Procida. Lo scorso 19 ottobre, nella Sala Consiliare del Comune dell’isola di Procida, si è tenuto il reading teatrale “Procida perché – Indagine a bassa quota”, una drammaturgia di Paola Calvano tratta dal libro di Paolo Miggiano “Echi lontani. Voci per Nina e Antonio”, edito da Terra Somnia. L’iniziativa, promossa dal Comune di Procida con ingresso libero, ha voluto rendere omaggio a Gaetanina Scotto di Perrotolo e Antonio Raimondo, a 30 anni dalla loro tragica scomparsa.
Sul palco gli interpreti Sara Missaglia e Paolo Miggiano, accompagnati dalle musiche di Ascari, hanno dato vita a un racconto intenso, sospeso tra memoria, emozione e impegno civile. L’autrice Paola Calvano ha sottolineato come l’obiettivo del progetto sia quello di “condividere il dolore per trasformarlo in dolore collettivo, così da alleviarlo”.
Nina era un’infermiera di Procida che con dedizione portava avanti la missione che aveva scelto: a lei oggi è dedicato il Presidio Ospedaliero dell’isola. Antonio, elicotterista della Polizia di Stato, amava il suo lavoro al pari della sua famiglia, e a lui è intitolato il suo elioporto.
La drammaturgia ha ripercorso con sensibilità e precisione i momenti più dolorosi di una tragedia che ha scosso la comunità procidiana, una ferita ancora aperta che non si è mai del tutto rimarginata e questo perché non è mai stata fatta davvero giustizia.
Il narratore del reading e autore del libro, Paolo Miggiano, racconta la vicenda attraverso le sue parole e il suo affetto verso Antonio Raimondo, collega e mentore: ormai adulto, ricorda come “un giovane ragazzo che voleva volare” abbia vissuto e sofferto
per la dolorosa morte di un suo caro amico.
Il 18 novembre 1995, in una giornata segnata dal forte vento, un grave incidente in un’officina rese necessaria una chiamata d’emergenza per un ragazzo rimasto ustionato. Durante l’operazione di soccorso, l’elicottero della Polizia di Stato perse il controllo a causa dell’attrito con una barella mentre avveniva il trasferimento del paziente. Nel tentativo di allontanare i presenti dal pericolo, Nina e Antonio furono colpiti dalle pale del velivolo, perdendo la vita nel compimento del loro dovere: un gesto estremo di coraggio e altruismo che Procida non ha mai dimenticato.
La tragedia, però, poteva essere evitata. Le condizioni meteorologiche erano proibitive e forse non avrebbe dovuto essere concesso il decollo. Antonio è morto sul colpo, mentre Nina è riuscita a sopravvivere per poco, lottando fino all’ultimo. Nonostante fosse la più gravemente ferita, nel secondo elicottero, chiamato per tentare di salvare più vite possibili, è salito soltanto il pilota, che però non aveva bisogno di cure immediate. Nina, invece, è rimasta per troppo tempo nel campo sportivo in cui si era consumato l’incidente: inerme, dolorante e visibilmente in fin di vita. La mancanza di tempestività nei soccorsi le è stata, purtroppo, fatale.
A nulla sono servite le indagini giudiziarie, perché i colpevoli della tragedia non sono mai stati individuati e puniti.
“Procida perché” ha restituito voce, dignità e verità a due figure che con il loro sacrificio hanno lasciato un segno indelebile. All’evento erano presenti le autorità cittadine, i procidani e i parenti delle vittime, che hanno vissuto con profonda commozione tutta l’ora di rappresentazione. A rendere toccante il reading è stato il talento dell’attrice Sara Missaglia, il trasporto di Paolo Miggiano, le musiche evocative di Ascari e la bravura di Paola Calvano, capace di trasformare una vicenda dolorosa in una testimonianza collettiva di memoria e impegno civile.
“Procida perché – Indagine a bassa quota” ha debuttato nell’isola che non ha mai dimenticato Nina e Antonio, che continuano a vivere nei ricordi dei cittadini e nei luoghi a loro dedicati. L’augurio è che questo sia solo l’inizio di un percorso di memoria e riflessione che si dovrebbe portare in giro per l’Italia, in un viaggio di consapevolezza, giustizia e partecipazione.


