Sabry Skin & Mr. K presentano il loro album: “This is no jazz”

Caserta. Il Maestro Mimmo Cappuccio e Sabrina Schinaia compongono il duo jazz Mr. K e Sabry Skin. Li intervistiamo in occasione del lancio di “A glass of red wine”, singolo estratto dall’album “This is no jazz”, in uscita nei prossimi mesi.

Come nasce il vostro duo?
Mr. K: “In sostanza, si è trattato di un incontro sui social. Da tempo avevo intenzione di fare un progetto in veste di chitarrista. Volevo riproporre il jazz alle nuove generazioni ed ero alla ricerca della voce giusta per portare avanti quest’iniziativa. Ritengo che la voce sia in contatto diretto con l’anima. Ho avuto la fortuna di ascoltare sul web Sabrina che peraltro è laureata all’Accademia Nazionale del Jazz di Siena ed è scattata la scintilla. Avevo provinato diverse ragazze ma erano troppo pop per il tipo di progetto”.
Sabry Skin: “In verità, sono io ad essere stata fortunata ad incontrare Mimmo. Personalmente, ho sempre avuto il sogno di realizzare un disco che fosse jazz ma che allo stesso tempo fosse alla portata di tutti e nell’attuale panorama musicale ci sono moltissimi cantanti jazz bravi”.

Raccontateci adesso del vostro progetto artistico più nello specifico.
Mr. K: “Abbiamo scelto “This is no jazz” come titolo dell’album perché è umile e provocatorio allo stesso tempo: da un lato, vuole incuriosire e, dall’altro, è ironico. Il progetto evoca i grandi standard jazz americani, da Sinatra a Paul Anka, e non richiama alle più recenti evoluzioni jazzistiche da cui sia io che Sabrina ci sentiamo distanti. Naturalmente, ci sono brani con sonorità molto jazz”.
Sabry Skin: “Infatti, “This is no jazz” è il più jazzistico dei pezzi dell’album, nonostante il titolo. Come diceva Mimmo, è un progetto che vuole essere molto fruibile, intreccia stili e culture differenti ed è basato su un’intensa ricerca, conformemente al nostro spirito di viaggiatori”.
Mr. K: “Inoltre, sono presenti molte collaborazioni con artisti blasonati: come ad esempio quelle con Alex Bailey, Elisabetta Serio e Claudio Romano. Per quanto riguarda il management, poi, abbiamo concluso un accordo con “La Musica Ribelle” di Emilio de Matteo e Paolo Termini che sta facendo un lavoro egregio. Vogliamo trovare insieme la label più adatta perché di questi tempi è facile bruciare un disco, soprattutto in un panorama pop come quello italiano. Credo che il nostro album abbia personalità come conferma anche la vocazione internazionale: ad esempio, ci sono brani in inglese ed in portoghese”.

Ora passiamo alle vostre rispettive storie: chi sono Mimmo Cappuccio e Sabrina Schinaia prima di essere Mr. K e Sabry Skin? E poi, la parola “Skin” significa pelle: questo pseudonimo è solo un riferimento al cognome?
Mr. K: “Sono un chitarrista ed originariamente mi sono ispirato ad artisti come Santana, George Benson, Larry Carlton, nonché a tutta la musica disco anni ’80. Poi mi sono appassionato e avvicinato alla musica italiana con le musiche di Pino Daniele che cantava proprio su armonie jazzistiche.
Ho pubblicato due vinili come cantautore e, con il passare del tempo, sono diventato producer. Durante gli ultimi anni di pandemia, ho ripreso la mia chitarra Gibson 175 e ho iniziato a scrivere musica jazz che potesse arrivare comunque al grande pubblico, come abbiamo detto”.
Sabry Skin: “Mi piace “Sabry Skin” perché sta ad indicare che la musica è la mia seconda pelle. Allo stesso tempo, c’è un richiamo al mio cognome: infatti, sin dalle scuole medie tutti mi chiamano “Skin”. In un certo senso, la cantante Skin mi ha rubato il cognome.
Non provengo da una famiglia di musicisti, ma, come mi raccontano anche a casa, la musica ha sempre colorato la mia vita. In sostanza, sono una creativa e la musica mi ha consentito di esprimere questo aspetto della mia personalità.
Sono ambiziosa, competitiva e do sempre il massimo in quello che faccio: ho studiato musica a Taranto, ma non mi bastava il Conservatorio. Per questo motivo ho voluto frequentare l’Accademia Nazionale del Jazz di Siena che è la più importante d’Italia e per sostenere gli studi ho lavorato anche nei pub. L’impegno è stato ricompensato con la borsa di studio che ho vinto presso l’Universidade Lusiada di Lisbona dove, in particolare, ho approfondito la musica brasiliana. Inoltre, ho concluso contratti per esibirmi sulle grandi navi da crociera americane dove con la band abbiamo eseguito con successo i grandi standard jazz americani. Posso dire di aver acquisito molta esperienza sul campo in svariati e distinti contesti. Per quest’album, poi, sono anche autrice dei testi e di alcune musiche”.
Mr. K: “Al riguardo, posso dire che è stato un lavoro frutto di sinergia. Sabrina ha collaborato anche alla musica partendo da alcune mie melodie di base”.

Il progetto prossimamente sarà presentato anche dal vivo. Qual è la situazione dei club jazz oggi?
Mr. K: “Chiaramente intendiamo promuovere l’album anche in contatto diretto con il pubblico e crediamo che sia possibile perché il settore della musica live è in lenta e graduale ripartenza. Il 31 marzo termina lo stato di emergenza e possiamo guardare al futuro con fiducia”.

Allora, quando potremo ascoltare il vostro album dal vivo?
Mr. K: “Non abbiamo ancora una data precisa ma credo che i live inizieranno dalla seconda metà di maggio e contemporaneamente sarà lanciato il vinile e forse anche il cd”.
Sabry Skin: “Naturalmente, vogliamo anche portare la musica in giro per l’Italia ai festival”.
Mr. K: “Posso aggiungere che siamo stati fortunati con il management che sta curando tutti i passaggi del progetto, con un lavoro molto “old school” che va dalla comunicazione ai gadget. Oggigiorno è facile trovare una label, ma in pochi hanno un management”.

A questo punto non resta che ascoltare “This is no jazz”.

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