Attore e regista, Corrado Oddi accoglie la sfida per il rinnovo del Nuovo IMAIE

Roma. Corrado Oddi nasce in Abruzzo ad Avezzano. Dopo i primi anni di formazione presso il centro di Cultura Popolare per il Teatro di Roma, dove studia recitazione, drammaturgia, improvvisazione e dizione. Si perfeziona al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Si cimenta in teatro come attore e come regista già dal 1989, spaziando tra i più grandi della tradizione teatrale italiana, da E. De Filippo a L. Pirandello, da D. Maraini a E. Petrolini. Contemporaneamente inizia anche la sua carriera cinematografica recitando in film come “Ragazzi de’ borgata” (1986), “La bella società” (2010), “Almeno tu nell’universo” (2010), “Storie sospese” (2015). Ha anche partecipato alle fiction tv italiane più famose, come “Carabinieri 6”, “I Cesaroni 5”, “Squadra antimafia 6”. In due docufiction Rai per il 25° anniversario dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, presta il volto al Giudice Giovanni Falcone. In particolare, per la sua interpretazione in “Giovanni Falcone c’era una volta a Palermo” vince nel 2017 il Premio Torre d’argento, ottenendo anche un Riconoscimento Speciale per merito, Ambasciatori d’Abruzzo nel mondo 2017, per il lustro dato alla sua Regione. Di Corrado Oddi quello che salta maggiormente agli occhi è la sua completezza e poliedricità. Forse proprio questo suo aspetto lo ha spinto a mettersi in gioco con altri colleghi formando una lista e proponendosi per il rinnovo degli organi del Nuovo IMAIE.

Nella tua carriera non ti sei fatto mancare niente: vanti esperienze nel cinema, nella tv, nel teatro. Hai fatto il doppiatore, l’autore. Insegni recitazione e dizione. E ti sei cimentato anche nella regia. In quale veste ti senti di più a tuo agio?

In tutte e in nessuna paradossalmente. Non riesco a darmi un’etichetta; questo è anche nel mio modo di interpretare le cose e i miei personaggi: un modo che va un po’ fuori dagli schemi accademici. Mi sento a mio agio come autore, come insegnante e in tutte le altre cose citate, finché posso dare qualcosa in ognuna di queste sfaccettature che comunque hanno tutte a che fare in qualche modo con la ricerca. La stessa che deve compiere un attore quando deve interpretare il suo personaggio o ricreare una storia. Che poi tutto sommato è in generale quello che fa l’uomo nei confronti della vita. Che poi a volte capita di sentirsi a proprio agio più su un palcoscenico, su un set che nella vita. Forse perché ci sentiamo più protetti e abbiamo la sensazione e l’illusione che non può accaderci nulla di male.

Non ti chiederemmo mai di scegliere tra cinema e tv: ma raccontaci, cosa ti piace particolarmente del grande schermo e cosa invece del palco?

Parliamo ovviamente di due mondi delle illusioni. O forse due mondi di realtà. Dipende dai punti di vista. Il cinema ti porta dentro la storia totalmente: è come camminare, respirare con i personaggi, ma soprattutto con la storia se ben raccontata. Anche se questo credo si possa dire che accada anche per il teatro, dove in più c’è la carnalità dell’attore che trasmette quel brivido adrenalinico capace di creare una strana alchimia tra te e il pubblico presente in sala. Sono due modi di affrontare il personaggio apparentemente simili ma completamente diversi. In teatro lo fai crescere nella sequenza delle scene e degli atti; nel cinema a volte devi staccare, fare dei salti per esigenze di piani di lavorazione e questo richiede una maggiore concentrazione per rientrare nello stato d’animo del plot. Del resto, come diceva Fellini, “Il cinema non è il modo più diretto per entrare in competizione con Dio”?

Ripensando alla tua carriera di attore, a quale personaggio o storia ti senti maggiormente legato?

Ovviamente al lavoro svolto sul personaggio di Giovanni Falcone; l’ho “pedinato”, si può dire quasi stalkerato, in senso figurato ovviamente. Ho visto quasi tutte le sue interviste, letto i suoi scritti. Ho anche preso anche un po’ di peso. Ne è venuto fuori una copia quasi identica, ma non nella verosimiglianza fisica, quanto proprio nello stato d’animo. Ho ricevuto messaggi da attori accademici palermitani che si sono sorpresi nel vedere un Falcone così vicino a quello che hanno visto in mille interviste. Riporto le parole esatte di un messaggio ricevuto, che ovviamente mi ha piacevolmente sorpreso e lusingato: “Signor Oddi: complimenti, veramente complimenti, ho visto qualche giorno fa uno speciale su Giovanni Falcone, mi creda la più grande interpretazione che abbia mai visto, riguardo a questo straordinario personaggio, nei gesti nella preoccupazione, nell’ironia, lei ha incarnato il dottor Falcone meglio di chiunque altro sul panorama nazionale e non”. Ovviamente l’ho pagato per questo messaggio… permettetemi po’ di ironia!!

Mancano pochi giorni alle elezioni del Nuovo IMAIE che si terranno il 22, 23 e 24 maggio: cosa ti ha spinto a far parte dei candidati della lista “La Squadra per l’Audiovisivo”?

Molto semplice: l’amico Stefano Masciarelli mi ha portato a conoscere Ermanno Ribaudo, il nostro capolista, ed è scattata subito una grande intesa; io sono fatto così, empatizzo con le persone come me, sincere, ironiche, serie ma che non per questo si prendono molto sul serio. Ho deciso di accogliere la proposta di Ermanno perché mi ha trasmesso subito serietà, competenza e soprattutto onestà. Il fatto che lui conosca molto bene il Nuovo IMAIE è poi senza dubbio un grande valore aggiunto alla nostra lista. Che poi è una lista di professionisti e persone vere, “umane”.

Qual è la parte del programma della vostra lista a cui tieni di più?

Naturalmente condivido punto per punto tutto il programma. Ci tengo anche a dire che, in questo periodo difficile per il nostro settore, il Nuovo IMAIE ha messo in campo misure che sono state una vera boccata di ossigeno. Si dovrebbe continuare su questa scia. Per esempio il sostegno che è stato dato per i costi sostenuti per i provini è un’ottima cosa. Fare un provino comporta sempre un impegno forte, in termini di energie, tempo e spese vive. Per lo stesso motivo sarebbe davvero sensata la previsione di un contributo per gli showreel. Per alcuni casting è ancora uno strumento richiesto, e sostenere la spesa di uno showreel fatto bene non è roba da poco. Certo in questi, come in altri casi, se non si alleggeriscono la burocrazia e le procedure, velocizzando anche le tempistiche per le erogazioni, un po’ se ne perde il senso. Forse un maggior numero di addetti potrebbe essere utile. Come potrebbe esserlo un maggior numero di consiglieri di amministrazione che porterebbero sicuramente nuovi spunti e visuali differenziate.

Cosa c’è nel tuo prossimo futuro ora che finalmente anche i teatri e i cinema hanno riaperto?

Parlare di futuro in questo periodo non è semplice; si programmano cose e poi dopo una settimana tutto viene rinviato o annullato per via della pandemia. Ma detto questo stiamo riprendendo il tour del nostro Pinocchio con le Fanfare dei Carabinieri d’Italia; dovremmo essere in Puglia a metà luglio, poi a Milano in autunno e se sarà possibile anche in alcune città europee. Approfitto per salutare il maestro Pericle Odierna, autore dell’opera, e la manager del progetto Rosalba Santoro. Per il cinema stiamo lavorando ad un progetto che porterà sullo schermo un personaggio di cui si è sentito parlare poco, sia in tv che nel cinema, ma che ha documentato la vita di uno dei personaggi italiani più famosi al mondo…ovviamente, come ogni intervista ad un attore che si rispetti, devo aggiungere un classico “al momento non posso dirvi di più…”.
Vi terrò aggiornati, però. Promesso!

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