Gli Oblivion raccontano la Bibbia al Teatro Storchi

Modena. Sabato 16 alle 20.00 e domenica 17 marzo alle 17.00 sul palco del Teatro Storchi di Modena arrivano gli Oblivion, l’irriverente gruppo bolognese lanciato dal web nel 2009 grazie al micro-musical “I promessi sposi in 10 minuti”.
La compagnia si confronta qui per la prima volta con un vero e proprio musical comico: uno show dissacrante sui più significativi episodi biblici che lascia senza fiato, esplorando in chiave comica i più svariati generi musicali, dalla rivista al rap, passando per il gospel e le atmosfere dei grandi musical di Broadway.
Un trasformismo virtuosistico, rafforzato da effetti visivi quasi illusionistici che trascinano il pubblico in un viaggio strampalato e visionario tra le pagine dell’Antico Testamento e dell’Età Moderna.
Germania 1455, Johann Gutenberg introduce la stampa a caratteri mobili creando l’editoria e inaugurando di fatto l’Età Moderna. Conscio della portata rivoluzionaria di questa scoperta, Gutenberg sta per scegliere il primo titolo da stampare. Al culmine della sua ansia da prestazione bussa alla porta della prima stamperia della storia un Signore. Anzi, il Signore. Dio si presenta con un’autobiografia manu-scolpita di suo pugno su lastre di pietra e chiede a Gutenberg di pubblicarla con l’intento di diffonderla in tutte le case del mondo e diventare così il più grande scrittore della storia. Gutenberg è molto risoluto e sa bene cosa cerca il pubblico in un libro. Cercherà quindi di trasformare, con ogni mezzo possibile, quello che lui considera un insieme di storie scollegate e bizzarre in un vero e proprio best seller: La Bibbia.
Tra discussioni infinite, riscritture e un continuo braccio di ferro tra autore ed editore, nella tipografia prenderanno vita le vicende più incredibili dell’Antico e Nuovo Testamento, le parti scartate e tutta la Verità sulla Creazione del mondo, finalmente nella versione senza censure. Una Bibbia riveduta e scorretta.

Molto metodo e tanta follia. Ecco gli Oblivion. Cinque straordinari “filosofi assurdisti”, cinque rigorosi fantasisti (“l’immaginazione è più importante della conoscenza”, insegna Einstein), cinque ricercatori teatrali che usano il Comico come esercizio di intelligenza critica, di irriverenza; un’arma radiografica, acuminata e gentile, per togliere polvere e noia dal palcoscenico. Cinque instancabili contaminatori, cinque sorridenti secchioni (per questa Bibbia “riveduta e scorretta” hanno studiato più di tanti seminaristi e teologi…), portatori sani di leggerezza (che non è futilità) e di rigore. Perché per rovesciare il senso occorre prima provare a capirlo.
Il teatro degli Oblivion è polifonico, meticcio, seriamente ridicolo, onnivoro, citazionista ma sempre personalissimo. Sanno usare la leggerezza (che non è futilità…) come ricerca della precisione, della sintesi, dell’agilità, della rapidità di pensiero e azione teatrale. Essere loro complice in questo viaggio biblico è euforico e mai prevedibile. Significa provare a raccontare “la storia delle storie” entrando in un universo surreale, musicale e pittorico che, come tutti i veri creatori/creativi, cerca di mettere ordine nel Caos. In questo caso, da un bislacco Big Bang a un novello Jesus Christ Superstar rapper e alieno.

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