“Every Brilliant Thing”, un’autobiografia scandita da liste di cose per cui vale la pena vivere

Milano. Dal 27 maggio al 1° giugno Fabrizio Arcuri e Filippo Nigro, quest’ultimo anche in veste di interprete, portano in scena, al Teatro Studio Melato, “Every Brilliant Thing”, un’autobiografia, ironica e commovente, scandita da “liste di cose per cui vale la pena vivere”. Nel tentativo di offrire alla madre del protagonista un inventario di possibilità per cui la vita debba essere vissuta, lo spettacolo si avventura, con garbo e delicatezza, sul terreno impervio della depressione. Scritta nel 2013 da Duncan Macmillan insieme a Johnny Donahoe – che ne è anche il primo interprete – e presentata lo stesso anno, con grande successo, al Festival di Edimburgo, “Every Brilliant Thing” è un’autobiografia scandita da liste di “cose per cui vale la pena vivere”. Nel 2021 viene messo in scena in Italia, nella traduzione di Michele Panella, con la regia a quattro mani di Fabrizio Arcuri e Filippo Nigro, anche attore protagonista dello spettacolo, per la coproduzione di CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e Sardegna Teatro. Con la complicità degli spettatori – chiamati, di recita in recita, come elemento destabilizzante e innovativo – e attraverso una scrittura dal ritmo serrato e divertente, Filippo Nigro rivive in scena, ogni sera diversamente, lo spettacolo. “Every Brilliant Thing” si trasforma, dunque, in una pièce partecipativa dal tono intimo, coinvolgente e confidenziale, che, a seconda della risposta del pubblico, della temperatura emotiva e delle reazioni che genera in teatro, non è mai la stessa. La lista che il protagonista condivide è imprevedibile e personalissima, composta da episodi e aneddoti catturati a margine di libri, scontrini e sottobicchieri del pub. Il monologo passa in rassegna la sua vita, mettendone progressivamente a fuoco le tappe fondamentali: il rapporto con il padre e con il suo primo amore, il fallimento del suo matrimonio, la ricerca di aiuto nei momenti di difficoltà. Il risultato è un racconto-confessione – umano e informale – di momenti speciali, tra improvvise illuminazioni, piccole manie e attimi indimenticabili, che riesce a toccare con sensibilità e con una non superficiale leggerezza un tema delicato e complesso come la depressione. Alla fine, la lista si rivelerà uno strumento utile, più che a sua madre, al protagonista stesso, per ricordarsi che: «Se vivi tanto a lungo e arrivi alla fine dei tuoi giorni senza esserti mai sentito totalmente schiacciato, almeno una volta, dalla depressione, beh, allora vuol dire che non sei stato molto attento!».

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