Napoli. Si suggella la rinnovata partnership per il terzo anno consecutivo tra Unicredit Banca e il Teatro San Carlo, come confermato dalla conferenza stampa tenutasi il 31 gennaio nel Salone degli Specchi dello splendido teatro d’opera attivo più antico del mondo (è stato eretto infatti nel 1737 per volere del re Carlo III di Borbone).
Presenti Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli e Presidente della Fondazione Teatro di San Carlo, Annalisa Areni, Head of Client Strategies di UniCredit ed Emmanuela Spedaliere, Direttrice Generale del San Carlo
Il finanziamento da parte del Main Sponsor è garantito avvalendosi della normativa del cosiddetto Art Bonus (D.L. 31 maggio 2014, n. 83, art. 1, convertito con modificazioni nella legge 29 luglio 2014, n. 106, G.U. n. 175 del 30 luglio 2014. Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo).
Vale a dire della legge voluta dall’allora Ministro dei Beni Culturali Franceschini che consente un credito di imposta pari al 65% dell’importo donato a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano, oltre chiaramente al notevole ritorno di immagine che va a definire la brand identity della società e a consolidare la sua brand image, cioè ciò che i consumatori pensano di lei.
Il dato importante però è che il contributo non è solo alla Stagione d’opera, ai concerti, al balletto ma rivolto soprattutto alla formazione e inclusione sociale attraverso Officine San Carlo, definita la fabbrica della creatività.
È nata dalla riconversione degli stabilimenti ex Cirio di Vigliena – zona industriale di Napoli Est – San Giovanni a Teduccio, grazie ad un accordo siglato nel 2007 tra l’Autorità Portuale, il Demanio, il Comune di Napoli e la Regione Campania.
L’opificio è diventato non solo custode della memoria del passato – qui sono conservati importanti esempi del patrimonio archivistico: da quello storico, al musicale, agli allestimenti a quello amministrativo ecc. – ma soprattutto è la sede dei laboratori artistici del Teatro San Carlo dove si formano giovani artigiani per far emergere i loro talenti e tramite una rete internazionale garantire loro l’inserimento nel mondo del lavoro.
Il Sindaco di Napoli ha evidenziato come il Progetto Officine San Carlo sia qualcosa in più rispetto a una Fondazione lirica, non solo eccellenza estrattiva ma eccellenza cooperativa, vera espressione della democrazia.
La cultura così diventa un vera filiera industriale, nell’accezione positiva del termine, perché capace di creare talenti e professionalità e quindi posti di lavoro, in una zona peraltro periferica e depressa della città metropolitana dove l’amministrazione comunale ha messo in campo numerosi investimenti, anche nel mondo del digitale dimostrando come questo si sposi con la creatività umana, pur consci della sua insostituibilità.
Sulla filiera della cultura capace di creare opportunità per i giovani e la società ha posto l’accento anche Annalisa Areni, sottolineando come rientri tra i pilastri di Unicredit quello di sostenere la comunità e investire nella cultura e formazione con il fine ultimo di fare crescere il territorio ed evitare la fuga di cervelli. Basti pensare che sono stati assunti un centinaio di ragazzi residenti nel Sud d’Italia a San Giovanni a Teduccio.
Numerosi i frutti virtuosi dell’attività di Officine San Carlo presentati nel corso della conferenza stampa da Emmanuela Spedaliere, come il trio che ha aperto l’incontro, formato da un pianista, un trombettista e una cantante; tra i lavori uno splendido abito dell’uccello di fuoco cucito dalle mani sapienti degli allievi della sartoria San Carlo, su un modello di Dario Fo, per concessione del figlio, con la particolarità che è stato ottenuto cucendo insieme tutti rimasugli di stoffa, nel rispetto della sostenibilità. Ancora, i lavori dell’Officina di Tessitura costola di Officine San Carlo a cura dell’artista Antonella Romano con le sue scarpette rosse ricamate in fil di ferro.
In chiusura la magnifica esibizione dei giovani cantanti lirici allievi internazionali del Teatro San Carlo, perché Officine è diventato un polo di attrazione di giovani provenienti non solo da tutta Italia ma anche dall’estero.
Tutto questo fa toccare con mano come Napoli – a dispetto di quanti vorrebbero relegarla a mero luna park del food e del folclore contemporaneo – stia tornando faro della cultura e dell’arte in Europa, come quando Jean-Jacques Rousseau, nel Dictionnaire de Musique scriveva: “Vuoi tu sapere se qualche scintilla brucia in te? Corri, vola a Napoli ad ascoltare i capolavori di Leo, Durante, Jommelli, Pergolesi”.
Crediti foto: Luciano Romano.