“Il Maestro di cappella” e “Gianni Schicchi” al Teatro Filarmonico di Verona

Verona. Domenica 19 maggio alle 15.30 va in scena al Teatro Filarmonico di Verona un inedito dittico comico per il quinto appuntamento operistico della Stagione Lirica 2018-2019: “Il Maestro di cappella” di Domenico Cimarosa, in prima esecuzione a Verona nella nuova produzione della Fondazione Arena firmata da Marina Bianchi, insieme a “Gianni Schicchi” di Giacomo Puccini nell’allestimento pensato da Vittorio Borrelli per il Teatro Regio di Torino. Sul podio debutta Alessandro Bonato, giovanissimo astro della direzione d’orchestra.
Repliche: martedì 21 maggio ore 19.00; giovedì 23 maggio ore 20.00; domenica 26 maggio ore 15.30.

Per la conclusione della prima parte della stagione lirica al Teatro Filarmonico, la Fondazione Arena di Verona propone nella stessa serata due capolavori comici di epoche diverse ma di uguale efficacia teatrale: l’intermezzo “Il Maestro di cappella” di Domenico Cimarosa (1749-1801) e “Gianni Schicchi”, il più celebre dei tre atti unici che compongono “Il Trittico” di Giacomo Puccini (1858-1924).
La breve opera di Cimarosa è un unicum di datazione e destinazione incerte: costruita intorno ad un’aria “in stil sublime” vede il titolare alle prese con un’indisciplinata orchestra che deve gestire e conquistare durante le prove. Il Maestro di cappella è comunque un gioiello di meta-teatro che vuole parodiare stili e vezzi del malcostume musicale del Settecento: la regista Marina Bianchi lo porta per la prima volta in assoluto sul palcoscenico veronese in una visione fedele all’originale età dei lumi, che esalta la complicità col reale direttore e rende protagonista l’orchestra stessa. Le scene, i costumi, i movimenti e le luci del nuovo allestimento sono realizzati con le forze areniane di Michele Olcese (Direttore Allestimenti scenici), Silvia Bonetti (Coordinatrice ai Costumi), Luca Condello (Responsabile movimenti mimici), Paolo Mazzon (Lighting Designer). Protagonista per tre recite è Alessandro Luongo, giovane baritono già apprezzato all’Arena di Verona come Marcello nell’ultima edizione de La Bohème, che il 21 maggio cede il ruolo a Federico Longhi, spassoso Malatesta e ponderato Michonnet nelle recentissime produzioni di Don Pasquale e Adriana Lecouvreur al Teatro Filarmonico.
Lo stesso protagonista dell’intermezzo di Cimarosa diventa deus ex machina di Gianni Schicchi (1918), pannello conclusivo del Trittico pucciniano ma talmente fortunato da conquistare nel mondo molte più rappresentazioni delle coeve “Suor Angelica e Il Tabarro”, con cui è stato rappresentato l’ultima volta al Teatro Filarmonico vent’anni fa. La “beffa diabolica” di Schicchi, che prende il posto del defunto Buoso Donati per stravolgerne il testamento, è citata da Dante nel Canto XXX dell’Inferno e viene qui trasportata dall’originario medioevo al Novecento della grande commedia all’italiana con un tocco di gustoso black humour nell’allestimento del Teatro Regio di Torino con la regia di Vittorio Borrelli, per l’occasione ripresa da Matteo Anselmi, anch’egli al debutto veronese. Le scene sono curate da Saverio Santoliquido e Claudia Boasso, i costumi da Laura Viglione e le luci dall’areniano Paolo Mazzon.
Sul podio dell’Orchestra dell’Arena di Verona, per la prima volta, c’è il 24enne Alessandro Bonato, veronese di nascita e formazione, che nonostante la giovanissima età vanta collaborazioni con prestigiose orchestre e un terzo posto assoluto tra gli oltre 500 concorrenti da tutto il mondo all’ambitissima Malko Competition di Copenaghen per giovani direttori. Protagonisti sono Alessandro Luongo (19, 23 e 26/05) e Federico Longhi (21/05) attorniati da un lussureggiante cast di comprimari, molti dei quali al debutto nella stagione lirica del Teatro Filarmonico: Barbara Massaro interpreta Lauretta, figlia di Schicchi che intona l’immortale “Oh mio babbino caro” per poter sposare l’amato Rinuccio, ruolo in cui si alternano i tenori Giovanni Sala (19 e 21/05) e Matteo Mezzaro (23 e 26/05), entrambi all’esordio veronese; Zita, severa madre di Rinuccio è Rossana Rinaldi, il vecchio Simone è Mario Luperi, Elisabetta Zizzo è Nella e Ugo Tarquini Gherardo, mentre nei panni del piccolo Gherardino si alternano le voci bianche di Leonardo Vargas Aguilar (19, 23, 26/05) e Marco Bianchi (21/05); Roberto Accurso come Marco e Alice Marini come Ciesca completano lo stuolo degli avidi familiari che si contendono l’eredità del defunto Buoso Donati. Arricchiscono il cast Alessandro Busi (Spinelloccio/Ser Amantio) e tre solisti provenienti dal Coro dell’Arena di Verona Maurizio Pantò (19, 21, 26/05), Nicolò Rigano (19, 21, 23/05) e Alessandro Reischitz (23, 26/05) che si alternano come Pinellino calzolaio e Guccio tintore.

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