Il Codice dello Spettacolo, a Roma un incontro con i rappresentanti del settore

Roma. Lo scorso 26 Marzo, al Ministero della Cultura in Via del Collegio Romano, il Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi e il dott. Antonio Parente Direttore generale dello Spettacolo hanno incontrato i rappresentanti del teatro per conoscere più a fondo le problematiche di questo settore, al fine di individuarne le criticità e trovarne i correttivi in quello che viene definito il primo Codice dello Spettacolo.
Si tratta non altro che di un decreto legislativo che si pone come obiettivo di operare una ricognizione e sistematizzazione organica della normativa esistente, cui seguiranno i decreti attuativi.
Il percorso per arrivare alla formulazione del Codice è iniziato con la ricezione di molteplici proposte da parte delle associazioni più rappresentative del settore, eccone alcune:
– rimodulazione delle risorse tra i vari settori dello spettacolo;
– riconoscimento del ruolo degli autori anche attraverso l’introduzione di un registro ad hoc;
– riduzione dell’IVA sui biglietti;
– introduzione di un protocollo antimolestie;
– garanzia della parità di genere;
– riduzione dei giorni lavorati per usufruire all’indennità di discontinuità;
– CCNL per gli sceneggiatori italiani;
– un compenso minimo garantito per gli autori;
– il ripristino del biglietto d’oro.
Allo stato attuale è indubbio che il cinema riceva finanziamenti a pioggia, mentre il teatro è sotto-finanziato – basti pensare che al primo sono destinati 750 ML di euro l’anno – intesi sia come finanziamenti diretti che tax credit – 200 ML di euro sono per l’opera lirica e 300 MIL di euro divisi tra gli altri settori.
Questo negli anni ha portato a una superproduzione cinematografica spesso qualitativamente deludente, o comunque non proporzionata all’impegno economico di cui aveva beneficiato, tanto più che poi quelle opere cinematografiche sono state viste da un numero esiguo di spettatori: si è parlato dell’ordine di 29 e 125 a fronte di 3 milioni e mezzo di euro!
Si avverte allora la necessità di una redistribuzione a favore del teatro, per il quale sarà previsto anche il tax credit.
Verrà inserita tra le forme di spettacolo pubblico anche la lettura pubblica della poesia, considerata uno strumento per arginare il degrado umano.
L’accento è stato posto sugli strumenti da mettere in campo per formare il nuovo pubblico, come corsi universitari che si occupino di teatro e di fare teatro nonché introdurre l’insegnamento a scuola, mentre per il pubblico già esistente il Ministero è propenso, al pari dei concerti, ad anticipare l’inizio degli spettacoli teatrali almeno alle ore 20 come si verifica nel resto dell’Europa.
Ancora, si è parlato della necessità di creare uffici di marketing e comunicazione per vendere i prodotti artistici anche all’estero. attraverso un’attività di disseminazione.
Molti gli artisti presenti, come Michele Placido, Alessandro Preziosi, Gabriele Lavia, Nicola Piovani, Giorgio Panariello, Patrizia Pellegrino, Claudia Gerini, Andrea Delogu che hanno messo a disposizione del Ministero la propria esperienza.
Molti di loro hanno dichiarato che vorrebbero morire a teatro, ma Giorgio Panariello si è augurato che non muoia prima il teatro e perché questo non accada sono necessarie le risorse.

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