Riaperta al culto la chiesa di Santa Marta Maggiore ad Aversa

Aversa. Sabato 15 giugno alle ore 11 ad Aversa, in via Santa Marta n.52, ha avuto luogo la riapertura al culto della monumentale chiesa di Santa Marta Maggiore – sede della Confraternita della Purificazione della Beata Vergine Maria, una delle più antiche della città – edificio restituito alla pubblica fruizione dei fedeli grazie al restauro effettuato con contributi del fondo otto per mille dell’Ufficio nazionale Beni culturali della Conferenza Episcopale Italiana. La solenne concelebrazione eucaristica è stata presieduta dal Vescovo diocesano Monsignor Angelo Spinillo, con la partecipazione dei Confratelli della Congrega mariana.

L’antica chiesa di S. Marta Maggiore è stata sede di una delle primitive parrocchia normanne, fino al 1592, quando per opera del vescovo Pietro Ursino venne abolita come cura pastorale per crearne una nuova in periferia, l’erigenda parrocchia della Visitazione di Maria Santissima, popolarmente detta Santa Maria La Nova. E’ posta nel cuore del nucleo più antico di Aversa, è costituita da tre navate su impianto medievale, con l’attuale pianta ribaltata nel Settecento, cioè con l’abside a ovest e facciata ad est.

Grazie ai primi lavori di consolidamento del post-terremoto del 1980 ed ora grazie ai lavori progettati e diretti dall’architetto Giuseppina Torriero, coordinati dall’ingegner Oreste Graziano, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento, e curati dal Responsabile per i beni culturali della Diocesi di Aversa monsignor Ernesto Rascato, la chiesa di Santa Marta Maggiore è stata oggetto di un intervento di restauro che ha riportato alla luce i valori artistici originari. Le volte ogivali e le monofore strombate trecentesche, le ornamentazioni in stucco e l’interessantissimo pavimento in cotto maiolicato settecentesco, il recupero del solaio in legno a cassettoni, il restauro funzionale delle coperture delle navate.

La restituzione al Popolo di Dio e alla cultura universale di un piccolo ma prezioso edificio sacro come Santa Marta Maggiore, segna un ulteriore passo, operato dalla Diocesi con la Soprintendenza, grazie alla generosità dei fondi Otto per mille della CEI, verso la riappropriazione, da parte delle comunità, dei valori identitari esemplarmente rappresentati dal patrimonio storico-artistico.

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