Roma. Dopo essersi esibito sul palco del concertone del I Maggio di Roma, lo scorso 13 maggio è uscito l’ultimo singolo di Andrea Cerrato dal titolo “Podio”. Da giugno inizierà il suo tour intitolato “Sembra un concerto vero, Estate 2025”, che lo vedrà impegnato per tutta la stagione, che si concluderà con il live del 6 novembre a Milano ai Magazzini Generali. Andrea Cerrato oltre ad essere un brillante cantautore è una persona che nella vita si è sempre reinventata, mettendosi in gioco perché ogni sfida è un insegnamento. Potremmo dire tante di cose su di lui ma con questa chiacchierata è stato proprio lui a raccontarsi con un occhio sul passato, uno sul presente e l’altro sul futuro.
Andrea, il tuo percorso inizia con un cambiamento. Dopo aver lavorato per un’agenzia di comunicazione ti sei licenziato per dedicarti alla musica. Cosa è successo?
Per anni in realtà ho portato avanti due strade: quella della musica, iniziata da ragazzino prima con la chitarra, poi con il canto e la scrittura, e quella più “canonica” del liceo, l’università, la laurea, il master, ecc… È successo che ad un certo punto le due strade si sono unite: mi sono dedicato alla musica, è vero, ma ho anche deciso di mettere la comunicazione al servizio delle canzoni invece che di altri progetti e clienti.
Ho letto che possiedi una laurea in disegno industriale e un master in visual design. Ti sono tornati utili nel tuo nuovo percorso di cantautore?
Per collegarmi alla risposta di prima assolutamente sì, perché per anni ho lavorato completamente da indipendente e la capacità di gestire la comunicazione mi ha permesso di rendere subito il percorso musicale concreto, convertendolo in una professione.
Usi tantissimo i social e rappresentano il tuo vero motore. Secondo te perché ti seguono in tanti? Cosa vedono in te oltre il cantautore?
Questo non lo so. Io cerco sempre di essere il più onesto possibile nella comunicazione, anche se ovviamente i contenuti seguono un copione ed è giusto dirlo, ma credo che la sincerità e l’amore nelle cose che si fanno traspaia comunque.
In questo tuo percorso conosci Chiara Carrer. In cosa ti è stata davvero di grande aiuto?
Nasciamo come colleghi per poi diventare amici ed in seguito compagni. Non basterebbe un libro per raccontare in cosa mi sia d’aiuto, ma sicuramente il fatto che ho sempre percepito anche in lei onestà e trasparenza nei miei confronti (e anche del mondo), quindi sicuramente fiducia.
Cos’è per te la musica? E soprattutto come riesci a trovare l’ispirazione?
Una grande vocazione, che è diversa dal talento, perché mentre nel secondo caso è scontato che “ti venga bene”, nel primo non è detto. Per me è stato così: ho sempre dovuto lavorare tanto per far uscire questa grande passione e poterla esprimere ma alla fine è proprio questo che ti permette di fiorire. Per l’ispirazione direi la vita!
Cosa non deve mai mancare in tuo concerto e cosa vuoi trasmettere?
Acqua, perché sudo tantissimo per la troppa energia che metto sul palco, e poi “informalità”: per anni, per permettermi di vivere di musica, ho suonato tanto anche negli house concert, concerti a casa della gente, e questo mi ha portato ad amare i concerti dove non c’è barriera tra me e le persone. Io sono solo un po’ più in alto. E a volte neanche quello.
Chi sono stati e chi sono oggi i tuoi artisti preferiti?
Primi tra tutti i Backstreet Boys ma ne ho avuti tanti: ho un legame affettivo con Jamiroquai e Jeff Buckley che ascoltavo tanto da ragazzino, poi Hendrix per la chitarra, Timberlake nel periodo con Timbaland e i Munford & Sons per l’attitudine folk. Di italiani Tiziano Ferro e Lorenzo Jovanotti sono i miei preferiti ma al primo posto sul podio c’è Franco Battiato. Oggi mi piacciono tanto Ed Sheeran e i Pinguini.
Molti tuoi colleghi sposano il featuring. Con chi ti piacerebbe farlo e perché?
Uno degli ultimi due artisti che ho citato!
I progetti futuri cosa prevedono? C’è qualcosa che vorresti fare di davvero innovativo in linea col tuo stile?
Un tour estivo per farmi nuovamente un bel giro della penisola in formazione one man band e uno autunnale in cui suonerò per la prima volta con una band. Progetto innovativo? Un house concert a San Siro!
Il 13 Maggio su tutte le piattaforme hai pubblicato Il tuo nuovo brano dal titolo “Podio”. Di cosa parla?
“Podio” è una dichiarazione di coraggio. Perché anche una semplice ballata può spaventare, soprattutto chi ha imparato a conoscere i sentimenti e i legami per la loro capacità di renderci splendidamente vulnerabili e, magari, alcune volte, uscirne con qualche ammaccatura emotiva. Ma c’è un tempo per osare e correre il rischio. Perché in amore si vince sempre quando si partecipa.