Viaggio nel Mare nostrum attraverso il “Noh’ma Folk Sounds”

Milano. Un Festival per raccontare gli intrecci, le contaminazioni e gli incontri musicali tra le sponde del Mediterraneo.
L’Italia, dall’estremo Nord al profondo Sud, avvolta dalle acque che generano la vita del Mare nostrum, luogo di scambio e di appartenenza, crocevia di popoli e fertile bacino culturale, luogo d’incontro e ponte ideale tra popoli e culture di Europa e Africa.
“No’hma Folk Sounds 2019” è un’incursione nell’anima e nelle radici della musica popolare tra Lombardia, Emilia Romagna, Salento, Sicilia, Grecia e Algeria. Antichi strumenti, cori, canti, ritmi e melodie. Memorie che si fanno parola e suono in un viaggio che punta dritto al cuore.
Programma: l’ 11 maggio dalle  18.00 alle 18.25 El Baghèt (Italia – Lombardia): Luciano Carminati porta il pubblico di No’hma alla scoperta del Baghèt, uno dei più antichi strumenti della tradizione lombarda, presente nelle valli bergamasche e bresciane sin dal XIII secolo.
Dalle 18.30 alle 19.00 Audite Nova (Italia – Lombardia): Arriva da Voghera Audite Nova, gruppo corale e punto di incontro di diverse esperienze espressive. Il canto gregoriano, la polifonia medievale e rinascimentale non sono più momenti di mera fruizione estetica o edonistica, ma un’esperienza unica, concreta e coinvolgente.
Dalle 19.00 alle ore 19.50 I violini di Santa Vittoria (Italia – Emilia Romagna): Dalle campagne reggiane valzer, polche, mazurche, tanghi e onestep, composti tra anni Venti e Trenta del ‘900, testimoniano il gusto di un’epoca: i Violini di Santa Vittoria, gli ultimi eredi del violinista Arnaldo Bagnoli, omaggiano la memoria di una terra, intesa non solo come spazio fisico, ma anche come parte irrinunciabile della cultura italiana. Feste, lotta e lavoro dei campi si intrecciano agli alfabeti amorosi dei braccianti: la musica diventa speranza e gioia di vivere.
Dalle ore 20.00 alle ore 20.50 Mesogaia (Grecia): Un viaggio musicale e coreutico attraverso le musiche e le danze dei greci, un popolo che ha cambiato il mondo e che, a sua volta, è stato trasformato dagli incontri: orientali e occidentali, musulmani, ebrei, cristiani, albanesi, slavi, turchi e arabi hanno plasmato l’essenza greca, l’anthropos, colui che esiste interagendo, comunicando e accogliendo.
Infine, dalle 21.00 alle 22.00 Il quartetto vocale di Giovanna Marini (Italia – Roma). Giovanna Marini è etnomusicologa, musicista e una delle più straordinarie protagoniste della cultura popolare italiana: vicina a personalità come Pasolini e Calvino, dopo l’esperienza del “Nuovo Canzoniere Italiano” e la nascita della Scuola Popolare di Testaccio, fonda nel 1976 il Quartetto Vocale. La sua performance è un’occasione rara per riscoprire madrigali e cantate secolari, scritte in partitura ed eseguite come se fossero pezzi di tradizione orale.

Il programma del 12 maggio prevede, dalle 18.00 alle 18.25, Raffaele Nobile Ensemble (Italia – Lombardia). Nobile, cantastorie che difende la memoria della tradizione popolare “armato” di violino, fa rivivere sul palco musiche e danze celtiche, padane e provenzali accompagnato dalla fisarmonica. Storie narrate, cantate e suonate, tra Italia ed Europa: un’occasione per riscoprire e valorizzare un patrimonio culturale radicato nella comunità e, allo stesso tempo, gettare uno sguardo al futuro riflettere sul senso della memoria.
Dalle 18.30 alle 19.30 Radicanto (Italia – Puglia): il gruppo salentino propone un viaggio attraverso i suoni e i canti popolari della Puglia, tra pizziche, tarantelle, nenie e canti d’amore. Una performance musicale energica e vivace conduce il pubblico alla scoperta della sua musica del Mediterraneo con i suoi confini liquidi e il melting pot di culture, collante naturale tra culture apparentemente distanti. Un itinerario nella memoria non scritta, attraverso la storia non ufficiale che tanto ha da insegnare sul futuro.
Dalle 19.30 alle 20.30 Jazira (Algeria): un ensemble che è come un’isola circondata da mari cangianti, ma sempre in contatto l’uno con l’altro. Jazira, sei musicisti e una danzatrice del ventre, mescola memoria antica e immaginazione creativa, ritmi e musica arabe, come il raï, genere musicale nato tra Algeria e Marocco, le melodie berbere i ritmi della musica gnawa, un genere tradizionale che affonda le sue radici nell’Africa subsahariana, per poi incorporando canzoni e ritmi marocchini, africani e islamici.
Dalle 20.00 alle 21.30 Antonio Smiriglia “InKantu” (Italia – Sicilia): mandolini, zampogne, ottavini, tamburi a cornice, Cajon, Bouzuki e Friscalettu: dalla Sicilia una ricerca tra testimonianze di cultori, ricercatori, etnomusicologi e artigiani, personaggi da retrobottega che, nei saloni dei barbieri o nelle osterie, deliziavano gli ascoltatori con le loro “cantate”, le “stornellate” e “Le Serenate”, i canti d’amore che lo sposo sussurrava alla sposa accompagnato dai cantori.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site is protected by reCAPTCHA and the Google Privacy Policy and Terms of Service apply.