“Money Road”, il reality più vero degli ultimi anni

Malesia. Dal 29 maggio al 3 luglio è andato in onda su NOW, Sky e TV8 “Money Road”, un reality condotto da Fabio Caressa, con protagonisti 12 persone: un mix di volti noti sui social e persone comuni. Insieme hanno affrontato la giungla malese, confrontandosi con faticosi trekking, sfide fisiche e morali, e soprattutto con le proprie scelte.

L’obiettivo dell’esperimento era quello di preservare quanto più possibile un montepremi iniziale di 300.000 euro, destinato a essere diviso equamente tra tutti i partecipanti al termine del percorso. Per 12 giorni hanno vissuto immersi nella natura, eleggendo una nuova guida ogni due giorni, sotto un sole e un caldo implacabili, affrontando percorsi tutt’altro che semplici, con riso e fagioli come unico pasto e un camping come unico rifugio a fine giornata.

La giungla, però, aveva una particolarità: spesso offriva delle piccole o grandi coccole. Un hotel, una spa, il caffè al mattino, la piega, una trattoria, un pranzo firmato dallo chef Locatelli o persino una lussuosa nave con Enzo Miccio… tentazioni che si alternavano e che avevano tutte un prezzo. E quando il singolo decideva di accettarle (ad esempio, un biscotto da 100 euro), il costo veniva scalato dal montepremi comune, che inevitabilmente si riduceva per tutti.

Ogni volta il concorrente era portato a interrogarsi: “Lo faccio per me o lo faccio per il gruppo?”. La risposta, spesso, costava cara.

Inoltre vi era la possibilità, in primis per le guide elette, o in virtù di altri espedienti, di ricevere assegni o prelievi all’ATM: il meccanismo era lo stesso. Ciò che veniva accettato si sottraeva a tutti per riempire il proprio conto personale.

“Money Road” si è rivelato, purtroppo, lo specchio di una società che non riesce a privarsi di niente, che ha bisogno di un cocktail da 500 euro il secondo giorno di giungla e che penalizza chi si sacrifica. Nel reality non c’era giudizio, c’erano solo scelte e conseguenze. E c’erano 12 persone che avevano le loro necessità, a volte sfrontate e esagerate, altre volte coerenti.

C’era chi prendeva tutto, senza pensarci due volte, e chi diceva no, per sfidare prima di tutto se stesso davanti a un bisogno non necessario in quel contesto. E intanto il montepremi scendeva, a volte per decisioni di gruppo, come le esperienze che sono costate di più, ma di cui hanno usufruito tutti, contribuendo così a costruire un bellissimo ricordo (come il pranzo di Locatelli o la trattoria), e altre volte per “colpa” di scelte individuali spesso attaccate dagli altri.

Ma la verità è che nessuno è mai del tutto buono o del tutto egoista e durante le sei puntate gli equilibri sono mutati più volte; il gruppo era, almeno in apparenza, unito: tutti si aiutavano tra di loro nelle difficoltà e vivevano in simbiosi, alternandosi nel ruolo di “spendaccione”. Proprio come nella vita, però, si sono formati dei “sottogruppi” tra chi spendeva di più e chi di meno. Delle “fazioni” o semplicemente delle coppie che silenziosamente giudicavano gli altri.

C’era Yaser, che a capo del suo gruppetto era quello che probabilmente ha speso di più, che non si è privato neanche di una “spontaneissima” proposta di matrimonio da 5000 euro alla sua ragazza. Al suo seguito Roberta, che non si è comportata meglio, facendo un doppio gioco e uscendosene con battutine non carine. Grazia in coppia con Saveria, Enrico, Marco e Alice, sono altri che non si sono privati del superfluo; nel mezzo Alessandro, Benedetta e Francesco. Alvise e Daniellee, invece, che sembravano aver capito il reale scopo del gioco e l’importanza e il valore dei soldi, non hanno ceduto praticamente a niente, se non a due o tre tentazioni a testa.

Alcune decisioni creavano fratture silenziose, altre portavano a confronti diretti, quasi inevitabili quando si gioca con soldi che non sono solo tuoi ma anche di altri undici. Ma ciò che ha fatto più scalpore è stata l’ultima puntata, ossia l’effettiva riuscita di un reality che mette a nudo delle dure verità.

Francesco, leader del gruppo nelle ultime giornate, si è trovato a dover eliminare un concorrente. La scelta è ricaduta su Yaser, effettivamente il partecipante che aveva speso di più durante il percorso. Ma il gruppo, per 12.000 euro in meno sul montepremi comune, ha potuto, e voluto, salvarlo. Una decisione corale, apparentemente mossa da spirito di solidarietà, che però ha avuto un peso enorme sugli equilibri finali.

“Siamo partiti in dodici, finiremo in dodici”.

Conclusa l’avventura, con 174.300 euro rimasti, si è passati alla divisione del montepremi. Ogni concorrente avrebbe potuto prelevare la propria quota di 14.525 euro oppure scegliere di prendere il doppio, lasciando, però, a mani vuote un altro partecipante. Chi prelevava doveva poi nominare il prossimo. A guidare la catena di scelte è stato proprio Francesco, che ha deciso di prelevare, giustamente, solo la sua quota, così come Roberta, Enrico, Alessandro, Marco, Alice, Benedetta e Saveria.

Poi però Alessandro ha chiamato Yaser, il concorrente appena salvato, che ha scelto di prelevare il doppio. Dopo di lui, anche Grazia, scelta da Saverio, ha fatto lo stesso. Un gesto che ha avuto una conseguenza inevitabile: due concorrenti, Alvise e Daniellee, non hanno avuto la possibilità di prelevare. A loro è rimasto solo ciò che avevano accumulato con i prelievi parziali durante il gioco: 2.000 euro per Alvise, 8.000 per Daniellee.

Un atto di egoismo, di cattiveria, che ha rivelato delle “architetture” non ortodosse. La scena è peggiorata con le inquadrature sul pullman che avrebbe dovuto riportare i concorrenti alla civiltà: una forma sottile e amara di bullismo ha fatto perdere d’importanza tutte le risate e gli abbracci a cui gli spettatori erano abituati nelle puntate precedenti. C’è chi esultava per aver fatto “ il giro giusto”, chi lodava Yaser per aver escluso chi aveva sempre dato senza chiedere nulla. Stranamente, però, quando lo ha fatto anche Grazia, gli stessi che prima ridevano, l’hanno accusata, ritenendo tutto quello non corretto.

Battutine, risatine, il silenzio da parte di Benedetta, Francesco e Alessandra, hanno ferito chi ha seguito il programma. Il bullismo, del resto, non è solo di chi lo esercita: è anche di chi lo incita, di chi lo giustifica, di chi sceglie di non dire nulla. E in quel momento, lo hanno fatto in tanti: Roberta in primis, ma anche Marco, Alice, Enrico…tutti, tranne una. Saveria è stata l’unica a esporsi apertamente, a criticare sia chi ha scelto di prendere il doppio sia chi ha avallato il gesto con l’entusiasmo, l’indifferenza o la comoda neutralità.

Alvise e Daniellee non sono saliti su quel pullman. Loro sono rimasti abbracciati, da soli. Daniellee con gli occhi piedi di lacrime per colpa di un sogno nobile che aveva visto a poco a poco sgretolarsi: riportare la madre in Italia (cosa che poi è riuscita a fare lo stesso); Alvise dandole forza, cercando di celare dolore, rabbia e delusione. Si sono seduti l’uno di fronte all’altro e si sono riconosciuti migliori. Con dei valori, una forza morale e un’onestà non indifferente. La loro vittoria è stata sapere che non si sarebbero mai comportati così. In fondo loro hanno vinto nella vita, invece quanto sono costati agli altri questi soldi? Quanto costa la dignità e la coscienza? Quando vale un gesto così crudo? Lasciare senza soldi chi si è sempre sacrificato facendo, così, un favore a tutto il gruppo?

La risposta dei media ha confermato il nobile animo dei due ragazzi: commenti e messaggi di apprezzamento pullulano sui loro profili…l’esatto contrario di ciò che hanno ottenuto gli altri concorrenti, che sono ora vittime di hater e critiche feroci sui social (altrettanto sbagliato).

“Money Road” ha intrattenuto e poi ha dato un pugno nello stomaco, facendo male, ferendo. E non solo perché gli spettatori si erano affezionati ai concorrenti e a delle dinamiche evidentemente false, ma anche e soprattutto perché hanno rivisto in questo reality il mondo di oggi, in cui, spesso, chi si impegna di più ed è buono con tutti non viene ripagato, anzi. Al contrario vanno avanti i più furbi, che sanno manipolare o che si omologano.

È un gioco, che ha rivelato molto di più di quelle che erano le aspettative: ha messo a nudo priorità, fragilità, egoismi, illusioni di grandezza e piccoli atti di coraggio silenzioso. Ha mostrato quanto sia difficile scegliere per il bene comune e quanto spesso chi lo fa venga lasciato indietro. Ha raccontato una realtà in cui la solidarietà vacilla davanti a un dolce, una doccia calda o a un conto personale che cresce. Ma ha anche ricordato che c’è ancora chi sa restare fedele ai propri valori e leale con se stesso, anche quando sarebbe più facile voltarsi dall’altra parte.

E forse “Money Road” è riuscito in ciò che ogni reality dovrebbe fare: ci ha costretto a guardarci allo specchio. E a chiederci con onestà: noi cosa avremmo fatto? Noi che persone saremmo state?

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