“When You Wish Upon a Star”, le colonne sonore piene di colori di Alan Menken

Roma. Prosegue la rubrica di Arti e Spettacolo dedicata ai compositori delle musiche dei lungometraggi della Disney. Oggi si concentrerà l’attenzione su Alan Menken, autore delle colonne sonore, tra le altre, dei film “La Sirenetta”, “Aladdin”, “La Bella e la Bestia”, “Hercules”, “Il gobbo di Notre Dame”.
Con i parolieri Tim Rice ed il compianto Howard Ashman, Alan Menken ha scritto pagine fondamentali del mondo Disney, segnando lo stile della canzone disneyana di fine secolo. La rotta che ha indicato è stata seguita nelle opere più recenti: si pensi ad esempio a “Frozen” o ad “Encanto” in cui sicuramente sono ravvisabili tracce delle note di Menken.
In sostanza, il compositore statunitense ha dato forma ad una cifra stilistica dai contorni nitidi che non a caso gli ha consentito di fare en plein di Oscar negli anni ’90. Infatti, alle edizioni del ’90, ’92, ’93 e ’96 ha sempre vinto sia l’Oscar alla miglior colonna sonora sia l’Oscar alla miglior canzone, rispettivamente per i film “La Sirenetta”, “La Bella e la Bestia”, “Aladdin” e “Pocahontas”.
Nel tempo, ha poi nuovamente collaborato ai diversi lungometraggi Disney quali ad esempio “Come d’incanto” ed il sequel “Come per disincanto – E vissero infelici e scontenti”, “Rapunzel – L’intreccio della torre” ed il live action de “La Sirenetta”.
Si pensi peraltro che prima de “La Sirenetta” con l’iconico brano “In fondo al mar” (“Under the sea”, ndr), Menken non aveva mai composto brani per il cinema. La sua popolarità inizia nel 1982,scrivendo insieme ad Ashman “La piccola bottega degli orrori”, commedia musicale andata in scena a Brodway e più di 40 anni dopo ancora presente nel cartellone del Westside Theatre di New York.
Il suo stile ha influenzato un’intera generazione di compositori contemporanei: dalle musiche per il cinema a quelle per il teatro e tanto altro ancora.
Senza dubbio il debutto sul grande schermo ha indirizzato una carriera vissuta dietro le quinte e all’insegna del successo. Ad esempio, l’uso dei tamburi in acciaio ne “La Sirenetta”, evocativi di un suono ovattato e riprodotto sott’acqua, ha rappresentato una trovata geniale. Il talento di Menken si è visto sin da subito proprio nella capacità di individuare i suoni più adatti alle immagini proiettate sul grande schermo; in effetti, le abilità in materia di orchestrazione sono andate di pari passo con quelle compositive.
Le melodie di Menken sono ormai nell’immaginario collettivo: da “Baciala” ne “La Sirenetta” a “Il mondo è mio”, da “Stia con noi” a “I colori del vento”, sono tutti brani “pieni di colori” scritti sia per il pubblico giovanissimo sia per far tornare piccoli i grandi.
Alan Menken ha realizzato nella moderna epoca disneyana quanto fatto dai fratelli Sherman agli albori del mondo Disney: ha definito il suono in cui tutti le persone possono riconoscere l’universo creato da Walt Disney.

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