Roma. Abbiamo perso la nostra capacità di fare capriole. Vedere il mondo sotto sopra. Cosa che richiede una certa fatica. Per lo meno nel contesto in cui viviamo, dove tutto ci viene dato, tutto ci viene spiegato. Alle volte non abbiamo neanche la libertà di immaginare quello che vogliamo perché la televisione o internet lo ha già deciso per noi. Una certa fatica perché abbiamo perso l’abitudine alla fantasia.
Da questa riflessione nasce il progetto “Se il nonno diventa un gatto – raccontami una storia”. Nel suo libro “La grammatica della fantasia” Gianni Rodari ci spiega come far ripartire questo meccanismo nei bambini (a me piace vedere la fantasia e l’immaginazione come dei muscoli che vanno esercitati se non vogliono diventare solo una zavorra), basta dare semplici regole di base e il bambino farà tutto da solo.
Abbiamo scelto le storie di Rodari e le vogliamo regalare ai bambini così come sono. Senza scenografie, costumi e immagini. Solo la parola e qualche suono.
Ai bambini chiediamo di mettere in moto il loro muscolo dell’immaginazione e disegnare quello che hanno sentito. Si darebbero loro fogli, pennarelli, matite, pennelli e tempere (e chi più ne ha più ne metta!) e si chiederebbe loro di tradurre in immagine quello che hanno sentito, lasciando libero sfogo all’immaginazione, senza giudizio. Sono certa che saranno dei maestri nel creare nuove e mai immaginate scenografie alle mie parole.