Napoli canta con Cesare Cremonini: allo stadio Maradona sold out e grandi emozioni

Napoli. Lo Stadio Diego Armando Maradona, il 24 giugno, si è riempito di fan entusiasti, pronti ad accogliere uno dei più amati cantanti e performer italiani: Cesare Cremonini. Il suo tour ha già incantato Lignano, Milano e Bologna, e il 3 e il 4 luglio a Bari, l’8 luglio a Padova, il 12 luglio a Torino e il 17 e il 18 luglio allo Stadio Olimpico di Roma.

“Ci ho messo 25 anni ad arrivarci, e non è un caso, nel senso che Napoli, come dico sempre, è un punto di arrivo di una carriera, non è mai un punto di partenza. Credo che sarà il concerto per cui sentirò un po’ più di ansietta a salire le scalette del palco”.

Con queste parole il cantautore bolognese ha manifestato la sua emozione nell’esibirsi per la prima volta a Napoli, che lo ha accolto con entusiasmo e calore.

Lo Stadio ha iniziato man mano a riempirsi: prima di quei fan che hanno corso verso il prato, poi quelli che, con calma, hanno preso posto sugli spalti. Tutti, però, erano accomunati da uno stesso sentimento: quello dell’attesa, della trepidazione elettrica che anticipa qualcosa di grande, qualcosa che è destinato a lasciare il segno. Quell’energia sospesa, tipica dei concerti che si preannunciano memorabili, era già nell’aria prima ancora che si accendessero le luci del palco.

L’adrenalina era palpabile, accompagnata da un’atmosfera quasi fiabesca: il sole tramontava lentamente dietro il palco, mentre i primi cori si facevano sentire e l’emozione cresceva di minuto in minuto.

Dopo il classico “quarto d’ora accademico”, a Stadio ormai pieno e sempre più impaziente, le luci si sono spente e ha avuto inizio la magia: una magia lunga due ore e 40, fatta di musica, cambi d’abito, emozioni, giochi di luce, strumenti e performance. Un viaggio dentro le canzoni, dentro le parole e dentro il cuore di chi ascolta.

Il concerto si è aperto con “Alaska Baby” e la voce di Cremonini e la potenza del brano sono state impreziosite e accompagnate dalla voce tremante di emozione del pubblico e da un meraviglioso gioco di fuochi d’artificio, esplosi durante il primo ritornello, che hanno preceduto un’esplosione di fumi colorati, che ha dipinto il cielo accendendo ulteriormente la felicità dei fan.

Il cantante bolognese ha proseguito con “Dicono di me” e “Padre e madre”, per poi fermarsi e interagire con il suo pubblico con parole sentite e appassionate: “Quanto vi ho aspettato Napoli…25 anni vi ho aspettato! Siamo qua questa notte dopo un lunghissimo viaggio, questo viaggio questa notte lo continueremo insieme, io voglio portarvi con me, in tutti i luoghi in cui io sono stato, non voglio più tornarci da solo, non voglio più stare senza Napoli! Napoli è la gente, Napoli insegna al mondo che la musica è della gente, non mi lasciare da solo mai più Napoli, stai con me!”.

Cremonini ha poi alternato brani dei suoi diversi album, cantando “Il comico (Sai che risate)” e “La ragazza del futuro”, durante la quale un cerchio di luci sottili e bianche ha impreziosito la performance, creando un’atmosfera sospesa, al di là del reale. Si è poi posizionato su una pedana rotante, di fronte a lui una ballerina, con la quale ha condiviso una coreografia delicata e intensa.

Con “Ora che non ho più te” Cremonini ha coinvolto tutto lo stadio, facendo in modo che il pubblico lo seguisse in un movimento di mani da destra a sinistra, creando così una coreografia corale, resa ancora più suggestiva dalla scenografia e dalle luci.

I due momenti successivi erano tra i più attesi: “La nuova stella di Broadway” e “Buon viaggio (Share The Love)”, due delle sue canzoni più conosciute, che hanno fatto abbracciare tutti e commosso i più sensibili.

Dopo una breve pausa, riempita da un suggestivo gioco di luci necessario al primo cambio d’abito, è iniziato un assolo di chitarra che ha introdotto “Lost in the Weekend”. Cremonini ha cantato passando accanto alle transenne del prato gold, insieme alle sue ballerine, dimostrando ancora una volta di essere un artista completo e un performer straordinario.

L’atmosfera è poi cambiata con “Un’alba rosa”, accompagnata da immagini evocative sullo schermo e dalla chitarra suonata dallo stesso cantante. Poi “Acrobati”, introdotta da uno spettacolo aereo di due acrobati con cerchi, che sono diventati una cornice perfetta per Cremonini e il suo pianoforte, col quale ha suonato anche “Vieni a vedere perché” e una parte di “Le sei e ventisei”. Cremonini è anche, quindi, polistrumentista: si è giostrato tutto il tempo tra chitarra, pianoforte e perfino fisarmonica durante “Figlio di un re”, forse uno dei momenti più belli del concerto, in cui la voce del cantante si è sposata perfettamente con le note dello strumento, il tutto accompagnato dal ballo di tutti i ballerini sul palco, che poi è stato eseguito anche dal pubblico.

Proseguendo in un clima più intimo ed emozionante, il cantante si è preso del tempo per presentare la canzone successiva: “Ci sono delle canzoni che ti strappano via un pezzo di anima e le portano via con sé, in qualche modo ti spogliano, ti disarmano e ti lasciano nudo di fronte a te stesso, oppure anche di fronte al pubblico e di fronte a voi. (…) La prossima canzone è dedicata a tutti quegli amici che sono qua dal 1999”.

“Ragazze facili” è stata così intonata da tutti, con un brivido sottile nella voce, come se ognuno custodisse dentro di sé un frammento di quella storia.

Il palco è stato poi nuovamente occupato dai ballerini e da una coreografia che ha permesso a Cremonini di cambiarsi ancora una volta d’abito, per poi scatenarsi sulle note di “Mondo”, il brano in featuring con Jovanotti – presente in scena sotto forma di ologramma. Lo stesso è accaduto con Elisa, comparsa virtualmente durante “Aurore boreali” e “Nonostante tutto”.

Durante “San Luca”, invece, Cremonini ha cantato anche la parte di Luca Carboni, rendendo omaggio all’amico e collega con grande rispetto ed emozione. Il tutto è stato accompagnato da un sapiente gioco di luci e colori che ha trasformato lo sfondo dello schermo in un racconto visivo, rendendo l’esecuzione ancora più intensa e suggestiva.

Ad accompagnare per una canzone sul palco il cantante è stato Davide Petrella, in arte Tropico, collega e amico, con cui ha interpretato il brano “Non esiste amore a Napoli” con pathos e trasporto, cambiando anche una frase della canzone definendo “Napoli e Bologna casa mia”.

Il concerto è proseguito con “Logico #1”, “Grey goose”, “50 Special”, ognuna caratterizzata da una scenografia diversa e da un modo di porsi di Cremonini differente, ma tutte e tre accomunate da una grande partecipazione del pubblico, soprattutto sull’ultima, che ha fatto ballare tutti, anche coloro i quali avevano i posti seduti. Lo spettacolo si è poi avviato alla fine con delle canzoni simbolo dell’artista, che hanno toccato i cuori di tutti, hanno emozionato, perché sono canzoni che scavano dentro, soprattutto quando sono vissute durante un live: “Marmellata #25”, “Poetica”, accompagnata da un meraviglioso gioco pirotecnico e un coro “a cappella” del pubblico sul finale di canzone, e “Nessuno vuole essere Robin”.

Con il suo completo bianco e la gioia nel cuore il cantante ha parlato con il suo pubblico nuovamente: “È stato proprio come lo avevo immaginato, volevo vedere negli occhi Napoli, volevo vedervi davanti a me, e questa notte ho vissuto questo sogno, ci siamo arrivati insieme. E non posso che augurare a tutti voi per questi giorni che verranno fino alla prossima volta che ci incontreremo, con tutto il mio cuore, “Un giorno migliore”.

E sulle note di quest’ultima canzone il cantante bolognese è sceso nel suo pubblico, abbracciando per quanto possibile i suoi fan, coinvolgendo al massimo i suoi spettatori.

Sulle ultime note del brano le luci si sono accese, ma al contrario di tutti i concerti la magia non è finita, è rimasta nell’aria: dopo aver presentato tutti gli artisti che lo hanno accompagnato sul palco, dai ballerini alla band, infatti, Cremonini ha intonato “’O surdato ’nnamurato”, ballando ancora una volta sul palco accompagnato dal coro dei fan.

Cesare Cremonini ha dichiarato di essere stato in contatto, al Maradona, con il pubblico più potente che lui abbia mai sentito. Napoli l’ha accolto, l’ha fatto sentire a casa e il cantante ha ampiamente soddisfatto le alte aspettative.

Dopo un suo concerto si ritorna a casa con qualcosa in più: il cuore pieno, gli occhi colmi di luci e la mente ancora immersa in ogni nota. Consapevoli di aver assistito non a un semplice evento musicale ma a un momento di vera Arte. Ed è proprio questo ciò che resta mentre si esce dallo stadio: una sensazione di gratitudine, un’eco di parole e melodie che continueranno a risuonare a lungo.

Napoli ha cantato con Cremonini e Cremonini ha cantato per Napoli. Un incontro atteso, sognato, finalmente vissuto. E mentre gli ultimi coriandoli danzano lenti verso terra, quel che rimane è un ricordo indelebile. Di una notte che ha fatto battere forte il cuore. Di una serata da custodire.

Crediti foto: Official Page Facebook di Cesare Cremonini.

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