“Il Classico Ferragosto”, Ruben Jais dirige l’Orchestra Sinfonica di Milano

Milano. Dopo il concerto di mercoledì 7 luglio, che ha visto l’Ensemble laBarocca impegnato sul palco dell’”Estate Sforzesca” con un programma interamente dedicato a Wolfgang Amadeus Mozart, questa sera alle ore 21 la Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano torna protagonista nel suggestivo Cortile delle Armi del Castello Sforzesco di Milano con un repertorio iconico.
Sempre sotto la bacchetta del Maestro Ruben Jais, l’Orchestra Sinfonica di Milano “Giuseppe Verdi” esegue due capisaldi del repertorio classico: la “Sinfonia n.40 in Sol minore op.550” di Wolfgang Amadeus Mozart e la “Sinfonia n.5 in Do minore op.67” di Ludwig van Beethoven.
Un programma che va a costituire un appuntamento a ingresso gratuito (con prenotazione obbligatoria) intitolato “Il Classico Ferragosto”, con cui la Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano “Giuseppe Verdi” approda per la seconda volta nel 2021 sul milanesissimo palco dell’ “Estate Sforzesca”, iniziativa giunta alla sua nona edizione, che riempie di cultura il suggestivo Cortile delle Armi del Castello Sforzesco, quel luogo che della città di Milano custodisce intatto lo spirito primigenio.
Due composizioni emblematiche del Classicismo viennese, permeate entrambe da un profondo senso tragico. La “Sinfonia n.40 in Sol minore K.550” di Wolfgang Amadeus Mozart, composizione filtrata dalle terribili avversità degli ultimi anni di vita del compositore, è una pagina sinfonica descritta dal Manzoni come un “canto amaro e sublime”, definizione che ben riassume la sua perfezione formale, la sua divina levigatezza di tratti, oltre all’intimo clima, come di una confessione. Datata 1788, e articolata nei movimenti Molto allegro – Andante – Minuetto e trio. Allegretto – Allegro assai, fu composta in un momento particolarmente prolifico della vita dell’autore: il 26 giugno aveva infatti visto la luce la sinfonia 39, il 25 luglio era stata la volta della 40 ed il 10 agosto della 41, la celebre “Jupiter”; rimane il dubbio se l’autore abbia lavorato alle tre opere contemporaneamente, ma questa possibilità non sminuisce in alcun modo la straordinaria qualità di questi lavori.
Fa da pendant a questo splendido lavoro orchestrale la “Sinfonia n.5 in Do minore op.67” di Beethoven, celebre per il suo motivo iniziale, interpretato dall’amico Anton Schindler come il bussare del destino alla porta del compositore. Fu composta tra il 1807 e 1808, e fu eseguita per la prima volta il 22 dicembre di quell’anno. Una curiosità della prémière: avvenuta al teatro viennese “An der Wien” sotto la direzione dello stesso autore, essa fu al centro di un programma estremamente ampio, e fu affiancata da molti altri lavori beethoveniani, tra cui la Sesta Sinfonia, alcune sezioni della Messa in do maggiore, il Quarto Concerto per pianoforte e orchestra e altre composizioni ancora. La sua caratteristica più evidente è una lotta interminabile di istanze opposte, in una gigantesca visione antagonistica in perenne mutamento, che culmina nell’apoteosi del Finale.

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