Un viaggio bucolico nelle terre campane attraverso il Museo Etnografico di Aquilonia

Aquilonia. In provincia di Avellino è situato il paesino di Aquilonia, conosciuto per molti monumenti e luoghi di interesse ma soprattutto per un museo. Il museo in questione è il Museo Etnografico “Beniamino Tartaglia” e al suo interno si trova una vasta biblioteca contenente migliaia di libri e documenti storici.
Il museo è nato per volontà del professor Beniamino Tartaglia, il quale lo ha ideato e progettato con la collaborazione della popolazione residente: tutti infatti hanno donato oggetti, fornito prestazioni volontarie e versato offerte in denaro per i lavori di ristrutturazione e di adeguamento a fini museali di un ex asilo-nido mai utilizzato e costruito negli anni 70/80. Una piccola comunità che si è espressa in maniera sorprendente e straordinariamente corale, indipendentemente dall’età, dal sesso, dall’appartenenza ideologica e dalle condizioni socio-economiche per una iniziativa marcatamente culturale, naturalmente apolitica e aconfessionale.
Nel vasto panorama dei musei etnografici (circa 1.200 in tutta Italia), la peculiarità e l’unicità del museo di Aquilonia consistono nell’offrire ai visitatori non collezioni tipologiche di oggetti e attrezzi ma, ricostruiti fedelmente e ricomposti con grande rigore filologico, reali ambienti di lavoro e concreti contesti abitativi.
Anche con l’aiuto di materiale fotografico d’epoca, di video, di cd rom e di pubblicazioni specialistiche (Quaderni del Museo), nonché di interventi di “animazione”, il museo consente quelle attività didattiche che coinvolgono attivamente alunni e studenti rendendoli protagonisti della costruzione del proprio sapere, facendo loro scoprire e rivivere moltissimi aspetti di un’antica civiltà.
Il Museo Etnografico di Aquilonia non è il luogo della nostalgia e del tempo perduto, nel quale archiviare i documenti della sconfitta di una civiltà legata alla tradizione, ma è un centro di attività e di mediazione culturali in grado di soddisfare la fame di passato, di trasmettere informazioni ed emozioni e di dare nuova forma ad una più generale esigenza di istruzione. Esso non si limita a contenere e a mostrare collezioni di reperti ma è uno scenario per la riproposizione di forme remote di vita, uno spazio organizzato secondo un progetto di ricomposizione ambientale.
Con un allestimento opportunamente mirato, con precise finalità didattiche e divulgative, esso stimola connessioni nuove e genera autentica conoscenza.
Nel Museo Etnografico di Aquilonia, come in un grande libro scritto con il linguaggio muto e suggestivo degli oggetti della cultura materiale che subito affascina e coinvolge, si passa in rassegna l’esistenza secolare delle tante e diverse comunità del Mezzogiorno.
Nel varcarne l’ingresso ci si sente come inghiottiti dalla “macchina del tempo” e, affacciandosi su autentici scenari di esistenze concretamente vissute, si compie un viaggio carico di emozioni immergendosi quasi per magia nelle viscere della quotidianità di un popolo semplice ed operoso, per troppo tempo emarginato, sfruttato e infine cancellato.
All’interno di tale museo vi è un apparato iconografico (circa duecento foto) che evoca particolari atmosfere e ricrea ambienti e scene di un tempo ormai remoto: una galleria di ritratti degli antenati. Vi è una serie di immagini che si imprimono nella memoria per la loro intensità oltre che per i sogni che esprimono: gli attrezzi del mestiere e l’alimentazione che li caratterizzava nella loro unicità, in una staticità che va al di là del tempo, con quelle mani intelligenti e ingegnose che hanno arricchito il mondo.
Recentemente il Ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, è stato ospite del Museo per visionare i lavori di ristrutturazione della struttura e la valorizzazione del territorio.
Il Museo “Beniamino Tartaglia” è stato oggetto della tesi di Michela Raffa, pedagogista laureatasi presso l’Università degli Studi di Foggia, dal titolo “Terre di Campania: Scienza, Tecnica e Industriosità Umana. Viaggio per immagini nel Museo di Aquilonia”.
Nella tesi viene enunciato il lavoro del Museo come “fattoria didattica”, riconosciuta tra i più valenti del territorio d’Italia. Il Museo Etnografico di Aquilonia, nel suo genere, è tra i più articolati, organici e completi d’Italia: non vi è aspetto, anche minimo, dell’esistenza delle comunità di una volta che non vi sia rappresentato e rigorosamente documentato, facendo del museo un efficacissimo strumento didattico.
L’allestimento nel Museo di Aquilonia consiste in una cinquantina di stand dedicati ai mestieri maggiormente praticati, con la ricostruzione delle atmosfere di una volta attraverso la ricomposizione dei loro ambienti di lavoro. Un doveroso e non inutile tentativo non solo di ricordare chi, a causa di un lungo silenzio e di una preoccupante memoria corta, è stato ingiustamente dimenticato ma anche di offrire, alle attuali e future generazioni, l’occasione di apprezzare il prezioso contributo dato per la costruzione di quella civiltà di cui noi generazioni presente godiamo i frutti. L’ambizione del Museo consiste nel recupero di una memoria dei ricordi e delle tradizioni, prima che si dissolvano in una dimenticanza totale ed irreversibile.

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