“Musica e luoghi per una scoperta culturale cittadina”, la parola alla Direzione Didattica di Trentola Ducenta

Trentola Ducenta. Sono ormai prossime a concludersi le attività relative ai Bandi SIAE “Per ChiCrea”, Edizione 2018, realizzate con il sostegno del MIBAC e in collaborazione con SIEDAS (Società Italiana Esperti di Diritto delle Arti e dello Spettacolo) in qualità di partner al progetto, che hanno visto la partecipazione di tantissimi piccoli allievi della Direzione Didattica Statale “Papa Giovanni Paolo II”, presieduta dal Dirigente Scolastico prof. Paolo Graziano. I giovani alunni sono stati chiamati a confrontarsi con i linguaggi artistici e musicali della tradizione settecentesca e non solo. La doppia ondata pandemica intercorsa non ha arrestato l’impegno profuso dai docenti chiamati a raffrontarsi con lo sviluppo della creatività, cognitiva e sensoriale dei giovani discenti coinvolti nel progetto. Circa cinquanta scolari vi hanno preso parte venendo a contatto con prestigiose istituzioni musicali e culturali del nostro territorio. Il progetto vedrà la sua conclusione con un vero e proprio concerto didattico il prossimo 14 giugno alle ore 16:00 presso la settecentesca Chiesa di San Michele Arcangelo in Trentola, nel rispetto delle normative anti-Covid19. Per l’occasione, abbiamo intervistato gli esperti che hanno tessuto la formazione musicale, i maestri Ferdinando Maccariello e Immacolata Della Gala, con l’obiettivo di farci raccontare lo svolgimento dell’ambizioso percorso di formazione.

Maestri Maccariello e Della Gala, vi chiedo di raccontarci del vostro approccio didattico in relazione ai giovanissimi allievi che vi hanno preso parte.

Maccariello: Data la giovane età dei bambini che hanno preso parte al corso ho ritenuto didatticamente proficuo introdurre gli argomenti che poi sono stati trattati attraverso il “gioco”: infatti abbiamo eseguito tantissimi giochi ritmici ed esercizi di body percussion. Con il termine body percussion si indica la produzione sonora attraverso la percussione del proprio corpo: così come gli strumenti a percussione producono dei suoni quando vengono percossi, sfregati o agitati, anche il corpo umano può essere utilizzato per questo fine. I bambini quindi, attraverso la body percussion, possono sperimentare direttamente sul loro corpo gli elementi musicali come la pulsazione, il ritmo, la metrica delle parole. Si va inoltre ad implementare la coordinazione motoria, l’attenzione nel riprodurre i gesti proposti, la conoscenza del proprio corpo.

Della Gala: Il nostro Istituto, in linea con gli obiettivi formativi prioritari delineati nel proprio Piano di Miglioramento, da diversi anni attua un percorso di Potenziamento musicale, finalizzato a favorire l’approccio alla cultura musicale e, nel contempo, ad avviare i piccoli allievi al canto corale e alla pratica strumentale. Per gli alunni è stato, pertanto, agevole, oserei dire spontaneo, seguire un itinerario musicale in cui alle attività di ascolto si sono alternate quelle del fare musica d’insieme. L’ascolto è stato utile per migliorare le capacità di memorizzazione e di concentrazione, sollecitare la progressiva capacità di analisi critica dei testi musicali, per giungere ad un graduale approfondimento degli elementi costitutivi del linguaggio della musica. Le attività del fare musica d’insieme hanno richiesto l’adozione di opportuni accorgimenti a causa delle limitazioni imposte dalle misure di distanziamento. Le abbiamo concepite quale momento espressivo-comunicativo, mediante la pratica strumentale e la costruzione di cellule ritmico/melodiche che hanno dotato gli alunni degli strumenti per esprimere se stessi attraverso il linguaggio ritmico/sonoro.

Il progetto persegue finalità ricreative e di sensibilizzazione attraverso il patrimonio musicale da tramandare alle nuove generazioni; da un punto di vista metodologico, quanto è importante fornire ai piccoli allievi input adeguati favorendo una dimensione inclusiva?

Maccariello: La musica è inclusione. Per sviluppare sempre più questo aspetto della musica è importante abituare gli allievi a condividere, cooperare e collaborare. Personalmente, io introduco sin dalle prime lezioni di musica anche lezioni di musica d’insieme. Musica d’insieme significa che ognuno ha un ruolo e che ogni ruolo ha sua fondamentale funzione. Che sia piccolo come un duo o grande come un’orchestra, suonare insieme fa bene al cuore e all’anima. Suonare insieme crea legami che vanno oltre il semplice significato umano. Suonare vicino al collega, all’amico, al compagno ti fa sentire partecipe di qualcosa di grandioso. Fare musica d’insieme ha quella straordinaria capacità di farti sentire integrato in una sola e unica famiglia.

Della Gala: Ho sempre creduto che la musica costituisse una via d’accesso privilegiata al mondo dei bambini, ma io, le mie colleghe e il nostro Dirigente scolastico ne abbiamo avuto pieno riscontro attraverso questo progetto. A causa dell’emergenza sanitaria esso è stato rimodulato e le attività si sono svolte on line, ma, la cosa stupefacente è che l’aspetto emotivo, espressivo e relazionale, straordinariamente, ne è uscito rafforzato. Ogni bambino, anche il più timido, ha voluto dire la sua, esporre il proprio pensiero, raccontare le emozioni che provava; così come ha voluto suonare, impegnandosi nello studio dei brani proposti ben oltre l’orario di progetto. Momenti di puro divertimento, in cui è stato piuttosto complicato gestire l’entusiasmo dei nostri piccoli protagonisti, si sono alternati ad altri di commozione e di ascolto attento e partecipe. È stata un’esperienza meravigliosa, che ha coinvolto totalmente anche noi adulti.

Quanti sono gli alunni che lei, complessivamente, ha accompagnato in questo ambizioso progetto di formazione?

Maccariello: Gli allievi che hanno preso parte al corso sono stati in totale 50 iscritti alle classi IV e V dell’ Istituto Circolo Didattico “Giovanni Paolo II”.  Sin da subito i piccoli iscritti hanno mostrato grande interesse per il progetto, interesse confermato dal fatto che il corso è stato seguito con passione e costanza fino al termine delle lezioni.

Della Gala: Avviato lo scorso anno scolastico e, poi, sospeso per emergenza sanitaria, il progetto è stato proseguito e portato a termine dagli alunni delle attuali classi quinte del plesso Centro di via Rossini, in un virtuoso e sinergico avvicendamento di personalità.

Infine, quali saranno le modalità di svolgimento del concerto didattico conclusivo?

Maccariello: Il concerto che chiude il progetto “Musica e luoghi per una riscoperta culturale cittadina” nasce dalla volontà di far ascoltare musica dal vivo ai piccoli partecipanti. Essendo io un clarinettista presenterò il quartetto di clarinetti “Cimarosa Clarinet Quartet”. Svolgeremo le musiche di autori come Verdi, Rossini, Stewart Smith, Debussy, Morricone.

Il progetto si è arricchito di una serie di occasioni culturali, che hanno coinvolto diversi linguaggi artistici. Quali sono state?

Della Gala: Durante lo svolgimento dell’iter progettuale sono state realizzate altre attività straordinariamente coinvolgenti, che, al pari del concerto didattico, hanno avuto lo scopo di ampliare e arricchire le esperienze formative dei partecipanti. Ad esempio, studiando il brano “Il mattino” di E. Grieg, ci siamo confrontati con il dipinto di Monet Impressione, levar del sole; successivamente, grazie all’intervento del nostro Dirigente scolastico, prof. Paolo Graziano, è stata realizzata una comparazione fra il linguaggio descrittivo adoperato dalla musica e dalla pittura, e quello di cui si avvale la poesia. Il nostro Preside, infatti, ha tenuto una lezione sul distico “Mattina” di Giuseppe Ungaretti, in cui con un linguaggio comprensibile ai bambini, li ha condotti alla scoperta della poetica ungarettiana. Momenti salienti, poi, del percorso condotto sulla vita e le opere del maestro Domenico Cimarosa sono stati il tour virtuale dell’insula cimarosiana e l’incontro con un esperto d’eccezione, il presidente dell’associazione SIEDAS, prof. Fabio Dell’Aversana. La visita all’insula cimarosiana ha permesso agli alunni di conoscere, seppure in maniera virtuale, la casa del musicista aversano e  i luoghi che lo videro bambino. Nel corso della stessa, guidati dai dott. Stefano Cavallo e Paola Improda, componenti dell’associazione In Octabo, esperti in storia dell’Arte, hanno potuto osservare ciò che resta della chiesa in cui fu battezzato Cimarosa e il certificato di nascita che testimonia senza ombra di dubbio l’appartenenza del compositore alla città di Aversa. L’incontro con il prof. Fabio Dell’Aversana, studioso della scuola napoletana del ’700 e conoscitore delle opere di Cimarosa, ha invece contribuito a collocare la figura del maestro Cimarosa in un preciso contesto storico-politico e culturale. Insomma, un percorso ricco di stimoli e occasioni, che ha fornito ai bambini – in un periodo particolarmente critico per il loro curricolo formativo – competenze forti, che potranno essere ulteriormente sviluppate in futuro.

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