“Alda. Parole al Vento”, il tributo del CETEC alla grande poetessa del Novecento

Milano. “Sono nata il ventuno a primavera ma non sapevo che nascere folle, aprire le zolle potesse scatenar tempesta…”.

Sono queste le parole riportate sulla locandina del nuovo spettacolo del CETEC dedicato alla poetessa Alda Merini, “Alda. Parole al Vento”, con la regia e la drammaturgia, teatrale e musicale, di Donatella Massimilla, che ha debuttato al Piccolo Teatro Studio Melato questo weekend, 20 e 21 maggio.

Alda Merini diceva di trovarsi a proprio agio nel disordine e nel caos, ed è questa l’atmosfera che si respira fin da quando si entra in platea: il sipario è aperto, le attrici in scena e la scenografia completa. Si sente frastuono, voci a cui è impossibile dare nome e provenienza. Lo spettatore fa fatica a comprendere se la rappresentazione sia già iniziata o se abbia fatto irruzione all’interno del teatro durante le prove.

Appena le luci si spengono tutto prende forma e le tre attrici ripercorrono, tra canzoni e poesie, i momenti più significativi della vita della grande poetessa dei navigli.

L’esistenza di Alda viene scossa dalla prima turbolenza quando lei ha appena dodici anni. La guerra è arrivata anche a Milano e la sua casa d’infanzia, in Porta Genova, rimane vittima dei bombardamenti che la costringono, con sua madre e suo fratello Ezio, a trasferirsi a Vercelli, dove deve adattarsi a una vita di campagna e di stenti.
Il ritorno a Milano, alla fine del conflitto, viene vissuto come una riscoperta della sua città: l’amore per la musica e la letteratura si fanno sempre più vivi e proprio per questo decide di tentare l’ammissione al Liceo Classico “Manzoni”, che non andrà a buon fine per l’esito insufficiente della prova di Italiano.
Durante l’adolescenza, grazie ai suoi componimenti già straordinari, conosce i grandi personaggi della letteratura novecentesca: il noto critico letterario Giacinto Spagnoletti la mette in contatto con, tra gli altri, Salvatore Quasimodo, Giuseppe Ungaretti e Eugenio Montale i quali rimangono tutti folgorati dal talento della giovane poetessa.

È in questo periodo che, purtroppo, nella vita di Alda Merini fanno capolino “le prime ombre della sua mente”, che non la abbandoneranno mai più e la condanneranno a un’esistenza trascorsa in uno stato di forte depressione con molteplici ricoveri ospedalieri, costellata da qualche piccolo barlume di serenità.

I componimenti di Alda Merini, a volte ruvidi e tenebrosi, altre romantici e sognatori, ci permettono quasi di tracciare un’autobiografia perfetta di chi è stata: un’autrice tormentata, una moglie e una madre anticonvenzionale, ma prima di tutto una donna vera, capace di abbracciare le difficoltà della vita e la sua follia e di trarne un’inestinguibile linfa vitale.

È stato particolarmente emozionante vedere ritratta così fedelmente la figura della poetessa accompagnata dalle storie e dalle voci delle donne recluse nelle carceri di San Vittore, che la regista e la cantante Gilberta Crispino ci hanno raccontato attraverso gesti, azioni, visioni e ispirazioni.

Non possiamo che ringraziare tutti i componenti di “CETEC Dentro/Fuori San Vittore” per la meravigliosa messa in scena e augurare loro un grande in bocca al lupo per i loro progetti futuri!

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