“Aranciomare” di Antonella Palmieri, un romanzo dall’essenza magmatica firmato Terra Somnia Editore

Tricase. “Aranciomare” è l’ultimo libro di Antonella Palmieri, architetto di professione e scrittrice per amore; “Aranciomare” è anche il primo romanzo di Terra Somnia Editore, la casa editrice del Salento che ha ramificazioni tra Lecce, Caserta e Napoli e inaugura la collana “frontiere” dedicata alla narrativa contemporanea. È “un viaggio breve tra sentimenti arditi” com’è scritto nella seconda di copertina, “un omaggio alla libertà e a Eros perché ciò su cui opera non è l’amore bensì l’anima”.

Appare giusto parlare di viaggio, poiché Antonella Palmieri, lungo queste pagine traghetta il lettore nel proprio viaggio, esteriore ed interiore, fisico ed emozionale, alla ricerca dell’io che inevitabilmente si trova nell’altro da sè, in un gioco di specchi e di rincorse. Il romanzo è ancorato ad una duplice dimensione temporale: il passato e il presente della narrazione. Dunque esso si presenta costellato da flashback, che aprono squarci di luce, volti ad illuminare la vita che fu della Signora Dubbio, “una sarta di guerra”. Anna cuce dall’età di dieci anni grazie al fatto che la madre, alle soglie della seconda guerra mondiale, la affida alla Maestra, in un viaggio della speranza che taglia in due il Paese.

“Fui un caso di deportazione preventiva: poco prima che scoppiasse mia madre mi trasferì a Udine. Non riusciva più a occuparsi di me, e i miei fratelli erano già stati mandati al reclusorio. Così una sera preparò un bagaglio e mi disse che l’indomani saremmo andate alla stazione. Lei la guerra l’aveva già persa”. La Maestra le insegnerà il segreto di quell’arte che, di fatto, le salverà la vita. Gliela salverà perché Anna, la fedelissima, si rende conto molto presto che quelle stoffe non erano meramente oggetti ma possedevano un cuore pulsante.

“Io imbastivo e cucivo una materia più delicata e magnifica. Si trattava di desideri che lei sapeva leggere e a cui sapeva dare forma. […] lei ricostruiva una materia intima, nascosta, che tra le sue mani prendeva corpo”. Un manifesto femminile fondato sulla percezione che ha da insegnarci molto in termini di educazione sentimentale, per dirla alla Flaubert. Un romanzo che indaga i meandri di un sentimento complesso, potente e inafferrabile: il desiderio.

Lo indaga dal punto di vista etimologico perché “de”, in latino, indica una particella privativa mentre “sidus” è stella, il che significa letteralmente “mancanza di stelle”. Il desiderio è dunque l’habitat naturale delle aspirazioni umane più ardite, è la componente silenziosa che permea l’esistenza di ognuno e sta a noi, a noi soltanto, decidere se dargli ascolto o no; rimandare la felicità a data da definirsi o trovare il coraggio per guardarlo negli occhi, sono domande con le quali dobbiamo fare i conti leggendo le suggestive pagine di Antonella Palmieri. Un romanzo necessario e vitale che ci fa comprendere quanto la letteratura sia capace di rompere i diktat di una società stereotipata, costruita intorno alla clausola del “socialmente accettabile”; con il personaggio di Anna invece, si fa conoscenza di un sentire altro, fatto di consapevolezza e di emancipazione dai lacci che il contesto sociale, questa volta, è solito cucire addosso a chi non si conforma. Allora, è il caso di dire che donne si diventa nell’ascolto della propria libertà di essere.

Se decidessimo, come la Signora Dubbio, di vivere con leggerezza la seconda parte della nostra vita, guardando dentro il proprio desiderio senza averne paura allora sì che la vita ci apparirà più viva. Lo stesso destino ci toccherebbe se ci immedesimassimo nel giovane amico dal teatro chiuso – che sulle scene di un piccolo luogo semivuoto e avvezzo alla sperimentazione – si abbandona al proprio desiderio. “Darti con l’anima nuda tutte le sere a gente sconosciuta. Se ci pensi è un desiderio temibile” dirà “G” ad Anna, nell’atmosfera di una sera intima trascorsa a Marechiaro. Un desiderio temibile quanto maestoso allo stesso tempo e allora, non resta che prestargli ascolto perché come dice l’autrice, “la vita è breve ma il desiderio è infinito”. Qualora poi, le cose si dovessero mettere male è il caso premunirsi di uno scialle di colore corallo. “Aranciomare”, per l’esattezza. “Più tardi seppi che il corallo protegge dai naufragi, il che torna sempre utile”, parola di Anna senz’anni.

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