“Amore” sancisce il ritorno di Pippo Delbono al Teatro Bonci di Cesena

Cesena. Con l’ultima opera, “Amore”, torna al Teatro Bonci di Cesena dopo una lunga assenza Pippo Delbono: lo spettacolo è in scena sabato 2 dicembre (ore 20.30) e domenica 3 (ore 16.00). Regista, autore, attore di teatro e cinema di casa in ERT, che lo sostiene dagli esordi, Delbono ha segnato la storia del teatro contemporaneo europeo e continua a rappresentare le sue creazioni in Italia e all’estero: negli anni ’80 ha fondato insieme a Pepe Robledo la sua Compagnia, che nel tempo si è allargata a una comunità scenica dalla forza espressiva irripetibile, ospitata e prodotta dai maggiori teatri e festival, in più di 50 paesi in tutto il mondo.
“Amore” è una grande coproduzione internazionale, che ha coinvolto personalità artistiche di diverse discipline, come il celebre chitarrista e compositore Pedro Jóia, due volte Premio Carlos Paredes 2021, il cantante Miguel Ramos, uno dei più riconosciuti della nuova generazione del fado, l’angolana Aline Frazão, scrittrice, musicista e autrice nel 2020 della colonna sonora del film Aria Condizionata del regista Fradique (fra i più talentuosi del cinema contemporaneo africano), l’artista visiva portoghese Joana Villaverde e lo studioso Tiago Bartolomeu Costa.
Dopo la tappa a Cesena, lo spettacolo è atteso in un altro teatro ERT, l’Arena del Sole di Bologna, dal 14 al 17 dicembre.

“Amore” è una ricerca sull’emozione più potente, quel vero e proprio ingranaggio che nell’organismo umano seleziona, sposta, frantuma e ricompone tutto ciò che vediamo, sentiamo, desideriamo. Uno stato dell’anima, attraversato in scena con l’energia coinvolgente di una musica che sa renderlo carnale: punto di partenza è il Portogallo con la sua cultura, le note sono quelle malinconiche del fado che da sempre materializzano la passione, insieme all’assenza, la distanza, la nostalgia. La parola poetica, restituita dal registro caldo dell’artista attraverso il suo consueto, ipnotico, salmodiare al microfono, è di autori di lingua portoghese – Carlos Drummond de Andrade, Eugénio De Andrade, Daniel Damásio Ascensão Filipe, Sophia de Mello Breyner Andresen, Florbela Espanca – di Jacques Prévert e Rainer Maria Rilke.
Il progetto artistico è nato dall’amicizia fra Pippo Delbono e il produttore teatrale italiano Renzo Barsotti, da anni attivo in Portogallo, dal desiderio di realizzare insieme uno spettacolo su questo paese. Da qui l’inizio di un suggestivo viaggio attraverso paesaggi pittorici, lirici e sonori, fra geografia esterna – il Portogallo, ma anche l’Angola e Capo Verde – e riflessione autobiografica. Il ritmo è quello ora di una parata, ora di un tableau vivant, ora di una lenta processione, l’immagine è un quadro che muta nei colori, si scalda e si raffredda. A tenere insieme un montaggio emotivo mai del tutto pacificato è una grammatica scenica che alterna il pieno al vuoto, il canto alla musica, la voce viva al silenzio: una mappatura di emozioni che scava nell’animo dell’autore, dei suoi interpreti e dello stesso spettatore, chiamato a cercare sempre con gli occhi ciò che manca e che, inesorabilmente, tarda a manifestarsi.

«Questo spettacolo presenta una duplice visione dell’amore» racconta Pippo Delbono. «Da una parte – e sono i testi a prendere voce – ci mettiamo, tutti, alla ricerca di quell’amore, cercando di sfuggire alla paura che ci assale. In questo viaggio si cerca di evitarlo, questo amore, anche se ne riconosciamo costantemente l’urgenza; io lo ricerco, ma anche lo voglio, ed è proprio questo che fa paura. Ma il cammino – fatto di musiche, voci, immagini – riesce poi, forse, a portarci verso una riconciliazione, un momento di pace in cui quell’amore possa manifestarsi al di là di ogni singola paura».
“Amore” per il regista ligure è un altro tentativo di portare dentro al teatro la vita, nominando questa parola, a lungo grande assente nei discorsi pubblici, sulle tracce del sentimento che ci definisce umani.

In occasione del ritorno di Pippo Delbono a Cesena, ERT propone un focus che attraversa il suo lavoro degli ultimi anni, con due proiezioni cinematografiche e un incontro, insieme a una Lectio magistralis.
Mercoledì 29 novembre alle 17.30 Enrico Pitozzi, docente e coordinatore del corso di Laurea in Discipline della musica e del teatro dell’Università di Bologna, introduce la proiezione al Cinema Eliseo del film “Amore Carne” (2011) di Pippo Delbono, nell’ambito del ciclo “DAL PALCO ALLO SCHERMO” Incontri tra cinema e teatro (un’iniziativa in collaborazione con il Cinema Eliseo).
Sabato 2 dicembre alle 16.00 è prevista la proiezione del film “Grido” nella Sala Proiezioni della Biblioteca Malatestiana (l’evento è promosso in collaborazione con la Biblioteca) e alle 18.00 nel Foyer del Teatro Bonci Pippo Delbono dialoga con Gianni Manzella, giornalista, saggista, studioso di arti sceniche, autore del volume “La possibilità della gioia”, viaggio dentro l’arte teatrale del regista, alla scoperta di una delle più affascinanti avventure artistiche dei nostri tempi.
Domenica 3 dicembre al Teatro Bonci alle 11.30 il professor Pitozzi introduce la Lectio magistralis “Quell’uno che eravamo. Amore e morte nei grandi miti classici” di Umberto Curi, filosofo e professore emerito di Storia della filosofia presso l’Università di Padova.
Nel Foyer sarà allestito dalla Libreria Mondadori un punto vendita con libri dedicati alla figura di Delbono e testi suoi.

La replica di domenica 3 dicembre sarà audio descritta per persone con disabilità visiva: l’iniziativa si svolge nell’ambito del progetto del Centro Diego Fabbri di Forlì Teatro No Limits, con il sostegno di BCC Romagnolo. Informazioni e prenotazioni: info@centrodiegofabbri.it – tel. 0543 30244.

Domenica 3 dicembre è previsto anche il laboratorio di disegno e origami “Una storia, mille storie” condotto da Barbablù, nell’ambito del progetto “Vengo anch’io!”, che offre alle famiglie la possibilità di assistere ad alcuni spettacoli del cartellone mentre le bambine e i bambini (dai 6 agli 11 anni) partecipano a laboratori creativi a cura di associazioni e realtà artistiche del territorio, in spazi interni al Teatro.

Crediti foto: Luigi Cerati.

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