Il cinema muto rivive con “La Passione di Giovanna d’Arco”

Roma. Non una proiezione, non un concerto, ma un’intensa rappresentazione dove le immagini si specchiano nella musica e insieme raccontano il più grande poema cinematografico sul volto umano e sull’eroismo.

Il mondo interiore di Giovanna d’Arco rivive attraverso la musica di Corrado Nuccini (Giardini di Mirò) e Xabier Iriondo (Afterhours), per la prima volta insieme sul palco per sonorizzare live un capolavoro del cinema muto: “La Passione di Giovanna d’Arco” del regista danese Carl Theodor Dreyer.

Primo appuntamento il 3 ottobre nella prestigiosa Villa Medici di Roma, poi il 18 ottobre nel Complesso Monumentale Chiesa di Sant’Oliva di Cori per la rassegna “Inkiostro”; il 26 ottobre a M9 museo del ’900 di Mestre per “Soundyard” e il 22 novembre all’Auditorium Loria di Carpi nell’ambito de “Le maschere del Suono”.

Una sonorizzazione potente e drammatica, che alterna momenti di melodia a silenzi e rumore, prendendo ispirazione da linguaggi musicali che vanno dall’ambient alla musica sciamanica e tribale, dal neoclassicismo al rumorismo di matrice novecentesca.

“La Passione di Giovanna d’Arco” (1928) racconta il processo alla Pucelle d’Orléans avvenuto nella sola giornata del 30 maggio 1431 nel castello di Rouen, interamente ricostruito nella periferia parigina in occasione delle riprese. Forte della memorabile performance di Renée Falconetti i cui occhi riescono a parlare, a urlare, a sorridere nonostante la totale assenza di parole, il film è passato alla storia per la scelta di Dreyer di utilizzare quasi esclusivamente primi e primissimi piani, attraverso i quali descrive la complessità morale dei protagonisti, sondando le profondità spirituali della fede, dell’amore e della morte.

La partitura musicale, in profondo legame con le immagini, descrive il mondo “bordeline” della protagonista, sospesa tra l’abisso e il cielo, tra il rogo e le braccia di Dio, rapita in uno “stato di grazia” che la rende più vicina a Dio che agli uomini, come dimostrano i suoi sguardi e le sue espressioni.
Corrado Nuccini e Xabier Iriondo si esibiscono in una complessa revisione musicale della pellicola che va oltre il senso stesso di cineconcerto, superando la tradizionale sonorizzazione de “La Passione di Giovanna D’Arco” che contestualizza anche il suono in un ambito medievale, attraverso l’utilizzo di canti gregoriani e musica sacra. Un lavoro che cerca un linguaggio sonoro diverso, più focalizzato sulla psicologia umana.
In questa performance, Iriondo suona il mahai metak, un cordofono a dieci corde di sua invenzione e realizzazione, la chitarra elettrica e alcuni effetti di sua progettazione. Nuccini suona i sintetizzatori, la drum machine, le programmazioni elettroniche e la chitarra elettrica.

Corrado Nuccini è fondatore, voce e chitarra dei Giardini di Mirò con cui ha realizzato cinque album in studio dalle sonorità contemporanee vicine al post rock. Ha collaborato alla stesura di numerose colonne sonore di film, (“Sangue” di Libero di Rienzo, “Prendimi e portami via” di Tonino Zangardi e “Un gioco da ragazze” di Matteo Rovere) oltre ad aver sonorizzato diverse pellicole per conto del Museo del Cinema di Torino. Nel 2018, in occasione del Seeyousound Festival di Torino, ha rimusicato dal vivo con Enrico Gabrielli e “Iosonouncane” “Ingeborg Holm”, film muto del 1913. Dal 2012 cura il corso “Soundtracks – Musica da film” per conto del Centro Musica del Comune di Modena.

Xabier Iriondo è un musicista di origini basche, chitarrista degli Afterhours dal 1992 e a tutti gli effetti l’anima più creativa e sperimentale del gruppo. Con la band milanese partecipa alla realizzazione di album che hanno segnato un’epoca nella musica alternativa italiana (“Germi” e “Hai paura del buio”, solo per citarne due), prima della temporanea uscita dal gruppo nel 2002. Tornerà a suonare con Manuel Agnelli e soci nel 2010. Attualmente, è spesso ospite della trasmissione “Ossigeno” su RaiTre.

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