Gradara. Dal 6 giugno al 6 settembre, il MARV – Museo d’Arte Rubini Vesin di Gradara ospiterà “Post-Apocalyptic Bloom”, la prima grande mostra personale in Italia dell’artista giapponese Keita Miyazaki. L’esposizione, a cura di Riccardo Freddo e Luca Baroni, in collaborazione con la Gallery Rosenfeld di Londra, si inserisce in un progetto culturale che trasforma Gradara in crocevia di dialogo tra storia e contemporaneità.
La cittadina marchigiana, borgo medievale noto per aver fatto da sfondo al celebre amore tragico di Paolo e Francesca cantato da Dante, diventerà dunque il palcoscenico di una narrazione completamente nuova, quella di una rinascita possibile dopo la catastrofe, raccontata attraverso le opere scultoree ibride e poetiche di Keita Miyazaki.
Con “Post-Apocalyptic Bloom”, Miyazaki trasforma lo spazio espositivo in un paesaggio di rovine rigenerate, dove la brutalità della materia industriale – rottami meccanici, componenti dismessi, metalli – incontra la delicatezza di carta piegata a mano, feltro cucito e tessuti colorati, nel racconto di un mondo post-apocalittico che rifiorisce e addolcisce l’austerità della lamiera.
“Con la carta voglio far fiorire le mie opere”, spiega l’artista, e Gradara – grazie alla sua vocazione alla narrazione e alla memoria – è il luogo ideale per dare corpo a questa visione estetica che richiama la filosofia giapponese del wabi-sabi, che trova bellezza nell’imperfezione, nella transitorietà e nell’asimmetria.
L’allestimento si svilupperà in due fasi: inizialmente, dal 6 giugno al 6 luglio, le opere saranno ospitate presso il MARV, per poi trasferirsi, dal 7 luglio al 6 settembre, nella suggestiva cornice della Rocca di Gradara. Un dialogo tra epoche, materiali e sensibilità che mette al centro la possibilità di ricostruire, di ripensare la bellezza in un mondo segnato dalla crisi ecologica e tecnologica.
Riccardo Freddo, curatore della mostra, sottolinea come “le opere di Miyazaki colpiscono per la loro malinconica armonia, accettano il tempo, l’errore, l’imperfezione come parte dell’essenza del bello. In esse si percepisce una tensione emotiva che non cerca la perfezione classica ma una forma altra di equilibrio: fragile, incompiuto ma profondamente vitale”.
Nato a Tokyo nel 1983, Keita Miyazaki è attivo tra la capitale giapponese e Londra: dopo aver studiato all’Università delle Arti di Tokyo e al Royal College of Art di Londra, ha sviluppato un linguaggio visivo unico, che fonde tecniche artigianali orientali con materiali industriali recuperati. Le sue sculture sono state esposte in importanti istituzioni internazionali, tra cui Victoria and Albert Museum, Centre Pompidou, Palais de Tokyo e Jameel Arts Centre e le sue opere fanno parte di collezioni prestigiose come la Fondazione Benetton, il Mori Arts Centre e la Daiwa Foundation.
La mostra è resa possibile grazie alla collaborazione con Gallery Rosenfeld e al lavoro curatoriale di Riccardo Freddo, esperto d’arte contemporanea con esperienza internazionale maturata in realtà come Christie’s, Sotheby’s e la Sorbonne.
“Post-Apocalyptic Bloom” si preannuncia come un evento che rappresenta più di un’esposizione, un invito a guardare oltre le macerie, a immaginare un futuro in cui uomo, natura e tecnologia possano coesistere in armonia, in cui le sculture di Miyazaki non celebrano la perfezione ma la resilienza, il riciclo, la trasformazione.
In un’epoca segnata da crisi climatiche e sfide tecnologiche, la mostra propone un’estetica alternativa, in cui anche ciò che è stato scartato può tornare a fiorire, e Gradara, con la sua storia e la sua bellezza sospesa nel tempo, sembra perfetta per accogliere questa visione con grazia, confermando il suo ruolo di laboratorio culturale aperto alla sperimentazione.