“Il Decameron delle donne”, una storia lunga trent’anni

Milano. Debuttava trent’anni fa “Il Decameron delle donne”, liberamente ispirato al romanzo della scrittrice russa Julia Voznesenskaja: alcune donne, rinchiuse in un reparto maternità e allontanate dai loro bambini per un’infezione della pelle, raccontano, ispirandosi a Boccaccio, storie di vita e di amore. Una metafora della dura realtà del gulag, vissuta dalla scrittrice prima dell’esilio in Germania.
Fu questo spettacolo – oggi riproposto in una nuova veste con alcune interpreti “storiche”, affiancate da giovani attrici detenute ed ex-detenute – a portare Donatella Massimilla a fare teatro con le donne recluse di San Vittore, scoprendo il significato della prigionia, dell’isolamento, dell’affettività negata, del senso di attesa e della speranza.
Da qui parte il lungo viaggio teatrale “al femminile” che ha portato alla creazione del CETEC e di una compagnia teatrale Dentro/Fuori San Vittore. Donatella Massimilla, regista e drammaturga, adatta, allora come oggi, i testi originari per la compagnia di San Vittore, includendo nuove storie delle attrici del CETEC e dando corpo così ai loro sogni, desideri, visioni.
Anche le musiche, originali ed eseguite dal vivo da Gianpietro Marazza, sono arricchite da canzoni scritte dalle stesse interpreti.

L’arte come luogo di cambiamento, il teatro come balsamo dell’anima, cuore, medicina, che cura e si prende cura di attori e spettatori. La compagnia del CETEC Dentro/Fuori San Vittore, in uno spazio neutro, intriso dell’esperienza dentro le mura, ci regala ora storie che mutano la loro forma e creano atmosfere delicate e sensibili, vicine al mondo che ogni persona-personaggio in scena dona. È dentro e fuori il carcere milanese che si svolgono da anni incontri ravvicinati con l’arte scenica, in modo continuativo, sia nella sezione maschile che in particolare nella sezione femminile, progetti artistici ospitati negli ultimi anni con grande attenzione dal Piccolo Teatro di Milano.

CETEC Dentro/Fuori San Vittore – La compagnia teatrale che integra attori ex detenuti e non, è nata nel 1999 dall’esperienza portata avanti da Donatella Massimilla con Ticvin Teatro all’interno del carcere di San Vittore, insieme ad altre compagnie europee e al coordinamento nazionale Altermusa carcere e arti sceniche. Il teatro del CETEC è da sempre caratterizzato da tematiche sociali forti e da un legame con le situazioni liminali, quali il carcere, le periferie delle città, il disagio psichiatrico, giovanile, la migrazione, l’handicap. Dal 2005 il CETEC ha portato in Italia l’Edge Festival – le Arti nel sociale, nato a Cambridge. Promuove una serie di incontri e meeting tra festival e realtà che ora aderiscono ad un vero e proprio Edge Network, dando valore e dignità artistica ad esperienze teatrali e artistiche europee di integrazione, ricerca della memoria e inclusione sociale. Nel 2018 Donatella Massimilla è insignita dell’ Attestato di Benemerenza Civica Ambrogino, per il suo lavoro artistico innovativo con il CETEC e il suo impegno civile nel sociale.

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