“Walden”, al Teatro Dal Verme la più avvolgente creazione di Ludovico Einaudi

Milano. Buio. Fumo. Una voce fuori campo. È questa l’atmosfera che accoglie lo spettatore nel foyer del Teatro Dal Verme di Milano per l’opera di Ludovico Einaudi “Walden” che andrà in scena, in più repliche, prima e dopo ogni concerto del maestro che si esibirà nel teatro meneghino fino al 20 dicembre.
L’opera, interamente firmata dallo stesso Einaudi, consiste in un insieme di 6 microfilm caratterizzati da singolari giochi di luci ed ombre. Si passa da una sagoma in lontananza evocativa del compositore alle chiome di un paesaggio boschivo in lento movimento. La voce fuori campo e profonda del maestro racconta in lingua inglese i vari frammenti audiovisivi. Il tutto è naturalmente accompagnato da una colonna sonora composta ad hoc per l’opera. Una musica di solo piano con un sound percepibile “al tatto”: non è casuale, infatti, che la registrazione faccia emergere distintamente il suono dell’uso pedale.
Più che un’opera si tratta di una vera e propria esperienza che coinvolge tutti e cinque i sensi. La tecnica è quella dei concerti totalmente immersivi cui Einaudi ha abituato da anni il suo pubblico. “Walden” è però un’evoluzione dal momento che non si tratta più soltanto di un lavoro musicale. Vuole essere un’esperienza che avvolge ed ipnotizza lo spettatore per 16 minuti, trasportandolo in una dimensione fuori dallo spazio e dal tempo. All’ingresso della sala si possono leggere i diversi pensieri dell’artista che sono la base vocale di molti dei microfilm. All’interno, poi, frammenti di immagini prive di colori, sfumate ed ulteriormente sfocate dalla “nebbia” che accompagna l’intera proiezione, si sovrappongono tra loro dando vita ad una visione bidimensionale.
L’installazione musicale rende omaggio a Henry David Thoreau, filosofo, scrittore e poeta statunitense che già ai primi dell’Ottocento rifletteva su temi ancora oggi di grande attualità quali ad esempio: il consumismo della società, l’ecologia ed il rapporto dell’uomo con l’ambiente.
«Nel 2013, mentre scrivevo e registravo “In A Time Lapse”, – ha dichiarato Einaudi – avevo sempre con me i suoi “Diari”, come libro di riferimento, guida spirituale e poetica. Le riflessioni quotidiane di Thoreau sulla natura, sul tempo, sul senso della vita, sono state – e continuano ad essere – una grande fonte di ispirazione e saggezza».
Il tempo interiore scandisce il racconto visivo, come si evince dai titoli dei frammenti: “Venerdì 24 dicembre”, “2 gennaio”, “8 giugno”, “25 luglio 1839”, “6 gennaio 1838”, “Sabato 4 settembre”. Tra le varie tematiche, certamente la natura è protagonista come testimonia uno dei pensieri conclusivi dell’autore: «La Natura non si affretta mai; i suoi sistemi procedono ad un ritmo regolare. Il bocciolo cresce impercettibilmente, senza fretta né confusione, come se pochi giorni di primavera durassero in eterno. […] L’uomo saggio è tranquillo, mai impaziente o irrequieto. In ogni istante rimane lì dov’è, come alcuni che, camminando, riposano l’intero corpo ad ogni passo, mentre altri, dato che non rilassano mai i muscoli della gamba, sono costretti a fermarsi dalla fatica accumulata. Così il saggio non è impaziente che il tempo lo aspetti, né è lui ad aspettarlo».
Al termine dell’esecuzione, il pubblico esce quasi stordito dalle suggestioni. Sicuramente l’opera realizza il suo invito alla riflessione.
L’ingresso a “Walden” è gratuito ed aperto anche a coloro che non sono in possesso di un biglietto per il concerto, previa prenotazione.

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