Medimex 2025″, cala il sipario sul festival tarantino che unisce musica e cultura

Taranto. Si è concluso da poco il “Medimex 2025, International Festival & Music Conference”, che si è svolto a Taranto, ormai sede storica della manifestazione, dal 17 al 21 giugno, riportando ancora una volta la città al centro della musica internazionale.
Promosso da Puglia Culture nell’ambito delle azioni di Puglia Sounds, con l’obiettivo di sviluppare il sistema musicale regionale, anche per questa edizione il festival ha riscontrato un grandissimo successo e una notevole visibilità mediatica.
I concerti di quest’anno hanno visto, tra i nomi di punta, la cantante St. Vincent, con la sua esibizione dalla forte presenza scenica, audace e interattiva con il pubblico; i Primal Scream, band scozzese che fonde diversi generi in una sperimentazione sonora che mescola rock psichedelico, acid house, con elementi di elettronica, dub, funk e techno; i Massive Attack che, con il loro ipnotico trip hop, i visual e le straordinarie collaborazioni hanno chiuso il festival con un concerto sold out dal forte messaggio politico.
Fari puntati anche sui Dj Set dello Spazioporto, luogo di fermento della città, che quest’anno ha ospitato il leggendario Don Letts, disc jockey britannico di origini giamaicane, e Dave Rowntree, batterista dei Blur: i loro flussi musicali hanno coinvolto e fatto danzare il pubblico tenendo alta l’energia anche dopo gli imperdibili concerti.
Il “Medimex”, però, è anche molto altro e si caratterizza per la varietà di eventi distribuiti in diverse location, rivelandosi un vero e proprio punto di incontro tra artisti, professionisti del settore e appassionati di musica: esso rappresenta, per chi lavora nel settore musicale, una vera opportunità di confronto sulle nuove tendenze dell’industria discografica.
Il programma è ricco di appuntamenti tra panel, workshop, showcase, mostre, proiezioni e attività formative e anima per cinque giorni la “Città dei due mari”, con la sua storia millenaria e il suo ricco patrimonio culturale, troppo spesso dimenticati a causa dei problemi legati all’inquinamento industriale e alla crisi economica. Il “Medimex”, infatti, mira a portare a Taranto e in Puglia un evento di respiro internazionale offrendo una narrazione positiva, proiettata verso il futuro, contribuendo così alla crescita culturale e turistica del territorio con benefici sia per l’economia che per la società.
Se ormai il palco della Rotonda del Lungomare di Taranto è abituato ad ospitare nomi altisonanti della scena musicale internazionale, nuovo e degno di nota è stato il progetto speciale “Le strade del Mediterraneo” curato da Antonio Diodato, coinvolto, insieme al sodale Michele Riondino, per la prima volta nella direzione artistica del festival. La Niña, Bab L’Bluz e Magalí Datzira sono state le tre bellissime voci femminili, interpreti delle atmosfere sonore e culturali dell’area del Mediterraneo, scelte dal cantante tarantino, che si sono esibite nella corte del Castello Aragonese all’ora del tramonto.
Il contributo di Michele Riondino ha riguardato soprattutto i panel, in particolare quello intitolato “La Musica salverà il Mondo?” che ha visto la partecipazione dello stesso Riondino, di Don Letts, Diodato, Ghemon e Anna Castiglia, moderato da Carlo Massarini, ben nota figura mediatica italiana, che ha fatto emergere interessanti riflessioni sulla musica come potente strumento di consapevolezza, di attivismo e di ispirazione.
Grande partecipazione agli showcase e ai talk, sold out per le proiezioni al Teatro Fusco e ottimo seguito per il “Medimex Book Stories”, la sezione dedicata ai libri musicali, con quattro appuntamenti che hanno ospitato Ermal Meta, Cristiano Godano, Erica Mou e Ghemon.
Non è mancata l’attenzione ai giovani con la prima edizione di “Medimex Music Business Management”, percorso rivolto a neolaureati e laureandi under 30, e “Medimex Music Factory”, rivolto a giovani autori, produttori e compositori.
“Amy Winehouse before Frank by Charles Moriarty” è, invece, il titolo della mostra allestita fino al 6 luglio al MArTA, Museo Archeologico Nazionale di Taranto, che presenta circa 50 immagini inedite che il fotografo britannico Charles Moriarty ha scattato ad Amy Winehouse tra Londra e New York nel 2003. Le foto mostrano la cantante prima della fama, una ragazza luminosa, dalla bellezza un po’ malinconica, che sogna di cantare non sapendo che di lì a poco sarebbe esplosa la sua stella.
Ancora protagonista il Castello Aragonese con “On the road compilation”, video mapping realizzato da Roberto Santoro e Blending Pixels, che ogni sera ha fatto da sfondo a immagini, luci e colori, attirando centinaia di spettatori: il video ha ripercorso la storia del festival, celebrando pace e libertà.
Una manifestazione di grandissimo successo, quindi, e i numeri lo confermano ogni anno, che ha già annunciato le date per l’edizione 2026, lasciando ai partecipanti la sensazione di una immediata e trepidante attesa da parte dell’intera comunità tarantina: tutto ciò si può tradurre in una grande voglia di riscatto e di rinascita di una città che ha sofferto molto e che continua ad affrontare sfide significative. Il festival rappresenta, infatti, un momento di festa e di aggregazione che contrasta con le difficoltà che Taranto vive e, soprattutto, riesce a valorizzare il patrimonio culturale e musicale della città, promuovendo la sua immagine come centro di creatività e innovazione. Con il suo forte impatto sul territorio, il “Medimex” è l’esempio tangibile di come la musica e la cultura possano contribuire a rivitalizzare un tessuto urbano, ad attirare visitatori, a creare nuove opportunità di sviluppo, cosa di cui Taranto ha urgente bisogno. A partire da esso, quindi, occorre forse ampliare la visione, ideare, progettare interventi, realizzare spazi fisici e virtuali che favoriscano la partecipazione culturale, sperimentare nuove forme di espressione, di produzione e di partecipazione, per arricchire la vita culturale di una città che ha fame di eventi. Bisogna, in definitiva, immaginare un futuro nuovo per Taranto, già simbolo di resistenza nel bacino del Mediterraneo, per dare vita a quella grande trasformazione tanto invocata da diverse realtà e iniziative, focalizzate su temi ambientali, economici e sociali.

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