Nicolò Piccinni torna con un nuovo concept album dal titolo “MareAmare”

Torino. Nicolò Piccinni, cantautore e attore, nel mese di novembre ha pubblicato il suo terzo lavoro, un concept album dal titolo “MareAmare”. Un’opera multimediale che è un disco, un libro di racconti e illustrazioni, edito da Morsi Editore, e una raccolta di video prodotti dallo studio cinematografico Fuoricampo, tutti accomunati dal tema della dimensione virtuale. Dodici brani che si espandono tra le coordinate del cantautorato e della sperimentazione con i featuring di artiste e artisti come Bunna degli Africa Unite, Fausia, Rossana De Pace, Giulia Impache, Vea, Protto e Andrea Boris Borasco. I singoli “Sottacqua” e “Internauta” hanno anticipato la pubblicazione dell’album. È un lavoro davvero interessante in cui emerge tutta la sua creatività mostrando una versione di sé inedita al pubblico. Racconta il mondo in tutte le sue forme, senza mai rinunciare alla sperimentazione. Si percepisce una maturità dettata dalle esperienze ed ogni brano racconta una nuova dimensione. Con lui abbiamo fatto una piacevole chiacchierata sul suo “MareAmare”.

 

Il 29 novembre è uscito l’Album “MareAmare”, sembra un gioco di parole. Come nasce l’idea di fare un concept album?

Una notte torno tardi a casa dopo una bellissima serata di concerti. Assalito dal timore che potevo morire (cosa che accade normalmente ogni tanto a tutti noi esseri umani) ho pensato di mettere ordine nel mio elenco di canzoni disordinate non ancora pubblicate. E così raggruppandole per argomento mi sono accorto che un po’ di vecchi brani parlavano del mare e stranamente le ultime canzoni che avevo scritto all’epoca, nel 2017, parlavano dell’assenza del mare. Quindi le ho raccolte sotto un nome provvisorio di “Ballate con mare e senza mare”. Poi quel gran genio del mio amico poeta Paolo Assandri, che con le parole fa miracoli, ha avuto l’idea di rendere quel “senza” come fosse un’alfa privativa, ed è diventato “amare”. Da lì l’idea di chiamarlo “MareAmare” dando importanza a quella A in mezzo, maiuscola, che separa due mari, i due mondi di cui parlo nelle canzoni: il mare concreto e il mare digitale.

Il tuo percorso è sempre stato condito da tante collaborazioni.

Mi piace condividere la realizzazione delle mie opere. L’atto creativo è di solito solitario per me. Dopo invece trovo sia molto più interessante mettere sul tavolo con altri quell’istinto, quella forma originaria individuale, e renderla più sfaccettata plasmandola con più mani, in modo collettivo. Perché diventa qualcosa che non mi aspetto e che poi emoziona ancora anche me.

L’album include molte featuring. Come mai hai deciso di far collaborare tanti artisti così diversi tra loro, c’è un filo che li lega?

In realtà ho scelto ognuna e ognuno di loro in base alla canzone. Il filo che li lega quindi è il concept album stesso, in un certo senso sono le canzoni che mi hanno suggerito quale voce scegliere. Dato che ogni canzone è diversa, ha una sua atmosfera e un suo colore, ogni voce ospite è diversa dall’altra. Ma la cosa straordinaria è che tutte e tutti abbiano accettato di farlo!

Hai dato un nome ai lati A e B dell’album, Superficie e Profondità.

Sì, perché sono i due opposti. Uno si estende in ampiezza, l’altro invece scende giù, scava. Sono le due metà di un tutto, ma anche le due mete a cui aspiriamo quando ci troviamo nella metà “sbagliata”. Mi spiego meglio: Superficie è quando ci troviamo in un momento piatto della nostra vita, privo di intensità o di emozioni: abbiamo bisogno di sentire di più e quindi cerchiamo disperatamente di andare più a fondo. Ma dall’altra parte, in Profondità, quando siamo in una situazione di emozioni forti, spesso negative, quando siamo sprofondati e soffriamo allora abbiamo bisogno di tornare su, in superficie, per prendere una boccata di ossigeno. L’album gioca continuamente su questi due opposti.

Qual è il messaggio?

In realtà non lo so, credo che ognuno e ognuna di noi possa trovare il suo. È un viaggio onirico che invita ad esplorare se stessi, le proprie emozioni in relazione a un mondo sempre più complesso, sempre più disgregato tra realtà digitale e realtà concreta. Sicuramente è un viaggio nella disperata ricerca di equilibrio tra Superficie e Profondità di cui parlavamo prima. Se questo equilibrio esista, quale sia e soprattutto dove sia, ancora non l’ho compreso in pieno.

Nicolò oltre ad essere cantautore sei anche attore. Quanto incide la parte attorea? Sono ruoli concatenati tra di loro oppure ognuno agisce in modo distinto e separato?

Hanno cercato di agire separatamente per tutto questo tempo. O forse io ho costretto entrambi ad agire per conto proprio, almeno per quanto riguarda le mie canzoni da cantautore. In realtà la musica ha sempre fatto parte del mio lato attoriale, in scena ho spesso suonato o cantato. E suonando in diverse band e formazioni ho certamente sfruttato la mia attitudine teatrale. Però da cantautore non avevo mai mescolato teatro e musica in modo esplicito. Lo sto facendo adesso per la prima volta con “MareAmare” che infatti sarà anche uno spettacolo musicale e teatrale insieme.

E il Nicolò del futuro? Quali sono i tuoi progetti?

Vorrei portare in giro questo spettacolo musicale, il più possibile, con i mezzi e le possibilità che ho. Se non altro per godermi questa nuova opera pienamente, anche dal vivo, e poter alla fine rimescolare le carte e aprire nuovi progetti.

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