. I coach di quest’anno sono stati: Annalisa Elba, Lucilla Mininno, Roberto Moliterni e Alfonso Tramontano Guerritore. Il cuore del Concorso, dalla scorsa edizione, si concentra nello “Spazio Film”, strettamente correlato al Concorso Nazionale di Sceneggiatura, un vero e proprio hub creativo in cui giovani autori provenienti da ogni regione d’Italia si mettono in gioco scrivendo storie da realizzare sul territorio del Festival creando, quindi, una troupe di operatori, capace di trasformare il format della scrittura in azione in movimento, proprio come la settima arte ci insegna.

La scrittura diventa visione, sulla spinta di un personalissimo processo creativo che dà vita al risultato finale: il cortometraggio. Sul tema prescelto quest’anno sette sono stati i giovani concorrenti che hanno realizzato soggetti e sceneggiature a riguardo.

Flavia Taglioni con “Amor Mortis” ha presentato un’opera destrutturata dal punto di vista temporale, costellata da flashback, che dà vita al racconto di un amore malato, quello tra Federico e Adriana. Sospeso in bilico tra la vita e la morte, si svela sinuoso come le note di pianoforte che immaginiamo sullo sfondo. Un racconto che nulla ha – purtroppo – di fantasioso se scorriamo le pagine della cronaca nazionale.

A seguire, “Giocoforza” di Francesco Scalcione indaga delicatamente il binomio vuoto/pieno dell’esistenza dei protagonisti. Aldo è un uomo ricco materialmente, ma povero di emozioni e perciò solo. Zoe è una donna presumibilmente innamorata di Aldo e in cerca delle sue attenzioni. La Donna, infine, è il terzo e ultimo personaggio del racconto, un personaggio chiave che racchiude il senso di tutto. Il suo vivere essenziale, la sua povertà che è la sua ricchezza, finirà per dare ad Aldo una prospettiva inconsueta, nuova, per ricominciare a vivere dando un senso umano alle cose.

Con “L’ultimo colpo” Lorenzo Trane si aggiudica il Premio Miglior Soggetto 2022, conferito dalla Giuria Tecnica. I giurati, infatti, hanno conferito il riconoscimento al suo autore per aver realizzato un’opera quanto mai esilarante, che affronta con ironia e sagacia il tema tabù del fine-vita di una suora al cospetto col suo ultimo desiderio…

In “La bomba” di Fabio Rossi siamo catapultati dentro l’alcova di due amanti e sospesi nella fluidità scottante delle scene che si susseguono, approdiamo alla fine del racconto mantenendo intatta la suspence, costruita a pennello dall’autore, per consegnarla al pubblico nella infinità delle sue letture.

È Costanza Fusco con “Sangue blu” che si aggiudica il Premio Miglior Sceneggiatura 2022. La giovane autrice, classe 2001, catapulta il lettore nei meandri di un racconto fiabesco che ben presto si scontra con la realtà, interrogata dalla sua piccola protagonista, Giulia. L’opera è scritta oniricamente e fa leva sul mito del sangue blu dei nobili, quello che Giulia, incalzata dalla nonna Delfina, verificherà sulla propria pelle di non possedere e che alla fine si rivelerà come la più bella delle liberazioni.

È la volta di “La principessa e le pagine” di Mirko G. Rauso, un’opera che attinge alla tradizione fantasy. La narrazione si presenta articolata e il registro muta fino a divenire distopico. Ambra è la protagonista, un’adolescente sordomuta che lavora nella pizzeria di famiglia e che ama leggere i romanzi alla nonna, l’unica capace di non farla sentire sola in un mondo distante. Ambra, come per magia, lungo i sentieri della più celebre favola di Lewis Carroll farà approdo in un altro mondo, “l’Altra Napoli”, una sorta di Kirghisia per citare Silvano Agosti, dove scopre che i bambini come lei possono dedicarsi senza fine ai loro hobby, ad una condizione: non interagire tra loro.

La selezione si chiude con “Vietato sognare a settembre” di Gian Marco Russo, classe 1998, che per la seconda volta consecutiva si aggiudica il Premio della Critica del Mitreo nella sezione “Spazio Film” con un’opera che ha molto a che fare con i sogni. Il protagonista è un giovane, Gabriele, che ama il cinema ma, deluso, si scontra con la mancanza di interessi dei suoi coetanei. Gabriele, sconfitto, sulla scena maestosa dell’anfiteatro della sua città sarà premiato, incontrando inaspettatamente il suo divo: il regista italo-americano John Turturro che, in un breve ma intenso dialogo, gli dirà che dietro ogni vittoria si celano anni e anni di grandi sacrifici.

Alla serata conclusiva di premiazione, svoltasi presso la sede della “Mondadori Bookstore”, grazie alla calorosa accoglienza di Giuseppe Munno, sono intervenuti: il giornalista Francesco Della Calce; Giuseppe Bellone, Presidente di “Capua il Luogo della lingua Festival”; lo scrittore Sandro Bonvissuto; il compositore e musicista Vincenzo Adelini; Giuseppe Del Prete, Angela Saulino; l’Assessore alla Cultura del Comune di Santa Maria Capua Vetere, Anna Maria Ferriero; Paolo Miggiano e Alessia Guerriero (Terra Somnia Editore); Vincenzo Oliviero, Responsabile della Biblioteca Comunale della città.

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