“Antonio e Cleopatra”, il racconto di un presente segnato dal doppio e dalla contraddizione

Modena. Dopo “Catarina e a beleza de matar fascistas”, al Teatro Storchi, un secondo appuntamento con il teatro di Tiago Rodrigues, autore, attore e regista portoghese, nominato nel 2021 direttore artistico del Festival d’Avignon. “Antonio e Cleopatra”, in scena sabato 7 alle 19.00 e domenica 8 maggio alle 16.00, è una produzione nata nel 2014 del Teatro Nacional D. Maria II di Lisbona a partire da una creazione della compagnia Mundo Perfeito fondata nel 2003 dallo stesso Rodrigues insieme a Magda Bizarro. Negli anni i due artisti hanno dato vita a un linguaggio originale, sperimentando formati di coinvolgimento attivo del pubblico e lavorando sulla scrittura e la riscrittura del verso poetico e dell’azione scenica. Un’opera che guarda all’attualità, a un presente segnato dal doppio e dalla contraddizione. Antonio e Cleopatra hanno unito amore e politica e hanno inventato una politica dell’amore. Una storia senza tempo, basata su eventi reali spesso romanzati: Shakespeare ha scritto per loro una tragedia che si è trasformata nella versione più reale di ciò che non è mai accaduto. Joseph L. Mankiewicz ha diretto nel 1963 il film Cleopatra con Richard Burton ed Elizabeth Taylor che ha portato la 20th Century Fox quasi alla bancarotta. «Questo Antonio e Cleopatra non è l’opera di William Shakespeare – commenta Tiago Rodrigues – è uno spettacolo originale che abbiamo costruito a partire dalla tragedia di Shakespeare, che a sua volta getta le fondamenta nel ritratto biografico che Plutarco fa di Marco Antonio in “Vite parallele”, lui stesso erede di diversi scritti e resoconti dal vivo (Plutarco cita anche il suo bisnonno nel capitolo su Marco Antonio). Ci facciamo carico di questa e altre eredità, meno antiche ma altrettanto monumentali, come il film-maratona del 1963 diretto da Mankiewicz (di cui usiamo frammenti della colonna sonora) con la coppia Taylor-Burton o l’aura abbagliante che la storia d’amore di Antonio e Cleopatra ancora esercita su storici, narratori e sul pubblico». Al contrario di “Otello, Re Lear o Macbeth”, “Antonio e Cleopatra” è una delle tragedie meno amate di Shakespeare: nel tempo si è consolidata la sua reputazione di opera imperfetta, dovuta alla molteplicità e alla dispersione dei tempi delle ambientazioni in chiara disobbedienza ai parametri aristotelici. Ed è proprio lo spirito ribelle della sua struttura che ha spinto la creazione di questo spettacolo e che ha permesso a Tiago Rodrigues e alla compagnia di produrre il loro Antonio e Cleopatra. Gli interpreti, Sofia Dias e Vítor Roriz, sono e non sono Antonio e Cleopatra: sono Antonio che vede attraverso gli occhi di Cleopatra, e viceversa. Lo spettacolo porta in scena il mondo attraverso le sensibilità dei due. «La tragedia di Shakespeare – prosegue Rodrigues – è un inventario di dicotomie: est e ovest; ragione e sentimento; maschile e femminile; politica e sesso; guerra e amore; lavoro e tempo libero; tragedia e commedia. Faccia a faccia, fianco a fianco, in complementarità o simbiosi, ogni ingrediente di quest’opera trova sempre il suo corrispettivo o il suo contrario. Proprio come la coppia dello spettacolo. Affascinati dall’idea, abbiamo ridotto a due il numero faraonico di interpreti di Shakespeare: Sofia Dias e Vítor Roriz. Sofia e Vítor sono molto di più di una rappresentazione di Cleopatra e di Antonio. O forse dovrei dire di un Antonio e una Cleopatra. Perché Sofia parla ossessivamente di un Antonio e Vítor parla allo stesso modo di una Cleopatra. Sofia descrive sempre cos’è un Antonio che vive in uno spazio immaginario. E viceversa. Viceversa avrebbe potuto essere il titolo di questo spettacolo».

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