Francesco Divito, incontro con il sopranista che rievoca le arie barocche

Napoli. Nativo di Cerignola, in provincia di Foggia, calca i primi palchi in giovane età facendo conoscere la sua dote canora, fin da subito apprezzatissima. Continua i suoi studi nella città partenopea per perfezionare la sua tecnica sul repertorio rinascimentale – barocco. Ha interpretato svariati ruoli ed ha calcato palchi importanti. Conosciamo il sopranista Francesco Divito.

Quando hai scoperto di avere la voce da sopranista ciò ha influenzato il cammino da perseguire nella tua vita e le tue scelte musicali? Quali figure chiave ti hanno aiutato nell’effettuare la scelta giusta?

La caratteristica di possedere la voce da soprano, ormai, si perde nella notte dei tempi. Praticamente sin da bambino ho avuto la consapevolezza di possedere una voce da soprano che nel tempo ho saputo cautelare e conservare. Diciamo che le figure cardine del mio percorso vocale sono stati i docenti di conservatorio che mi hanno spronato, (all’epoca studiavo organo e composizione organistica al conservatorio di Foggia) avendo riconosciuto le mie doti canore, ad intraprendere la bellissima e affascinante arte del canto.

Hai esordito interpretando numerosissimi ruoli, a quale compositore/autore e periodo storico sei molto legato?

Sicuramente i compositori a cui sono molto legato sono Händel e Vivaldi perché mi hanno dato lo sprone giusto e, soprattutto, mi hanno fatto da grande palestra con le loro cantate e il loro mottetti. Si può dire che nel mio repertorio le ho interpretate tutte! Ho molto a cuore anche i compositori napoletani essendo i capiscuola della musica del ‘700.

Hai svolto studi tra Foggia, Napoli e l’estero. Potresti descriverci la tua formazione, i tuoi esordi e i premi che hai ricevuto?

Il mio rapporto con lo studio musicale è nato praticamente da bambino. Ho cominciato con lezioni private al pianoforte successivamente, entrando al conservatorio nella classe di organo e composizione organistica al conservatorio di Foggia. Parecchi anni dopo mi sono iscritto al conservatorio di Frosinone laureandomi in canto rinascimentale e barocco, dopodiché mi sono laureato al conservatorio “San Pietro a Majella” in musica da camera vocale.

Nei prossimi giorni uscirà il tuo nuovo album “A voce sola”. Puoi raccontarci la genesi di questo tuo ambizioso progetto e quale valore assume nella contemporaneità?

Sono molto orgoglioso di questo nuovo CD che è uscito recentemente, “A Voce Sola”, che  racconta la mia duttilità e la mia caratteristica vocale. In sostanza l’album rivela un percorso musicale che abbraccia tre secoli di musica cominciando dal primo barocco di Monteverdi per terminare con Rachmaninov. È frutto di molta meditazione e molto studio. È difficile prendersi la responsabilità di reinterpretare musiche fin troppo note dando loro una connaturazione “non usuale”. Mi sono molto divertito e spero di esserci riuscito.

Sono rarissime le persone che nascono con questa conformazione della voce senza mutarla nel tempo. Cosa consiglieresti ad un giovane che ha questa caratteristica vocale? 

Sicuramente se un giovane dovesse chiedermi dei consigli io gli suggerirei di affidarsi ad un ottimo maestro di canto ma soprattutto, in questo campo, l’approfondimento, lo studio e la consapevolezza delle proprie capacità vocali sono il fondamento. Lo studio, il controllo ed il rigore sono basilari per intraprendere questo affascinante quanto complicato percorso musicale.

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