UNISCA si rivolge al Governo per chiedere nuovi aiuti: il punto della situazione con il Presidente Pontoriero

Milano. Ho avuto il piacere di conoscere e confrontarmi con Massimo Pontoriero, presidente di UNISCA: Coordinamento della filiera del Settore Creativo, dello Spettacolo e delle Arti Performative. Questo ente, costituitosi nell’ottobre 2021, si pone oggi in prima linea nella difesa dei lavoratori dello spettacolo. In relazione al nuovo Decreto Ristori atteso nei prossimi giorni, UNISCA ha inviato un appello al Governo per ottenere aiuti per questo settore, da sempre estremamente importante per l’economia del nostro Paese, ma rispetto al quale, dopo e durante la pandemia Covid-19, l’attenzione è stata quasi inesistente e gli interventi inefficaci.

Sin dall’inizio della sua carriera musicale si è schierato in prima linea per la tutela dei diritti dei lavoratori dello spettacolo. Da quali eventi e situazioni è scaturita questa necessità?

L’esigenza nasce all’inizio della mia carriera da musicista, quando io e altri amici che lavoravano nel settore ci siamo resi conto della mancanza di servizi e aiuti erogati invece in altri settori: abbiamo così deciso di fondare la Cooperativa La Cosa, attiva negli anni ’90 e fornita di un grande seguito e di molti partecipanti. Proprio grazie a quest’esperienza mi sono avvicinato al mondo sindacale e da lì è iniziata la mia attività presso la SLC (Sindacato dei lavoratori della comunicazione) CGIL di Milano, successivamente presso il Sindacato Esseoesse e infine alla CISL (Confederazione Italiana Sindacati dei Lavoratori), dove ho ricoperto per tre mandati il ruolo di Segretario Generale del Sindacato dei Lavoratori Indipendenti dello Spettacolo.
Da questo incarico è scaturita prima di tutto la collaborazione con Note Legali, associazione per lo studio e l’insegnamento del diritto della musica. Nel corso della pandemia poi è nata sia l’esigenza sia di creare un forum dove potessero condividere opinioni e esperienze i lavoratori e le grandi aziende del mondo dello spettacolo, sia di costituire un organo di rappresentanza capace di interfacciarsi con le istituzioni in modo competente e davvero rappresentativo del settore, ovvero ottenendo un mandato dalle associazioni di categoria: ciò ci ha portato dopo un tempo di riflessione e studio alla nascita di UNISCA.

Da chi è composto UNISCA e quali obiettivi si pone?

Si tratta di una associazione di 2° livello, quindi costituita da sole associazioni che al momento raggiungono il numero di dodici: A.M.A.M.I, ARIACS, CAFIM (Confederation of European Music Industries), CAM (Coordinamento delle Associazioni dei Musicisti), IJI (Federazione Nazionale “Il Jazz Italiano) Federazione Nazionale Il Jazz Italiano, FNAS, Forum Nuovi Circhi, Italshow, MIA (Musica Indipendente Associata), Shownet, Slow Music ETS, UNA. Vi sono poi due aderenti esterni di grande rilevanza quali ARCI (Associazione ricreativa e culturale italiana) e ASSOARTISTI (Associazione Italiana degli Artisti).
L’idea di UNISCA è quella di sottendere a un settore molto ampio, che non include soltanto quello dello spettacolo, bensì anche quello della Creatività e delle Arti Performative. Da questa volontà prende spunto anche il motto di UNISCA: “Fare sintesi nel settore della Creatività, delle Arti e dello Spettacolo”.
L’obiettivo non è quello di rappresentare gli associati di UNISCA, bensì quello di offrire uno spazio di confronto e di sintesi delle proposte di riforma e di iniziativa diretta che nel contesto della ripartenza dopo l’emergenza sanitaria si rendono sempre più necessarie e di costruire una rete di informazione per i nostri associati, che spesso sono realtà molto piccole, fortemente individuali e con una bassa partecipazione.

Tra le iniziative dirette spicca l’Appello al Governo del 19 gennaio 2022. Da che esigenze nasce?

Durante il periodo pandemico ci siamo resi conto che non era più sufficiente presentarsi davanti alle Istituzioni come realtà individuali, bensì per esprimere al meglio l’urgenza di un intervento, era necessario farsi avanti come un fronte unico e compatto. Questo bisogno si è reso ancora più impellente a seguito delle norme di sicurezza imposte dal Governo nel periodo delle festività, che hanno limitato se non annullato la possibilità di fare musica dal vivo in un periodo dell’anno da sempre particolarmente fiorente per il settore e in cui si concentrano introiti notevoli. La situazione è sicuramente peggiorata nel rendersi conto che, a fronte delle chiusure prescritte, le dichiarazioni delle istituzioni non hanno minimamente mostrato attenzione o riguardo rispetto allo sconforto creato, anzi il nostro settore è stato praticamente ignorato.
L’intervento di UNISCA è quindi stato motivato dalla volontà di chiedere aiuti generalizzati e che comprendessero tutti i lavoratori dello spettacolo, e incentivato dall’urgenza con cui queste necessità dovevano essere presentate alle istituzioni: è previsto nei prossimi giorni il nuovo Decreto Sostegni.

Quali sono le vostre richieste?

Le nostre richieste si articolano in nove punti e sono indirizzate a tre diversi ambiti.
Prima di tutto chiediamo non solo nuovi ristori e sostegni per le aziende e gli enti del Settore dello Spettacolo e dell’Intrattenimento, in particolare per le attività che hanno subito restrizioni e chiusure per più della metà dell’anno, ma anche interventi che incentivino nuova produzione.
In secondo luogo, sono richiesti ristori per i lavoratori del mondo dello spettacolo la cui professione, in alcuni casi, è connotata per natura da grande intermittenza e rispetto ai quali i sostegni non si possono calcolare su base reddituale ma devono essere garantiti a tutti i lavoratori che abbiano svolto un numero minimo di sette prestazioni nell’anno antecedente la pandemia. Chiediamo anche l’estensione della cassa integrazione in deroga e dei bonus previdenziali per i lavoratori dello spettacolo. Certamente è poi nell’interesse dei lavoratori la richiesta di un incentivo di decontribuzione per le attività che ingaggiano professionisti dello spettacolo.
Il terzo tipo di misure richieste è invece rivolto a stimolare il pubblico. È innegabile che la pandemia abbia ferito gravemente il tessuto sociale per quanto riguarda l’interazione fisica e in presenza. La virtualizzazione, che è stata sicuramente necessaria all’inizio della pandemia, ha però privato la società dell’emozione e della passione che scaturisce dallo spettacolo in presenza e questo ha creato una vera e propria ritrosia del pubblico: ogni volta che si attua una ripartenza, essa è sempre limitata e rallentata proprio dalla mancanza di entusiasmo da parte della società. L’acquisto di biglietti per concerti, rappresentazioni teatrali e cinematografiche deve essere invece incentivato dal governo, affinché l’affluenza per questi eventi ritorni quella del periodo pre-pandemico.

Che risultati vi aspettate dal nuovo Decreto Ristori?

Ci auguriamo che i nuovi ristori e sostegni concessi dallo Stato questa volta non siano indirizzati sempre agli stessi soggetti visibili e noti, bensì siamo rivolti a tutti i lavoratori e a tutte le realtà di questo settore che sono molti più di quanto sembra e i cui numeri erano già emersi con grande scalpore a seguito dell’indagine “Italia Creativa” di Dario Franceschini, Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, nel biennio 2014 e 2015.
L’aspettativa più grande e sicuramente più sentita, al di là delle misure che deciderà di adottare il Governo, è quella di sentirsi finalmente riconosciuti e ascoltati.

L’arte e spettacolo, oltre a rappresentare la parte più viva ed entusiasmante della tradizione culturale italiana, rappresentano uno dei settori che contribuisce di più allo sviluppo e al sostegno dell’economia del nostro Paese; è dunque incomprensibile e financo scandaloso che, a fronte della pandemia, tanto irrilevante sia stato l’apporto delle istituzioni governative
Non possiamo che augurarci che l’appello di UNISCA abbia successo e che il contributo e il duro lavoro dei professionisti dello spettacolo venga riconosciuto al più presto. Personalmente, ho il desiderio di poter partecipare ad un concerto senza timori, ma certo è che per arrivare a ciò questo settore va adeguatamente sostenuto

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