Torna alla luce la Caselle in Pittari del IV secolo a. C.

Caselle in Pittari. Nel luglio 2019 un’équipe dell’Università degli Studi di Salerno, coordinata da Antonia Serritella, ha condotto la terza campagna di scavo nel sito archeologico di Caselle in Pittari, già individuato in località Laurelli agli inizi degli anni ’90 dall’allora Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno. Le indagini, in regime di concessione del MIBAC, si sono svolte in sinergia con i funzionari della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino, Anna Di Santo e Maria Tommasa Granese. Allo scavo hanno partecipato con forte entusiasmo gli studenti della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, della Magistrale in Archeologia e Culture Antiche e del Triennio in Beni Culturali dell’Università degli Sudi di Salerno. Un grande sostegno alla Missione Archeologica è stato offerto dall’Amministrazione Comunale, rappresentata dal sindaco Giampiero Nuzzo, e dall’intera comunità locale. Le ricerche archeologiche, supportate da indagini geofisiche effettuate da Enzo Lapenna e Enzo Rizzo del CNR di Tito Scalo, hanno avuto l’obiettivo di approfondire le conoscenze dell’insediamento antico, attraverso l’acquisizione di dati utili alla ricostruzione dell’impianto generale dell’abitato e dello sviluppo planimetrico delle abitazioni. L’insediamento si estende su un ampio pianoro, delimitato da due corsi d’acqua. Nel complesso sono state messe in evidenza cinque abitazioni di grandi dimensioni, ampie fra i 400 ed i 700 metri quadri, e una piccola struttura. Gli edifici sono inseriti in un tessuto viario regolare costituito da almeno due grandi arterie stradali nord/sud, intersecate perpendicolarmente da assi viari più piccoli. Le case, in ottimo stato di conservazione, sono organizzate intorno a un cortile scoperto su cui si aprono ambienti di forma e dimensioni variabili. Allo stato attuale delle ricerche è possibile affermare che il sito sia sorto nel corso del IV sec. a.C. e abbandonato intorno alla fine del secolo successivo, probabilmente in relazione al nuovo assetto territoriale della valle del Bussento in età romana e alla fondazione sulla costa della colonia di Buxentum.

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