Valentina Cervi interpreta “La strada che va in città” al Teatro Gerolamo

Milano. Al Teatro Gerolamo, il 19 e 20 marzo, Valentina Cervi debutta a Milano con uno dei testi più belli di Natalia Ginzburg, “La strada che va in città”, per la regia di Iaia Forte.
La presenza della Cervi come interprete di teatro rappresenta una novità mentre è ben più nota la sua lunga esperienza cinematografica – anche internazionale – diretta da registi come Francesca Archibugi, Pupi Avati, Luca Guadagnino, Spike Lee, Jane Campion, Sergio Rubini, e Peter Greenaway. Numerose anche le partecipazioni a serie televisive di grande successo. È figlia d’arte, suo padre Tonino è stato regista e produttore, e il nonno è l’indimenticabile Gino Cervi.
“Aspro, pungente, pieno di sapori nuovi come un frutto appena un po’ acerbo. Un libro senza rughe: non perde mai di freschezza e mantiene intatta, a ogni rilettura, attraverso gli anni, la sua ruvidezza selvatica e adolescente”.
Il romanzo è la storia di una ragazza che sceglie di fare un matrimonio d’interesse, di prendere la strada che va in città. Per poi accorgersi che il vero amore è altrove…Passioni senza via di uscita, vite alla deriva, anime alla ricerca di un approdo sicuro dove lenire le proprie delusioni: con impetuoso realismo ma senza alcun giudizio morale l’autrice, in questo romanzo – che è il suo primo libro – descrive la solitudine di un’esistenza che nel gioco della memoria rievoca ciò che le è passato accanto come un mistero incomprensibile e inafferrabile.
Natalia Ginzburg (Levi) è una scrittrice italiana fra le più celebri del Novecento. Nasce a Palermo nel 1916 da padre ebreo e antifascista e madre milanese. Trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Torino in uno stato di emarginazione che le procura sofferenza ma trova conforto nella scrittura. Nel 1933 pubblica sulla rivista Solaria il suo primo racconto “I bambini”. Nel 1938 sposa Leone Ginzburg. Con il cognome del marito firma tutte le opere successive. Pubblica le prime opere come “La strada che va in città” (sotto lo pseudonimo di Alessandra Tornimparte, a causa delle leggi razziali) e “E’ stato così”, a cui segue una prolifica produzione letteraria, anche in campo teatrale con le commedie “Ti ho sposato per allegria” e “Paese di mare”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site is protected by reCAPTCHA and the Google Privacy Policy and Terms of Service apply.