Il giovane regista Pisano debutta con “Per il tuo bene”, vincitore del 12° Premio “Pier Vittorio Tondelli”

Riccione. “Per il tuo bene” è il testo scritto dal regista e autore Pier Lorenzo Pisano, classe ’91, che ha già ricevuto importanti premi per la drammaturgia e proprio con “Per il tuo bene” il 12° Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli”.
“Poteva essere l’ennesima banale pièce sulla famiglia – si legge nella motivazione della giuria – che il teatro contemporaneo sa ormai sfornare in centinaia di esemplari ogni anno. È, invece, un testo maturo con un progetto e una forma ben definiti. L’autore mostra attenzione per le psicologie e per il confronto-scontro tra le generazioni e, soprattutto, rivela un’ottima capacità di toccare temi e interrogativi stringenti attraverso una scrittura semplice e diretta, a tratti quasi spersonalizzata. Pier Lorenzo Pisano è riuscito così a individuare una particolare angolazione da cui parlare con sorprendente vitalità di ciò che ormai è divenuto quasi irrappresentabile, il mistero del legame che unisce una madre a un figlio”.

Lo spettacolo, di cui Pisano cura anche la regia, è prodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione, Arca Azzurra Produzioni e Riccione Teatro.

Il testo affronta una delle tematiche care a Pisano, quello delle dinamiche famigliari: a causa di una situazione difficile e delicata, un figlio torna a casa, ma il suo arrivo mette in moto meccanismi tragicomici.
“Ritornare dove si è cresciuti – afferma Pier Lorenzo Pisano – è un’immersione nella nostra prima identità: un vecchio paio di scarpe a cui siamo affezionati, che vorremmo continuare ad indossare, davvero, ma non ci vanno più, l’alluce spunta fuori e i talloni fanno male.
Le figure che ci accolgono sono sempre le stesse, forse un po’ invecchiate, madri, padri, fratelli, zii, nonni, tutti avvolti nel cellophane, come se il tempo non fosse passato, e tocca a noi srotolarli fuori e scoppiare le bollicine. Ma a volte, sotto il velo, si può scoprire che le cose stanno cambiando, anche lì, in quel piccolo universo di coccole e sensi di colpa, così stretto e inaccessibile al mondo, che è la famiglia.
E allora, per provare a capire, bisogna indossare quel vecchio paio di scarpe e sopportare, doloranti, per il tempo che ci vuole. Tra le recriminazioni delle madri, le colpe dei fratelli, le battute degli zii, bisogna andare avanti con gli alluci scoperti, attraverso situazioni intrise di quel misto di humor e cattiveria che è il vero sapore della famiglia, un’associazione a delinquere basata sul ricatto d’amore.
E ancora, continuare a camminare, un passo dopo l’altro, senza sapere la direzione, senza sapere se è possibile andare avanti, o tornare indietro, o se le cose, quando si spezzano, restano così”.

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