Peter Cincotti, il cantautore newyorkese racconta le sue origini italiane e i progetti futuri

New York. Intervistiamo Peter Cincotti cantautore e pianista statunitense che affonda le sue radici musicali nel mondo jazzistico, come si percepisce anche dai suoi brani più pop. Peter ha origini italiane ed è legato al nostro Paese anche artisticamente: nel 2013, ha infatti partecipato alla 63ª edizione del Festival di Sanremo, in duetto con Simona Molinari, con i brani “Dr. Jekyll e Mr. Hyde” (dell’indimenticabile Lelio Luttazzi ed Alberto Zeppieri) e “La felicità” (di Simona Molinari, Carlo Avarello, Maurizio Vultaggio e Peter Cincotti stesso).
Peter attualmente sta lavorando al suo prossimo album “88 Keys” che uscirà entro la fine dell’anno.

Peter se sei d’accordo incominciamo con l’inizio della tua carriera: quando hai deciso di diventare cantante e pianista?
Ho iniziato a suonare il pianoforte quando avevo tre anni. Mia nonna mi ha comprato un pianoforte giocattolo per il mio compleanno e mi ha insegnato a suonare “Tanti auguri a te”. Da allora sono stato catturato da questo strumento.

Le persone ti conoscono soprattutto per il tuo più grande successo “Goodbye Philadelphia”. Dov’è nata l’ispirazione per questa canzone?
In verità per prima cosa è arrivata la melodia ed è successo all’improvviso. Poi, avendo la musica in mente, ero su un aereo per Nashville, nel Tennessee, e ho notato una copia della rivista Time con i presidenti degli Stati Uniti sulla copertina. Quell’immagine ha dato vita al concept della canzone e, quello stesso giorno, ho completato il pezzo con il mio collaboratore John Bettis in poche ore. È stata una di quelle canzoni venute alla luce molto velocemente.

Passando alle tue origini italiane, la tua famiglia proviene da Cervinara, vicino ad Avellino. Allora, che tipo di “legame” hai con la Campania e con l’Italia?
Amo la vostra regione e davvero non vedo l’ora di ritornare! Il calore delle persone, il cibo, il senso di comunità e poi sapere che i miei antenati provenivano da lì sono tutti aspetti che mi fanno sentire a casa come da nessun’altra parte.

Tornando alla tua musica, adesso ci potresti parlare del tuo nuovo pezzo “Once In A Lifetime”?
“Once In A Lifetime” è una canzone d’amore che ho scritto lo scorso San Valentino. È nata per tutti i ragazzi là fuori che amano la loro ragazza ma non sanno come dirlo!

Recentemente, poi, hai realizzato una cover di “Imagine”, una canzone che, in questo momento storico, veicola sicuramente un messaggio importante. Come hai affrontato questo lavoro?
John Lennon è uno degli artisti che più ha influenzato il mio lavoro e “Imagine” fa parte del mio nuovo album “88 Keys”. È stato un piacere «reimmaginare» musicalmente una canzone così iconica e, considerato quello che sta accadendo nel mondo, è stato ancora più importante ricordare il suo messaggio senza tempo. È una canzone speciale dell’album che vuole rappresentare anche un tributo musicale ad ogni genere di pianista, uomo o donna, andando ad esempio da Nat King Cole fino a Lady Gaga. Ho voluto combinare le mie influenze pianistiche unendo elementi di Errol Garner e Billy Joel, o Bruce Hornsby e John Lennon, Bill Evans con i Coldplay e nell’album ci saranno anche alcune canzoni autobiografiche originali, diverse da tutte quelle che ho scritto finora.

Che progetti hai per il futuro? Hai già programmato delle date per il prossimo tour europeo?
Pubblicherò il mio nuovo album “88 Keys” entro la fine dell’anno e andrò in tour con la mia band in tutto il mondo. Le persone possono visitare il mio sito web www.petercincotti.com per gli aggiornamenti sull’album e sulle date del tour, nonché seguire i social media per tutte le novità. Soprattutto dopo gli ultimi anni, non vedo l’ora di tornare in tour, suonare musica dal vivo di fronte ad un pubblico, in particolare in Italia!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site is protected by reCAPTCHA and the Google Privacy Policy and Terms of Service apply.