Venezia. Presso il Palazzo Loredan-Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, dal 29 settembre al 22 dicembre, si terrà la prima grande mostra veneziana dedicata a Italico Brass e alla sua visione della città: l’artista che tra Otto e Novecento apre alla modernità e alle suggestioni della pittura impressionista, per raccontare una Venezia inedita, viva, pulsante, popolare. La riscoperta di un affascinante pittore acclamato in vita e nel dopoguerra e quasi dimenticato per oltre sessant’anni. L’eccezionale riscoperta, dopo quasi sessant’anni d’inesplicabile silenzio, di un acclamato protagonista del panorama artistico internazionale nei primi decenni del Novecento e nella fascinosa Venezia del tempo; soprattutto la rivelazione di una pittura in piena sintonia con una società in profondo e talvolta tumultuoso rinnovamento. Italico Brass (Gorizia 1870–Venezia 1943) chiude un’epoca e ne apre un’altra, assolutamente inedita, condividendo gli stimoli e la poetica degli impressionisti e facendo della città lagunare la sua città d’elezione e il soggetto prediletto. Proprio al grande “poema pittorico” che Brass, nel corso degli anni, realizza intorno a Venezia è dedicata la mostra curata da Giandomenico Romanelli e Pascaline Vatin. Promossa dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia e dall’editore linea d’acqua, straordinariamente esporrà – dal 29 settembre al 12 dicembre a Palazzo Loredan in Campo Santo Stefano – un centinaio di opere, di cui molte inedite e finalmente visibili, parte del lascito dell’artista alla famiglia. Un percorso tra brani di una Venezia quasi “minore”, certamente non monumentale, ma mai banale e stereotipata. Una Venezia che Brass coglie tra feste, riti ed eventi; città di popolo, senza distinzioni di classi, fatta di apparizioni della folla e situazioni còlte nell’attimo in cui si formano, sempre en plein air, con l’energia e la vitalità di mille variazioni atmosferiche. Un’emozionante Venezia ancora dei veneziani, tratteggiata con gioia e partecipazione, in un dialogo fatto di luci e colori vibranti che appare unico. Certamente nella maturazione della personalità artistica di Brass – che Elio Zorzi, in occasione della retrospettiva dedicatagli nella Biennale del ’48 (la stessa che vide esposti anche gli Impressionisti e la collezione Guggenheim) definì “un fenomeno particolare, un caso isolato” per il suo tempo – appaiono fondamentali gli anni della formazione: prima all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera e poi a Parigi, dove il giovane Italico risiedette per circa sette anni frequentando accademie e integrandosi nei circoli variegati del mondo impressionista. È dunque nelle differenti anime dell’Impressionismo – ma anche nelle derivazioni del secondo Impressionismo e dell’immediato Post-impressionismo – che vanno ricercati influssi e riflessioni che matureranno variamente nella sensibilità di Italico il quale, pur non abbandonando completamente certe durezze della pittura austro-tedesca e nordica, “manifesta una sua personalissima adesione allo spirito, all’atmosfera e ai principi pittorici condivisi dai grandi protagonisti di quel movimento”. Brass è cronista accurato, divertito e partecipe di ogni aspetto della vita quotidiana […] è sempre là con i suoi fogli le sue tavolette per appuntare un volto, un gesto una smorfia; oppure confuso tra la folla che assiste alle regate, rileva lo sforzo dei campioni e la dinamicità di uno sport che è solo ed esclusivamente veneziano. Il ‘pittore di Venezia’ è sempre in servizio”. È questo il motivo per cui la mostra è organizzata su una serie di visioni veneziane che Italico propone, quasi a suggerire, nel percorso espositivo, una sorta di inedito itinerario in città. Tra regate, campielli animati di gente, ponti di barche montati di anno in anno, “campassi erbosi” e calli, con i suoi dipinti Brass ci accompagna – nelle sale dell’esposizione e in catalogo – in una passeggiata sorprendente nella sua Venezia “con l’occhio e il gusto di un uomo d’arte capace di innumerevoli ‘variazioni sul tema’, per una lettura sempre mutevole e inedita grazie al suo magico utilizzo dei colori, della luce, dell’acqua e dei cieli, di cui è scrutatore inesausto e geniale”. L’esperienza di visita sarà resa unica anche dal profumo, creato appositamente da The Merchant of Venice, marchio di profumeria artistica di lusso ispirato all’antica arte profumiera di Venezia e partner dell’evento, che per l’occasione ricreerà le atmosfere della città lagunare dei primi decenni del Novecento, tra suggestioni dannunziane e orientaliste.