“Dalla Napoli di Keith Haring ai giorni nostri”, un viaggio lungo quarant’anni

Napoli. Presso il Palazzo delle Arti di Napoli è visitabile l’esposizione collettiva curata da Andrea Ingenito, comprendente oltre 100 opere di artisti di calibro internazionale che hanno reso Napoli il centro di un fenomeno artistico a 360 gradi. Stiamo parlando di Keith Haring, della fotografia sociale di Luciano Ferrara, di Roxy in the Box e Trallalà. Artisti la cui cifra è la duttilità nella sperimentazione, la fruibilità dell’opera finale, la condivisione artistica aperta e comunitaria. Figli di generazioni diverse ma connesse dalla medesima visione per quanto concerne la produzione artistica, il fare arte appunto.

Dopo aver visionato alcuni inediti di Luciano Ferrara, autore di scatti fotografici che raccontano il fermento di un’epoca irripetibile, gli anni ’80, Ingenito, ha l’intuizione riunire e mettere in mostra coloro i quali furono portatori di quella visione altra, di quell’altro sguardo napoletano. In ogni campo dell’arte lo sperimentalismo partenopeo ha innovato quel tempo facendosi automaticamente avanguardia.

Difficile descrivere esaustivamente una stagione tanto eccezionale come quella, ma basti pensare che sia attori visionari sia registi dotati di profonda sensibilità si affermano proprio respirando quel humus culturale; artisti come Ruccello, Neiwiller, Accetta, Martone, De Simone, Moscato ed altri hanno contribuito notevolmente a rendere Napoli “capitale dell’arte”. Un teatro a cielo aperto che torna ad essere mostrato nelle stanze del PAN, fino al 28 febbraio.

Street art e cultura pop compongono il mosaico d’autore, contraddistinto dal repertorio bidimensionale e stilizzato di Haring che tra litografie e tele strabilianti getta l’occhio di chi guarda in una festosa esperienza visiva.

Ci si diverte poi con l’ecletticismo di Roxy in the Box che dà vita alla serie luminosa “Martiri” (richiamando l’iconico aperitivo italiano) con un S. Gennaro denunciante e una Madonna in versione contemporanea che stringe a sé un’edizione glamour della rivista “Vanity Fair”. Realtà e farsa, satira e critica si muovono in parallelo nei lavori della pop artist napoletana non diversamente dalle accattivanti rappresentazioni della “Sirena Partenope”, firmate Trallalà che afferma di dipingere per “necessità”, per dare voce ad una missione artistica volta a rifondare lo spazio urbano.

La mostra è stata organizzata da “Arcadia”, con il patrocinio del Comune di Napoli, dell’Assessorato alla Cultura di Napoli e PAN Palazzo delle Arti di Napoli, sponsorizzata da Grimaldi Lines, Andrea Ingenito Contemporary Art, in collaborazione con London, Real Fabbrica di Capodimonte, Media Partner “Sii Turista Della Tua Città” e con il contributo tecnico di Ribiciclo, Consulbrokers, Materie&Superfici, Home Mobili e Immobili.

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