“Tutti parlano di Jamie”, una storia di formazione moderna che racconta la ricerca della propria identità

Roma. Dopo il clamoroso successo di pubblico e critica al Teatro Brancaccio a marzo 2022, “Tutti Parlano di Jamie” il musical, manifesto di una nuova generazione nel segno dell’inclusività, è in tournée nei principali teatri italiani nella stagione 2022/2023. Edizione italiana del pluripremiato musical “Everybody’s talking about Jamie” è una storia di formazione moderna per una generazione alla ricerca della sua “vera” identità, che vuole affermare sé stessa al di là del genere, dell’orientamento sessuale e delle convenzioni sociali. Una storia, come già avvenuto per Billy Elliot, che parte da un piccolo paese inglese per portare la sua rivoluzione “gentile” in giro per il mondo. Giancarlo Commare veste gli scintillanti panni di Jamie, attore rivelazione delle ultime stagioni televisive e cinematografiche, dalla serie “Skam Italia” al film “Maschile singolare”, dal “Paradiso delle Signore” alla serie Sky Original “Romulus 2” a quella di Rai1 “Rinascere” nel ruolo di Manuel Bortuzzo. Barbara Cola, cantante e interprete di svariati musical, con la sua voce potente interpreta il ruolo di Margaret New, la mamma di Jamie; l’attore e doppiatore Franco Mannella è Hugo, alias la drag queen Logo Chanelle; Ludovica Di Donato, attrice e affermata TikToker, interpreta Ray, l’amica del cuore di Jamie. L’attrice e cantante Lisa Angellilo è Miss Hedge, la severa insegnante di Jamie; Pritti, l’amica del cuore di Jamie è Benedetta Boschi, il bullo della scuola è Giovanni Abbracciavento. Umberto Noto interpreta il ruolo di una delle drag e del Padre di Jamie; l’altra del locale Legs Eleven è Sebastian Gimelli Morosini. Lo spettacolo, diretto da Piero Di Blasio (che ne ha curato anche l’adattamento), mette in scena nel classico stile del Musical Theatre un testo divertente ma anche commovente con canzoni pop e coreografie originali; uno stile fresco, giovane ed immediato che, grazie alla sua forza ed energia, riesce a travolgere il pubblico con il suo messaggio di inclusività e libertà. Le musiche originali composte da Dan Gillespie Sells, leader della band inglese “The feeling” attiva dalla seconda metà degli anni ’90, rispecchiano il movimento pop progressive di quegli anni, miste al nuovo soft-rock, creando un’alchimia di musica e testi che catturano immediatamente il pubblico. “Puro pop britannico” come il compositore ama definire la colonna sonora di “Tutti parlano di Jamie”, con qualche riferimento a band della scena pop inglese anni ‘80 come i celeberrimi Frankie Goes to Hollywood. Le coreografie di Laccio attingono da diversi generi: dal vogueging e waacking degli anni ’60/’70, con movenze glamour e femminili, alla street dance dei ghetti dai tratti più mascolini. Stili apparentemente lontani in un dialogo volto a celebrare le diversità e a comunicare qualcosa di nuovo e unico come “Tutti parlano di Jamie”. Viola Produzioni, detentrice per l’Italia dei diritti dello spettacolo, per mettere in scena questo testo ha aspettato questo preciso momento storico, con un tessuto sociale pronto per poter comprendere i messaggi importanti dello spettacolo. La produzione italiana è l’unica autorizzata dall’originale anglosassone a mettere in scena una versione dello spettacolo completamente nuova: dalle scene ai costumi, dalle coreografie alla regia, senza però intaccare l’integrità di musica e testo. Per l’occasione sono state messe insieme le figure artistiche più rappresentative del settore e le più adatte ad un musical come “Tutti parlano di Jamie” e il collaudato cast creativo delle produzioni del Teatro Brancaccio: la regia dello spettacolo è di Piero Di Blasio, già regista del musical “La Piccola Bottega degli Orrori”, che per primo ha creduto nel progetto; le coreografie e la supervisione artistica sono firmate da Laccio (già direttore artistico di The Voice of Italy e di X Factor, e coreografo del Eurovision Song Contest 2022) che approda al musical per la prima volta, con grande successo. La direzione musicale è del Maestro Dino Scuderi, direttore musicale di tanti musical italiani come “Jesus Christ Superstar”, “Salvatore Giuliano”, “La piccola bottega degli orrori” oltre che compositore di musiche per il teatro e il cinema. Le scenografie sono firmate dal pluripremiato Alessandro Chiti (“Rapunzel il musical, La Regina di Ghiaccio il musical, Aladin il musical geniale”). I costumi sono stati affidati a Francesca Grossi, (“Rapunzel il musical, La Regina di Ghiaccio il musical, Aggiungi un posto a tavola, Aladin il musical geniale, La piccola bottega degli orrori”). Il disegno luci è di Emanuele Agliati, il disegno suono è di Emanuele Carlucci. “Tutti parlano di Jamie” racconta le vicende di Jamie, un adolescente che vive nella tranquilla cittadina di Sheffield, nel nord dell’Inghilterra. Va a scuola, come tutti i ragazzi della sua età, ma a differenza loro Jamie ha un sogno ambizioso: essere libero di esprimere sé stesso anche attraverso abiti femminili. Non è solo la scelta di voler diventare una Drag Queen, come crede all’inizio, a renderlo “diverso”, ma soprattutto la voglia di normalità nella diversità, come scoprirà alla fine. Ogni persona è unica e irripetibile… è il “glitter sopra il grigio di città”. Abbandonato dal padre, ma supportato dall’amorevole madre Margaret, dalla sua migliore amica Pritti e da un mentore eccentrico (Hugo – Loco Chanelle), Jamie scopre il gusto della libertà: la libertà di essere se stessi. Tra una professoressa un po’ dura (Miss Hedge), una “zia” particolare (Ray, la migliore amica della mamma), il bullo della scuola (Dean) ed una classe di compagni scatenati, Jamie si avvierà al ballo di fine anno con una sola idea in mente: presentarsi come la migliore e più reale versione di sé, distruggendo convinzioni e costrizioni e abbattendo il muro più alto e duro di tutti, quello del giudizio. Jamie non è uno studente “diverso”, ma un concetto, un seme, un’idea che vuole instillarsi nella mente di tutte le persone. Jamie non vuole sbandierare il suo orientamento sessuale, ma solamente essere libero di indossare abiti che lo rappresentino: abiti considerati femminili. Non ha paura della gente e di quello che potrebbe pensare e combatte i bulli col sorriso.

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