“L’Inno alla Speranza” di Colomba Capriglione, un lied in ricordo delle vittime del Covid

Napoli. Diplomata in Pianoforte, in Clavicembalo, in Musica Corale e Direzione di Coro presso il Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella” di Napoli, Colomba Capriglione si è perfezionata nella scuola di composizione del Maestro Carmine Pagliuca. Autrice di composizioni per coro e orchestra, di composizioni polifoniche vocali e cameristiche, ha pubblicato gran parte di queste, che risultano eseguite in Italia e all’estero. Ha diretto numerose e prestigiose orchestre ed è menzionata nella “Enciclopedia musicale dei compositori moderni”, edizioni Flavio Pagano del 1999.

Hai composto un lied intitolato “Inno alla speranza”, il cui spartito è stato donato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in ricordo di tutte le vittime del Covid. Puoi raccontarci la genesi della tua opera? Perché proprio un lied?
Ho composto questo lied in un momento difficile per me, ispirata dall’esempio dei miei cari genitori, entrambi venuti a mancare in questo difficile 2020, ma con l’intento di farne un memento per tutte le vittime del Covid e, al contempo, dare un segnale di speranza per i nostri connazionali e l’intera umanità colpita dalla sciagura del virus. La melodia basata sulla scrittura modale, antico artificio musicale, rievoca lo stile contrappuntistico offrendo all’ascoltatore un percorso armonioso e di forte impatto emotivo. È la sintesi della mia didattica che ho trasferito in questa composizione, impostata nella tonalità del re minore e utilizzando il cosidetto “Do naturale” anziché il sensibile do diesis. Un tecnicismo che ben si appresta al lied, una canzone alla maniera del genio di Beethoven.

Il Covid ha inciso sulle vite delle persone e sulle loro professioni. Quanto ha influito profondamente sulle tue composizioni e sulla tua musica? E nella tua vita?
Questo periodo, che ci ha costretti alla didattica a distanza e a rivedere i nostri stili di vita, ha condizionato anche me come tanti docenti, studenti e tanti artisti costretti a non potersi esibire. Tuttavia, i momenti di cambiamento sono sempre fonti di ispirazione e il Covid ha influito sulla mia attività di docenza di direzione e composizione corale, offrendo ulteriori e significativi spunti. È abbastanza difficile trasferire, mediante una piattaforma internet, la mia materia, che impone presenza per individuare giuste melodia e coralità tra i cantanti e i musicisti. Ma insieme agli allievi e i colleghi non abbiamo inteso demordere. La pandemia non può spegnere la musica e l’arte recitata e narrata. E così ho lavorato su me stessa, costruendo un percorso che mi ha consentito non solo di rafforzare l’interazione con gli studenti, ma dedicando ampio spazio allo studio e alla ricerca anche con alcune interessanti sperimentazioni. E non smetto di comporre malgrado la pandemia che, per molti versi, ci consente maggior tempo da dedicare alla riflessione.

Sei autrice di numerose composizioni per coro e orchestra. Quale delle tue opere esprime meglio te stessa e ti descrive?
Quest’ultimo lied è stato particolarmente sentito. Ma sono affezionata a tutta la mia produzione musicale. Ho lavorato molto in questi anni per la valorizzazione del contrappunto che ritengo fondamentale per la conoscenza musicale di ogni artista e che è alla base di gran parte delle mie composizioni. Un ampio repertorio che spazia dalla continua ricerca su tematismi, legati al sentimento e gli aneliti sociali e all’incessante ricerca dell’armonia tra testi e musica. Cosi come per la lirica per soprano e clavicembalo “Malaguena” su testo di Garcia Lorca e “Ah silenciosa”, una lirica per soprano, due flauti e clavicembalo, che ho composto su testo di Pablo Neruda. Nel mio reperto anche tanti brani di didattica e corali. E poi i madrigali con “Memento”, composto per quattro voci miste e “Café Cantante”, per tre voci miste, voce recitante e clavicembalo, entrambi anch’essi su testi di Garcia Lorca.

Quali saranno i tuoi prossimi progetti e sogni nel cassetto?
Sto lavorando alla nuova edizione del Concorso Internazionale Schola Cantorum che organizzo ogni anno a Ravello, e che tanto eco ha avuto per il livello qualitativo di cori selezionati da un’attenta giuria tecnica. Auspico che la diffusa vaccinazione promessa consenta una maggiore mobilità per i cori che intendono partecipare. Già durante questi mesi ho lavorato, inoltre, alla costruzione di una piattaforma formativa proprio sul contrappunto e valorizzazione delle antiche tecniche musicali. Sto rafforzando la mia rete internazionale, con contatti con miei colleghi e referenti del Nord ed Est Europa e del Sud America e continuerò le docenze in alta formazione in collaborazione con diversi enti ed istituzioni. Mentre ho già in progress la composizione sperimentali di alcuni madrigali e brani corali.

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